Negli ultimi mesi, il dibattito sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), note a livello europeo come New Genomic Techniques (NGT), si è intensificato, mettendo in contrapposizione due diverse visioni del futuro dell’agricoltura nazionale ed europea.
Da un lato le associazioni di categoria che promuovono le TEA come strumenti fondamentali per rafforzare la produzione agroalimentare e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici; dall’altro, le associazioni e le organizzazioni ambientaliste animaliste e del settore biologico che mettono in guardia sui rischi della deregolamentazione, temendo l’aumento della dipendenza degli agricoltori dalle multinazionali e la perdita di biodiversità.
Vediamo più nel dettaglio gli sviluppi della vicenda.
La proposta della Commissione europea e il Manifesto di Verona
Il 5 luglio 2023, la Commissione europea ha adottato una proposta di Regolamento per distinguere le TEA dagli OGM, riconoscendo la loro specificità e differente natura. Le TEA comprendono tecniche avanzate di mutagenesi e cisgenesi che, a differenza degli OGM tradizionali, non prevedono il trasferimento di DNA estraneo tra specie diverse.
Già tra marzo e aprile 2024 però durante il Consiglio Agrifish i ministri dell’Agricoltura dei paesi membri dell’Unione europea non erano riusciti a trovare un consenso sul quadro normativo per queste nuove tecniche genomiche. La maggioranza qualificata necessaria per avviare i negoziati con il Parlamento europeo che a febbraio aveva già approvato la sua posizione non è mai stata raggiunta.
Ancora a giugno dello stesso anno la proposta della Commissione sul tema del miglioramento genetico in agricoltura ha subito una brusca frenata, durante il Coreper I, i rappresentanti permanenti aggiunti dei vari Paesi partecipanti non hanno trovato un accordo, segnando così una vera e propria battura d’arresto dell’iter legislativo.
L’Italia ha sempre espresso grande rammarico e preoccupazione per questi episodi, fintanto che, lo scorso 30 gennaio nell’ambito di Fieragricola TECH, nove associazioni di categoria, tra cui Coldiretti, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani e Federchimica Assobiotec, hanno firmato un manifesto per promuovere l’uso delle TEA nell’agricoltura italiana. Il documento sottolinea il ruolo strategico delle TEA nella tutela del Made in Italy e nella risposta alle sfide legate ai cambiamenti climatici. Contestualmente al Manifesto le associazioni firmatarie hanno chiesto al governo l’istituzione di un comitato interministeriale per accelerare l’approvazione del regolamento europeo, la creazione di un tavolo permanente sul tema e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione per informare l’opinione pubblica, come dettagliato di seguito.
IL MANIFESTO:
Le richieste alle istituzioni:
- 1. l’istituzione di un Comitato interministeriale a livello politico fra Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero della Salute e Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, al fine di garantire l’approvazione della proposta di Regolamento UE sulle TEA
- 2. l’istituzione di un Tavolo permanente sulle TEA che veda la partecipazione di tutte le figure coinvolte
- 3. l’attivazione di una campagna istituzionale di comunicazione nel Paese al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle TEA per la tutela delle nostre produzioni e la sicurezza alimentare nazionale
- 4. la costituzione, da parte del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, di una rete di centri di ricerca pubblica e privata per moltiplicare gli sforzi del progresso scientifico sulle TEA nel nostro Paese, anche tramite la sperimentazione in campo aperto, introdotta dal Decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, convertito dalla Legge 13 giugno 2023, n. 68 e successivamente prorogata al 31 dicembre 2025 dalla Legge 12 luglio 2024, n. 101.
- 5. l’istituzione, da parte del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, di un Fondo destinato alla ricerca di base e applicata nel campo delle TEA.
La dichiarazione congiunta delle 200 associazioni europee
A pochi giorni dalla firma del manifesto, ieri un fronte opposto di oltre 200 organizzazioni europee, tra cui Greenpeace, Via Campesina, Crocevia, IFOAM, ISDE, AIAB e FederBio, ha pubblicato una dichiarazione congiunta contro la deregolamentazione delle TEA, definendole “nuovi OGM”. Il documento denuncia i rischi legati alla mancanza di valutazioni approfondite sulla sicurezza ambientale e sanitaria di queste tecniche, nonché il rischio di brevettabilità delle sementi, che potrebbe aumentare il controllo delle multinazionali sul mercato agricolo, a scapito dei piccoli agricoltori.
La dichiarazione evidenzia inoltre come la proposta della Commissione potrebbe minacciare la libertà di scelta di agricoltori e consumatori, poiché i prodotti derivati da NGT potrebbero non essere etichettati come tali. Un aspetto particolarmente critico per i settori biologico e OGM-free, che vedrebbero compromessa la loro capacità di garantire filiere prive di contaminazioni genetiche.
LA DICHIARA CONGIUNTA:
Gli effetti dannosi della deregolamentazione:
- 1. brevetti sul vivente che portano alla biopirateria.
- 2. maggiore incertezza legale per i selezionatori e gli agricoltori e aumento del rischio di cause legali contro di loro, che metterebbero a repentaglio le loro attività
- 3. minaccia alla sostenibilità e all’esistenza dei settori economici biologico e OGMfree
- 4. aumento irreversibile della dipendenza degli agricoltori da poche aziende sementiere con un conseguente aumento previsto dei loro costi di produzione
- 5. minore diversità delle sementi adattate alle condizioni locali e ai cambiamenti climatici e rischi per la sicurezza alimentare
- 6. probabile aumento della vulnerabilità della filiera alimentare dell’UE
Un futuro incerto per le TEA in Europa
Mentre il confronto tra favorevoli e contrari si fa sempre più acceso, il futuro delle TEA rimane incerto. Da un lato, le associazioni di settore spingono per un quadro normativo che favorisca l’innovazione e la competitività dell’agricoltura italiana ed europea; dall’altro, le organizzazioni ambientaliste e del settore biologico chiedono maggiori garanzie per la sicurezza alimentare, la biodiversità e la libertà degli agricoltori.
La partita ora si gioca tra le istituzioni europee, che dovranno bilanciare le istanze dell’industria agroalimentare con le preoccupazioni della società civile. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere quale direzione prenderà l’Europa su questa delicata questione.