Il Consorzio di Tutela del Grana Padano ha diffuso una nota che contiene alcune precisazioni in merito alla questione relativa alla qualificazione del lisozima impiegato nella produzione del formaggio DOP. 

In merito ad alcuni articoli di giornale usciti sulla stampa in questi giorni secondo i quali il Parmigiano Reggiano avrebbe addirittura “battuto” il Grana Padano presso il Tribunale amministrativo del Lazio, “cosa peraltro assolutamente non vera perché il Consorzio Parmigiano Reggiano si è appellato contro il Ministero e non contro il Consorzio Grana Padano“, lo stesso Consorzio di Tutela del formaggio Grana Padano ha ritenuto doveroso dover specificare quanto è realmente accaduto.

Il TAR del Lazio – si legge nella nota diffusa dal Grana Padano – è stato chiamato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano a decidere in punta di diritto una questione che è di carattere squisitamente ed esclusivamente scientifico riferita ad un parere espresso dal Ministero della Salute, quindi non dallo scrivente Consorzio.

La pronuncia del Tribunale – prosegue – appare viziata da errori di valutazione circa l’effettiva natura degli atti impugnati, che si limitano a dare atto dell’esito di una ricerca scientifica, condotta da insigni cattedratici e che non dispongono alcuna riclassificazione del lisozima, tanto meno con effetto sui regolamenti comunitari. La Sentenza del TAR sarà dunque appellata direttamente dal Consorzio Tutela Grana Padano dinnanzi al Consiglio di Stato.”

Nel primo grado di giudizio il Consorzio Grana Padano ha unicamente difeso gli atti del Ministero della Salute in veste di controinteressato, in aderenza al contenuto degli atti stessi e non era pertanto parte in causa diretta. Al Consiglio di Stato, il Consorzio Grana Padano agire invece in qualità di diretto appellante e non mancherà pertanto di far valere tutti gli argomenti di diritto a conforto della posizione propria, del Ministero della Salute e dei massimi organi nazionali di consulenza scientifica (il Consiglio Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità), a conferma della piena legittimità di tali atti.

Le argomentazioni scientifiche a sostegno della posizione assunta del Ministero della Salute sono state infatti vagliate e validate, approfonditamente e preventivamente, all’unanimità dai massimi organismi scientifici nazionali, preposti e competenti nella materia specifica, ovvero il Consiglio Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità. Tali argomentazioni mantengono tutta la validità, attendibilità ed autorevolezza che consegue a detta valutazione sul piano scientifico, a dispetto di qualsiasi cavillo giuridico, peraltro, come detto, frutto di errata ricostruzione della realtà dei fatti.

Per rispetto della verità, si rileva inoltre che nessuno ha mai detto che potesse scomparire dalle confezioni la dicitura “Lisozima da uovo”, né tantomeno che sulle confezioni di Grana Padano potesse essere riportata la dicitura “Senza Conservanti”. Non esistono infatti confezioni di Grana Padano che riportino tale dicitura.

Il Direttore Generale del Consorzio, Stefano Berni, conclude così la nota diffusa ieri: “Siamo convinti pertanto che il Consiglio di Stato riporterà ovviamente la questione nei suoi giusti termini, ripristinando quella che è la verità scientifica accertata, non dal Consorzio Grana Padano, bensì dai massimi Organismi nazionali competenti in materia.