La passione per il formaggio: un viaggio tra ricordi e sapori
La passione per il formaggio può nascere in tanti modi: un ricordo d’infanzia, un’esperienza sensoriale inattesa o il desiderio di esplorare le infinite sfumature del gusto. Il formaggio non è solo un alimento, ma un prodotto vivo, che racconta storie di territori, tradizioni e mani esperte che lo trasformano. Per alcuni, il primo incontro con questo mondo avviene in famiglia, tra piatti tramandati e sapori che si imprimono nella memoria. Per altri, invece, è una scoperta maturata con il tempo, magari attraverso un viaggio, un piatto assaggiato per caso o l’amore per la cucina e la gastronomia.
Giorgio Pugnetti, meglio conosciuto come Monsu Barachin, incarna perfettamente questa evoluzione del gusto. Food writer e appassionato narratore della cultura gastronomica torinese, racconta il cibo con uno sguardo attento alla tradizione e un occhio curioso verso le novità, attraverso il suo blog per il quale sono stati testai oltre 400 locali di Torino, spaziando da quelli tradizionali a quelli etnici.
Il suo percorso nel mondo del formaggio è iniziato tra i sapori della tavola dei nonni e le visite ai caseifici locali, per poi ampliarsi con la scoperta di prodotti d’Oltralpe e nuove combinazioni in cucina. Attraverso i suoi consigli e le sue esplorazioni gastronomiche, Monsu Barachin guida i lettori in un viaggio alla ricerca dei migliori formaggi di Torino, tra botteghe storiche e nuovi indirizzi da scoprire. Perché il formaggio non è solo un piacere del palato, ma un tassello fondamentale della nostra cultura culinaria.
Monsu Barachin, i formaggi e Torino. La passione di un food blogger
Il primo ricordo legato ai formaggi è a casa dei nonni materni. Un piatto sempre presente sul loro tavolo a fine pranzo e cena che comprendeva il gorgonzola piccante, tome e tomini, grana padano. Li prendevano al Casone, un caseificio artificiale di Carmagnola (TO), chiuso negli anni 90, dove andavo anch’io spesso con i miei genitori per farmi comprare un cono con solo panna montata sopra e venduta a 50 lire.
La passione per i formaggi è arrivata molto tempo dopo, insieme all’innamoramento al mondo della cucina e della gastronomia. In questa fase di scoperta, ho iniziato ad appassionarmi anche per formaggi di provenienza straniera, su tutti la feta greca e il formaggio di capra francese, il bûche de chèvre a tronchetto, ingrediente principale del chèvre chaud, insalata verde condita con vinaigrette e senape ad accompagnare fette di baguette sui cui vengono fatte gratinare le fette di formaggio. Attualmente non potrei pensare di vivere una vita senza formaggi, ma sono più del genere dei formaggi a completamento di piatti che non nella loro degustazione in purezza o con mieli o composte. Uno dei miei piatti preferiti in assoluto sono infatti gli gnocchi alla bava (fonduta di toma) o al Castelmagno di cui anche a Torino trattorie e ristoranti ne offrono versioni interessanti: su tutte quella della Trattoria Bon Bon in Barriera di Milano.
E sebbene alcune insegne storiche in questi anni hanno chiuso, in città restano alcune valide botteghe di formaggi. D’altra parte se è vero che sono Bergamo, Brescia e Cuneo le province italiane a raccogliere il maggior numero di formaggi Dop, anche Torino e la sua provincia vantano un interessante patrimonio storico-culturale legato alla produzione di formaggio, con un ruolo fondamentale da sempre nell’economia agricola e commerciale del territorio. Dove trovare in città i formaggi e latticini migliori? Tante possibilità per i torinesi: i mercati dei contadini in città dove è possibile trovare i prodotti di piccoli caseifici dal Canavese, le Valli di Lanzo o la cintura agricola di Torino, botteghe storiche e più recenti, veri e propri templi della produzione casearia regionale, nazionale ed estera, caseifici urbani dove la trasformazione del latte avviene nel laboratorio adiacente allo spaccio.
Cinque indirizzi consigliati da Monsu Barachin a Torino. Sotto i portici di corso Vinzaglio (n.29) Borgiattino è una delle più storiche e fornite botteghe di formaggi, offrendo anche degustazioni e aperitivi a tema. Il Caseificio Rosario lavora in loco 100% latte di bufala per produrre mozzarelle, trecce, ricotta e burrata sempre fresche. Via Pietro Cossa 293/3/d La Latteria Bera è una bottega storica passata da nonna e prozia alla nipote Chiara, da sempre nel nucleo medioevale della città in Via San Tommaso 13. Una bottega diventata, grazie proprio alle iniziative di Chiara anche sui social, celebre per la panna montata fresca da passeggio, ormai quasi iconica leggendaria. Lait e Formagg, nel cuore di San Salvario in via Madama Cristina, 18e a breve distanza dal mercato di piazza Madama Cristina, è un piccolo spazio dove trovare eccellenze piemontesi: seirass, robiole, tome e tomin. Infine Amaury Fromager, aperto da qualche anno, offre formaggi d’Oltralpe provenienti da piccoli produttori locali. L’ha aperto Amaury Jiménez, lionese, poco più di 30 anni, in via Bogino 19/D ed è diventato in poco tempo porto sicuro di tutti gli appassionati di formaggi francesi in città.