Oltre la qualità
Verso cibi senza residui: la nuova sfida della qualità Made in Italy

Per tanti lunghissimi anni in ogni attività umana, compresa quella della produzione del cibo, si è rincorsa la qualità. Rimanendo nell’ambito dei prodotti di origine animale, si è perseguito e raggiunto l’obiettivo di avere latte, carne e uova salubri dal punto di vista microbiologico, con un buon rapporto tra grasso e proteina, e con il colore, aspetto, odore e sapore desiderato dal consumatore.
Noi italiani, non potendo competere con la quantità, abbiamo scelto di dare un elevato valore aggiunto al nostro cibo scommettendo sui prodotti a denominazione geografica come DOP, IGP e STG.
Puntare a testa bassa e con caparbietà sulla qualità è stato, ed è, per noi una scelta obbligatoria. Esiste però una nuova opportunità che noi italiani, già allenati a fare qualità, potremmo cogliere per dare un ulteriore valore aggiunto al nostro cibo e raggiungere in ogni angolo del mondo quella parte di persone particolarmente attente alla propria salute e a quella dell’ambiente.
Questa parte della popolazione non vuole consumare cibo che contiene contaminanti sicuramente o potenzialmente pericolosi. I legislatori europei sono molto attenti a questo argomento al punto di aver emesso molti provvedimenti legislativi tra i quali il regolamento (UE) 2023/915 del 25 aprile 2023 relativo ai tenori massimi di alcuni contaminanti negli alimenti.
Questo provvedimento intende regolamentare la presenza nel cibo di sei classi di contaminanti come le micotossine, le tossine vegetali, i metalli e altri elementi, gli inquinanti organici persistenti alogenati, i contaminanti da processo e altre molecole.
È stata inoltre regolamentata la presenza nei mangimi di residui di pesticidi, farmaci e altri contaminanti, stabilendo come criterio di riferimento il Limite Massimo Residuale (LMR), ovvero la concentrazione massima ammissibile di una determinata sostanza negli alimenti destinati agli animali.
L’Italia da questo punto di vista è già un Paese virtuoso perché nei vari Piani Nazionali Residui i prodotti non conformi si posizionano abbondantemente al di sotto dell’1%.
Come accennato, esiste però una fascia di consumatori che desidera alimenti completamente privi di residui, anche in concentrazioni nettamente inferiori ai Limiti Massimi Residuali (LMR) e ai tenori previsti dalla normativa. Raggiungere questo obiettivo è estremamente complesso, poiché una parte significativa della contaminazione alimentare è di natura involontaria: molti contaminanti ambientali possono infatti trasferirsi negli alimenti senza un’intenzionale aggiunta lungo la filiera produttiva.
Per approfondire questa nuova frontiera della qualità, che rappresenta anche un’interessante opportunità commerciale, abbiamo scelto di confrontarci con Riccardo Quintili, direttore della rivista Il Salvagente, il cui payoff recita: “Leader nei test di laboratorio contro le truffe ai consumatori”. Da decenni, la testata è impegnata nella diffusione di informazioni sui prodotti di largo consumo e nella conduzione di indagini analitiche volte a individuare sostanze potenzialmente dannose per la salute umana.
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