Dopo i recenti casi di cronaca che hanno coinvolto bambini sotti i 10 anni che hanno manifestato disturbi dopo aver mangiato formaggi a latte crudo, la Sait, la cooperativa che in Trentino gestisce il marchio Coop, ha pensato ad un’azione preventiva, segnalando nei banchi a libero servizio i prodotti a latte crudo.
Luca Picciarelli, Direttore di Sait, ha spiegato che si tratta di una scelta di trasparenza verso i consumatori: cartellini ben visibili in modo da indurre una scelta consapevole fra i propri clienti. Una decisione che si inquadra in una linea generale Coop, volta ad informare gli acquirenti sulle caratteristiche dei prodotti.
Questa direttiva fa seguito all’inizio dell’iter parlamentare della proposta di legge bipartisan relativa alla dicitura da riportare in etichetta secondo cui i formaggi a latte crudo sotto i 60 giorni di stagionatura costituirebbero un ‘rischio per la salute per i bambini, gli anziani e soggetti fragili’.
Nel resto d’Italia per il momento Coop sta adottando una politica prudenziale in merito al ritiro di prodotti a latte crudo.
Certo è che i recenti casi di infezione hanno portato ad una diminuzione delle vendite.
Alcuni caseifici hanno preferito cessare la produzione di prodotti a latte crudo (non DOP o PAT naturalmente) per passare al latte pastorizzato, non essendo quindi obbligati al bollino con la dicitura di cui sopra in caso la proposta divenisse legge.
C’è poi il caso del Consorzio del Puzzone di Moena che ha già adottato una dicitura preventiva: “Non adatto a bambini con meno di 10 anni, donne in gravidanza e immunodepressi”. Una scelta che anticipa possibili normative future e che cerca di bilanciare la salvaguardia della salute pubblica con la tutela del prodotto.
Queste scelte – dai cartellini Coop ai cambiamenti produttivi delle aziende, fino alle etichette di avviso – stanno sollevando dubbi tra i consumatori, che si trovano di fronte a un’offerta sempre più frammentata e a informazioni che, seppur più accessibili, restano complesse da interpretare.
Molti si interrogano sull’effettiva sicurezza del latte crudo e sul motivo di queste differenze nelle modalità di produzione e vendita.
Mentre si attendono sviluppi legislativi e nuove indicazioni da parte delle autorità sanitarie, rimane fondamentale garantire un’informazione chiara e trasparente. La sensibilità al tema è crescente, ma è altrettanto importante che le scelte non compromettano l’unicità dei prodotti caseari tradizionali, salvaguardando al contempo la salute dei consumatori.