Parmigiano Reggiano DOP: approvate le modifiche al disciplinare sulla provenienza degli animali
Modifiche al disciplinare del Parmigiano: bovini max 10 mesi

Pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale dell’UE il regolamento di esecuzione che approva una modifica significativa al disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano DOP, un cambiamento che mira a rafforzare il legame tra il prodotto e il suo territorio di origine.
La modifica riguarda in particolare l’età massima alla quale i bovini possono essere introdotti nella filiera produttiva della DOP, fissandola a dieci mesi. Questo cambiamento sostituisce la precedente disposizione che prevedeva un periodo di transizione di quattro mesi per l’adattamento all’alimentazione della filiera. Di seguito il testo integrale relativo alla modifica.
(9) Il disciplinare di produzione vigente prevede un periodo di transizione di quattro mesi per l’alimentazione di animali provenienti da filiere produttive diverse da quella del «Parmigiano Reggiano». La modifica dell’articolo 9 della sezione «Regolamento di alimentazione delle bovine» del disciplinare prevede che l’introduzione di animali provenienti da filiere produttive diverse da quella del «Parmigiano Reggiano» negli allevamenti per la produzione del latte o negli allevamenti di rimonta deve avvenire non oltre il compimento del decimo mese di età. La sezione «Regolamento di alimentazione delle bovine» si applica all’alimentazione degli animali destinati a produrre latte per la trasformazione in Parmigiano Reggiano. La filiera del «Parmigiano Reggiano» comprende le aziende lattiero-casearie che producono il «Parmigiano Reggiano».
Le motivazioni
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha motivato la domanda di modifica del disciplinare di produzione della rinomata DOP con le argomentazioni che si riportano di seguito:
- preservare la tipicità del formaggio attraverso una dieta controllata fin dalle prime fasi di vita degli animali;
- semplificare i controlli di conformità e ridurre i casi di non conformità che si verificavano con il precedente periodo di transizione;
- garantire che il latte utilizzato rispetti pienamente i requisiti qualitativi richiesti per la produzione della DOP.
Secondo il Consorzio, il passaggio a un limite di dieci mesi d’età consente di eliminare le problematiche legate alla segregazione degli animali e alla gestione del latte durante la fase di transizione alimentare.
L’opposizione dell’Austria
Nonostante il sostegno dell’Italia, l’Austria ha formalmente contestato la modifica, sostenendo che questa rappresenti una restrizione ingiustificata alla libera circolazione delle merci all’interno dell’UE. Secondo Vienna, la nuova norma potrebbe penalizzare gli allevatori austriaci che esportano bovini verso la filiera del Parmigiano Reggiano, introducendo una barriera commerciale non necessaria.
L’Austria ha citato gli articoli 34 e 36 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che vietano restrizioni quantitative all’importazione salvo giustificazioni legittime. Inoltre, ha argomentato che il nuovo limite d’età non sia strettamente necessario per garantire la qualità del prodotto, ma rappresenti piuttosto un ostacolo alla concorrenza.
La decisione della Commissione Europea
Dopo un’attenta valutazione, la Commissione europea ha respinto le obiezioni austriache, sottolineando che:
- la modifica rafforza il legame tra il Parmigiano Reggiano e il suo territorio, uno degli elementi fondamentali per una DOP;
- l’età massima di dieci mesi è giustificata dalla necessità di assicurare un adeguato periodo di adattamento all’alimentazione specifica della filiera;
- l’attuale sistema di controlli aveva evidenziato numerose carenze nella gestione della segregazione degli animali e del latte durante il periodo di transizione.
La decisione della Commissione rappresenta quindi una vittoria per il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che vede riconosciuto il proprio impegno nella tutela della qualità del prodotto. Allo stesso tempo, solleva interrogativi sulle implicazioni per il mercato europeo del bestiame, specialmente per quei paesi che tradizionalmente esportano bovini verso l’Italia.
Implicazioni per il settore
Questa modifica avrà un impatto rilevante non solo per i produttori di Parmigiano Reggiano, ma anche per gli allevatori e i fornitori di bovini. Gli allevatori dovranno adeguare le loro pratiche per garantire la vendita di animali entro il nuovo limite di età, mentre i controlli sulla filiera saranno semplificati, riducendo il rischio di non conformità.
Inoltre, la decisione potrebbe costituire un precedente per altre DOP, spingendo altri consorzi a rivedere i propri disciplinari con l’obiettivo di migliorare la qualità e la tracciabilità dei prodotti.
L’approvazione della modifica al disciplinare del Parmigiano Reggiano segna un’importante evoluzione nella gestione della DOP, garantendo maggiore coerenza nel processo produttivo. Tuttavia, il dibattito con l’Austria dimostra che le decisioni in materia di regimi di qualità devono sempre bilanciare la tutela delle tradizioni con le dinamiche del mercato unico europeo.
L’aggiornamento del disciplinare riflette un’attenzione crescente verso la tracciabilità e la garanzia della qualità, due aspetti fondamentali per la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare.