La Commissione INTA del Parlamento europeo ha rinnovato la sospensione dei dazi sui prodotti agricoli ucraini importati in UE. Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, colpiti dall’aumento dell’import, hanno presentato in Consiglio Ue delle proposte per arginare questi effetti negativi.

I membri della Commissione per il commercio internazionale (INTA) del Parlamento europeo hanno approvato oggi (con 27 voti favorevoli, 1 contrario e 7 astensioni) la proposta di rinnovare per un altro anno la sospensione dei dazi all’importazione, i dazi antidumping e le misure di salvaguardia sulle esportazioni ucraine verso l’Unione europea per sostenere l’economia del paese. Le misure attualmente in vigore sarebbero scadute il 5 giugno 2023.

La sospensione dei dazi si applica ai prodotti ortofrutticoli soggetti al regime del prezzo di entrata, nonché ai prodotti agricoli e ai prodotti agricoli trasformati soggetti a contingenti tariffari. I prodotti industriali sono soggetti a zero dazi dal 1° gennaio 2023 ai sensi dell’accordo di associazione UE-Ucraina, quindi non sono inclusi nella nuova proposta.

La bozza di relazione dovrebbe essere votata da tutti gli eurodeputati durante la sessione plenaria dell’8-11 maggio. Il provvedimento entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

La posizione di Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia al Consiglio Agrifish

La proposta di rinnovo della sospensione dei dazi segue la discussione tenutasi nel corso dell’ultima riunione del Consiglio Agrifish (25 aprile 2023) durante la quale la Bulgaria, l’Ungheria, la Polonia, la Romania e la Slovacchia hanno lamentato l’inefficacia della misure proposte dall’UE per mitigare gli effetti sui mercati nazionali dell’aumento delle importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina e presentato alcune proposte per contrastare questo fenomeno.

Le grandi quantità di cereali/semi oleosi importate in questi paesi stanno infatti spiazzando i prodotti coltivati in loco che, a causa della pressione sui prezzi, non possono essere venduti e rimangono immagazzinati, causando notevoli perdite finanziarie per gli agricoltori colpiti.

Alla riunione del Consiglio Agrifish del 20 marzo, il Commissario Wojciechowski aveva già presentato un pacchetto di aiuti del valore di 56,3 milioni di euro, proveniente dalla riserva agricola, proponendo uno stanziamento di 29,5 milioni di euro alla Polonia, 16,75 milioni di euro alla Bulgaria e 10,05 milioni di euro alla Romania.

Il 31 marzo Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria avevano poi scritto al presidente della Commissione in merito a queste misure, ritenute insufficienti. Alcuni di questi Stati membri hanno inoltre annunciato misure restrittive per proteggere i settori agricoli locali dal flusso di prodotti agricoli importati dall’Ucraina. Dopo un iniziale blocco dell’import è stata raggiunta una parziale intesa che consente il traffico di questi prodotti a patto che siano diretti verso paesi terzi (leggi anche “Export grano Ucraina: 5 Stati si mobilitano contro il crollo dei prezzi nazionali. Interviene l’UE“).

In risposta, il 19 aprile la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato che la Commissione sta lavorando a un secondo pacchetto di aiuti del valore di circa 100 milioni di euro e a misure per garantire che i corridoi di solidarietà raggiungano l’obiettivo di garantire l’effettivo transito di colture vitali.

Le proposte dei cinque Stati membri

Durante il Consiglio Agrifish le delegazioni bulgara, ungherese, polacca, rumena e slovacca hanno presentato un documento che espone le proposte dei 5 paesi per contrastare le perturbazioni del mercato negli Stati membri dell’UE maggiormente colpiti dall’aumento delle importazioni di prodotti agroalimentari dall’Ucraina.

Sebbene l’argomento sia stato ripetutamente sollevato durante le riunioni del Consiglio Agricoltura e pesca dell’UE, finora non è stato affrontato adeguatamente. – si legge nel documento – Non possiamo accettare una situazione in cui l’intero onere della gestione dell’aumento delle importazioni ricada solo su pochi Stati membri dell’UE. Apprezziamo le misure proposte presentate nella lettera del presidente della Commissione europea e nell’incontro online del 19 aprile. Si muovono nella giusta direzione ma non sono sufficienti. Riteniamo che il permesso di import per il solo transito verso il resto dell’UE e il resto del mondo dovrebbe applicarsi a una gamma di prodotti più ampia rispetto a grano, mais, colza e semi di girasole.

Propongono infatti di estendere il campo di applicazione anche a olio di semi di girasole, farina, miele, zucchero, frutti di bosco, uova, carne di tutti i tipi, latte e derivati.

La revoca di tali misure può essere presa in considerazione solo dopo il ripristino dell’equilibrio del mercato negli Stati membri confinanti o in prossimità della frontiera. Il secondo pacchetto di sostegno attualmente predisposto nell’ambito della riserva agricola per gli Stati membri confinanti o prossimi al confine con l’Ucraina è un necessario complemento delle misure di salvaguardia eccezionali. Chiediamo una rapida conclusione dei lavori e l’attuazione del pacchetto senza indugio.

Parallelamente all’attuazione di queste misure, secondo i delegati dovrebbe continuare la discussione su altri interventi che potrebbero contribuire a mitigare le difficoltà attuali e prevenire problemi simili in futuro.

Le possibili soluzioni proposte includono:

  1. Introdurre un meccanismo di sostegno, attivato automaticamente in caso di aumento al di sopra di un certo livello delle importazioni di un determinato prodotto dall’Ucraina. Il sostegno dovrebbe applicarsi ai produttori agricoli nei paesi o nelle regioni dell’UE particolarmente colpiti da questo aumento delle importazioni.
  2. Sviluppare uno strumento comune per l’UE per garantire l’acquisto di grano ucraino – e se necessario anche altri prodotti agricoli – con l’obiettivo di distribuirlo ai paesi in via di sviluppo a rischio di insicurezza alimentare. Il meccanismo dovrebbe essere attuato in collaborazione con il World Food Programme (WFP) o altre organizzazioni umanitarie internazionali.
  3. Preparare delle misure per incoraggiare il trasporto di merci ucraine già presenti negli Stati membri dell’UE vicini al confine. L’obiettivo di tale misura sarebbe quello di facilitare la circolazione dei prodotti ucraini verso altri mercati dell’UE o di paesi terzi, dove questi prodotti sono effettivamente necessari. Ciò potrebbe contribuire ad allentare la pressione sui mercati dei vicini Stati membri e aiutare le regioni in deficit, dove i beni sono necessari; inoltre, aiuterebbe gli agricoltori ucraini costruendo nuovi mercati per i loro prodotti.
  4. Richiedere alla Commissione una raccomandazione su come il paese di transito possa garantire la possibilità di chiudere la procedura di transito sul territorio di un altro paese o rendere obbligatoria la consegna delle merci all’ufficio doganale nazionale di destinazione, come un porto marittimo.