Dopo le crescenti pressioni subite da alcuni paesi dell’Europa occidentale, a causa dell’enorme giacenza di grano ucraino nei siti di stoccaggio e nei porti, che ha fatto crollare il prezzo dei prodotti nazionali, 4 paesi della zona est hanno varato politiche protezioniste. E’ seguito l’intervento dell’Ue, con la proposta di adottare un secondo pacchetto di sostegno finanziario da 100 milioni di euro per gli agricoltori che hanno subito danni.

La posizione dei paesi dell’Europa orientale

Nei giorni scorsi, prima la Polonia e l’Ungheria, e poi la Slovacchia hanno vietato l’importazione e il transito di grano e di altri prodotti alimentari dall’Ucraina, a causa del vertiginoso crollo dei prezzi dei prodotti locali.

A causa dell’invasione russa, che ha portato al blocco di alcuni porti del Mar Nero, grandi quantità di grano ucraino sono state inviate nei Paesi limitrofi, causando ingorghi logistici e accumuli di grano nei silos di stoccaggio. Ciò ha provocato una svalutazione del prezzo dei beni agricoli locali e ha creato pressioni per i Paesi dell’Europa orientale come Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania, che stanno cercando di trasferire il grano in altre parti del mondo.

Da ultima la Bulgaria, con una manovra protezionista, si è unita a Polonia, Ungheria e Slovacchia nel divieto temporaneo di importazioni di cereali dall’Ucraina, per proteggere la produzione nazionale.

Il motivo principale di questa scelta – ha spiegato il premier ad interim Galab Donevè che nell’ultimo anno, contrariamente all’idea dei cosiddetti corridoi di solidarietà, nel Paese sono rimasti volumi significativi di prodotti agricoli e generi alimentari ucraini che hanno turbato le principali filiere produttive e commerciali”.

La Bulgaria rimane solidale con l’Ucraina, ma i fallimenti dei produttori agricoli bulgari non contribuiranno in alcun modo a tale causa”, ha poi chiarito il premier bulgaro. L’esecutivo di Sofia ha specificato che il divieto è imposto fino al 30 giugno (come per gli altri tre paesi).

L’intesa sul transito dei prodotti ucraini

Solo nelle ultime ore, ed in separata sede, Polonia e Ucraina hanno raggiunto una parziale intesa. Il ministro dell’Agricoltura polacco Robert Telus ha annunciato l’accordo in conferenza stampa, subito dopo i colloqui tra le delegazioni dei due paesi. L’accordo consente il transito di grano ucraino e altri prodotti agricoli attraverso la Polonia.

Comprendiamo la situazione degli agricoltori polacchi come la parte polacca comprende la situazione degli agricoltori ucraini colpiti dalla guerra”, ha dichiarato il Vice primo ministro ucraino Julija Svyrydenko.

Con riguardo all’intesa raggiunta, “Siamo riusciti a stabilire meccanismi che garantiranno che nemmeno una tonnellata di grano ucraino rimanga in Polonia e le merci transiteranno attraverso il paese”, ha spiegato il ministro polacco Robert Telus. Lo stesso ha anche annunciato azioni riguardanti il grano che è già nel paese. “Entro luglio, l’eccedenza di cereali, circa 4 milioni di tonnellate, lascerà la Polonia per far posto a un nuovo raccolto.”

Al pari della Polonia anche l’Ungheria consentirà il transito delle merci ucraine che “saranno monitorate sia con strumentazioni elettroniche che da pattuglie: i trasgressori dell’accordo potranno essere multati fino all’intero valore della spedizione” spiega il segretario di Stato per le comunicazioni Zoltan Kovacs.

Questo primo compromesso tra i paesi è sicuramente un indicatore di collaborazione, un gesto auspicato, dopo che, nell’arco di una settimana, i governi di quattro Paesi dell’Europa orientale avevano vietato l’importazione di grano ucraino.

La posizione dell’Ucraina

L’Ucraina dal canto suo ha espresso grande preoccupazione per il divieto unilaterale di importazione/transito di prodotti alimentari ucraini da parte dei suddetti paesi dell’UE.

L’appello congiunto, lanciato delle principali associazioni pubbliche di categoria del settore agroalimentare ucraino, sottolinea che queste decisioni violano numerosi accordi internazionali, comprese le regole commerciali dell’OMC e dell’UE, l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’UE e i corridoi di Solidarietà.

L’Ucraina ha da sempre stabilito una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con i paesi dell’UE per quanto riguarda il commercio di prodotti agroalimentari prima dell’invasione su vasta scala. Pertanto, un improvviso divieto assoluto delle importazioni avrebbe senz’altro conseguenze negative anche per altri settori dell’economia dei rispettivi paesi, nonché per i loro consumatori. Gli autori dell’appello hanno invitato i rappresentanti delle istituzioni europee a trovare soluzioni di compromesso che non contrastino con le norme ed i regolamenti dell’UE ed a promuovere attivamente la rimozione di rigide restrizioni al commercio tra i paesi dell’est dell’UE e l’Ucraina.

La posizione dell’esecutivo europeo

Condivide le preoccupazioni dell’esecutivo ucraino anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che nella lettera inviata ai capi di Stato e di governo dei cinque paesi limitrofi all’Ucraina precisa quanto segue:

Le misure unilaterali possono solo fare il gioco degli avversari dell’Ucraina e non devono intaccare il nostro incrollabile sostegno. Infatti, l’accesso al mercato che abbiamo concesso all’Ucraina e le corsie di solidarietà dell’Ue che abbiamo aperto sono fondamentali per la sua resistenza di fronte alla guerra di aggressione della Russia”. Di fatto, però, la soluzione trovata da Polonia e Ungheria, che permetterà il transito ma non l’ingresso nei propri mercati delle merci ucraine, ha il benestare dell’Ue.

La Commissione europea, per rispondere alle sopravvenute esigenze, ha dunque annunciato un nuovo pacchetto di sostegno agli agricoltori dell’UE che sono stati colpiti dal massiccio e incontrollato afflusso di importazioni di prodotti agricoli ucraini (soprattutto grano). Il pacchetto include una seconda tranche di sostegno finanziario agricolo ai produttori colpiti, misure di salvaguardia eccezionali su prodotti chiave e misure per agevolare il transito delle esportazioni di grano ucraino tramite le Corridoi di Solidarietà.

Rammentiamo come il primo pacchetto di aiuti per la Polonia, la Bulgaria e la Romania, non sia stato sufficiente a placare le proteste degli agricoltori polacchi, che hanno portato al licenziamento del ministro dell’Agricoltura Henryk Kowalczyk.

La dotazione del secondo pacchetto di sostegni finanziari sarà di 100 milioni di euro per gli agricoltori colpiti dai mercati danneggiati dall’import dall’ucraina, anche se attualmente, conferma il massimo organo esecutivo di Bruxelles, la proposta è sul tavolo delle trattative, ma non è stato ancora stabilito come verranno distribuite le risorse tra i cinque paesi. La Commissione europea sta inoltre preparando misure per garantire che i cereali ucraini in transito raggiungano i paesi destinatari senza ritardi.