Nella seduta n. 252 dell’assemblea tenutasi alla Camera dei Deputati ieri, si sono svolte alcune interrogazioni a risposta immediata che hanno sollevato questioni di cruciale importanza, come di seguito riportate.

Iniziative di competenza volte al superamento delle permanenti criticità nel contenimento della brucellosi e della tubercolosi bovina e bufalina nel Sud Italia – n. 3-01022

Prima fra tutte la questione della gestione della brucellosi e della tubercolosi bovina e bufalina nel Mezzogiorno italiano. In particolare, l’onorevole Gianpiero Zinzi, esponente della Lega, ha portato all’attenzione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, le gravi criticità che affliggono il settore zootecnico in diverse regioni del Sud Italia.

La domanda

l’On. Zinzi ha iniziato il suo intervento focalizzandosi sulla provincia di Caserta, sottolineando come i piani di eradicazione degli ultimi dieci anni abbiano prodotto risultati fallimentari, con migliaia di abbattimenti e la drammatica situazione di centinaia di aziende giunte al fallimento. La questione, inizialmente sollevata dagli allevatori nel casertano, ha assunto una dimensione nazionale, con focolai che si sono sviluppati in Sicilia, Calabria, Foggia e Campania. Il deputato chiede dunque “Con il comparto in ginocchio siamo qui a chiederle signor Ministro, cosa intenda fare, che iniziative intenda intraprendere e, soprattutto, se e quando intenderà nominare un commissario nazionale per affrontare e risolvere questa emergenza.”

La risposta

Il Ministro Schillaci, rispondendo all’interrogazione, ha illustrato le azioni finora intraprese per contrastare la diffusione di queste malattie, evidenziando le difficoltà incontrate nel raggiungere l’obiettivo di eradicazione nelle province di Caserta, Foggia e nella regione Sicilia. Ha sottolineato come le prime strategie di eradicazione risalgano agli anni Sessanta, ma che esistono ancora tre aree problematiche nel Sud Italia.

Nel dettaglio, per quanto riguarda la Campania, il Ministro ha dichiarato che nelle province di Avellino, Benevento e Napoli si è raggiunto lo status di indenne per brucellosi bovina e bufalina, mentre le province di Benevento, Napoli e Salerno risultano indenni per brucellosi ovicaprina. Tuttavia, la provincia di Caserta continua a essere problematica, nonostante gli sforzi dei piani regionali e la collaborazione con il Centro di referenza nazionale per le brucellosi di Teramo.

Il Ministro ha infine riferito delle misure previste nel piano straordinario della Regione Campania approvato nel 2022, sottolineando la necessità di arrestare il fenomeno che danneggia l’economia del comparto e minaccia la salute dei consumatori.

“A tal fine, unitamente al Ministero dell’Agricoltura, il dicastero da me diretto assicura tutte le necessarie iniziative di impulso e di supporto all’azione del Commissario straordinario nominato dalla regione Campania per la completa attuazione del piano regionale di eradicazione, la cui legittimità, come ricordano gli interroganti, è stata di recente ribadita dal TAR Campania. Per questi obiettivi sarà possibile adottare, però, tutte le iniziative necessarie, ivi inclusa l’eventuale nomina di un commissario unico nazionale ad hocha così concluso il Ministro Schillaci.

La replica

Nella replica, l’onorevole Zinzi ha ringraziato il Ministro per l’attenzione prestata alla richiesta di aiuto degli allevatori del Mezzogiorno. Ha ribadito il fallimento dei piani di eradicazione, esemplificando con la diminuzione degli allevamenti nella sua provincia. Ha sottolineato l’importanza della fiducia accordata agli allevatori e ha insistito sull’indispensabilità della nomina di un commissario nazionale per affrontare e risolvere l’emergenza.

Chiarimenti in ordine all’annunciata revisione del divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali di cui alla legge n. 172 del 2023 – 3-01024

La seduta è stata poi animata da un acceso dibattito sulla controversa legge n. 172 del 2023, che riguarda l’utilizzo della denominazione carne per i prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Il deputato Riccardo Magi (Misto-+EUROPA) nella sua interrogazione ha messo in evidenza un presunto contrasto tra la normativa e la pratica alimentare presso il ristorante della Camera.

La domanda

Magi autodenunciandosi ha dichiarato “A pochi passi da quest’aula, al ristorante della Camera, al bar e alla mensa della Camera, accade un fatto gravissimo. Vengono servite portate dalla denominazione hamburger di lenticchie, hamburger di ceci, polpette di piselli”. Il deputato ha poi sottolineato le preoccupazioni delle imprese del settore, valutate in 700 milioni di euro annui, e ha chiesto al Governo chiarimenti sulle azioni da intraprendere per evitare danni al comparto e garantire la trasparenza al consumatore.

La risposta

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha risposto tranquillizzando sul fatto che attualmente non vi è alcun divieto sull’uso delle denominazioni contestate, e che la legge prevede un termine ordinatorio di 60 giorni dalla data di entrata in vigore per l’adozione di un decreto attuativo contenente l’elenco delle denominazioni di vendita degli alimenti non utilizzabili per indicare prodotti vegetali.

Il Ministro ha poi ribadito l’importanza della legge n. 172 del 2023 nel vietare la produzione e commercializzazione di alimenti coltivati in laboratorio, sottolineando il rischio per la salute, l’agricoltura e l’ambiente associato a tali prodotti. Il Ministro ha spiegato che la normativa mira a evitare confusione tra i consumatori e ha annunciato la formazione di un tavolo di confronto per esaminare le implicazioni della legge sulla produzione e commercializzazione di prodotti a base di proteine vegetali.

La replica

Il deputato Benedetto Della Vedova (Misto-+EUROPA) si è mostrato insoddisfatto della risposta del Ministro, accusando il Governo di mancanza di chiarezza e tempestività nell’emanare i decreti attuativi. Ha definito la normativa come ideologica e inapplicabile, sostenendo che il Governo sta ritardando l’adozione dei decreti per evitare le conseguenze imbarazzanti della legge.

Il dibattito ha suscitato polemiche anche in relazione a un evento recente in Francia, dove una normativa analoga è stata soggetta a una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Il Ministro Lollobrigida ha assicurato che il Governo seguirà gli sviluppi della situazione francese per valutare eventuali aggiustamenti nella propria legislazione.

La questione rimane aperta, con i deputati che continuano a dibattere sulla delicatezza della normativa e sulle sue possibili implicazioni per il settore alimentare italiano.

Iniziative di competenza volte ad una revisione della PAC in sede europea per una maggiore tutela degli agricoltori italiani – n. 3-01025

La seduta prosegue con un’interrogazione relativa alla necessità di rivedere la Politica Agricola Comune (PAC) europea per proteggere meglio gli agricoltori italiani.

La domanda

Il deputato Saverio Francesco Romano e altri hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla difficile situazione del settore agricolo europeo, attribuendo molte delle sfide alla burocrazia e alle decisioni della PAC. I deputati chiedono dunque al Ministro “quali provvedimenti ha già preso e quali intende prendere per risolvere, una volta per tutte, questa annosa vicenda che riguarda una PAC ormai vetusta e che va cambiata?”.

La risposta

Il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha risposto illustrando gli sforzi del Governo italiano per difendere gli interessi agricoli. Lollobrigida ha evidenziato la partecipazione attiva dell’Italia nei consessi europei e la critica del Governo alle direttive che potrebbero danneggiare gli agricoltori italiani. Ha sottolineato l’importanza di riformare la PAC, risalente al 1962, per adattarla alle esigenze attuali.

Il Ministro ha inoltre evidenziato la necessità di un approccio scientifico nella gestione delle problematiche agricole, come il controllo della fauna selvatica. Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di incentivare gli agricoltori anziché fornire solo sussidi, dando importanza al ruolo degli agricoltori come custodi ambientali.

La replica

Il deputato Romano ha concluso ribadendo la necessità di una presenza forte dell’Italia nelle decisioni europee riguardanti la PAC. Ha criticato scelte come quelle legate agli incentivi verdi, sostenendo che queste possano favorire altre economie a discapito dell’agricoltura italiana. Ha concluso sottolineando l’importanza di consentire agli agricoltori di vivere del proprio lavoro anziché dipendere solo dai sussidi.

Iniziative di competenza volte alla tutela delle imprese del comparto agricolo, anche attraverso un pieno coinvolgimento del Parlamento nella definizione delle scelte relative alla nuova Pac – n. 3-01026

Da ultimo ma non per importanza, la deputata Antonella Forattini (PD-IDP) ha illustrato l’interrogazione Vaccari ed altri sulle iniziative volte a tutelare le imprese agricole, coinvolgendo pienamente il Parlamento nella definizione delle scelte riguardanti la nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027.

La domanda

Come il Ministero intende incidere sulla nuova PAC 2023-2027 per difendere le imprese agricole che tanto ci sono care, il loro reddito, a partire dall’attuazione della direttiva sulle pratiche sleali?”.

La risposta

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha risposto sottolineando le sfide derivanti dalle politiche dell’Unione europea e ha annunciato l’impegno del governo nel rivedere la PAC per affrontare le criticità del settore agricolo. Lollobrigida ha evidenziato la necessità di una PAC dinamica per affrontare i cambiamenti geopolitici e di mercato.

Il Ministro ha inoltre affrontato la questione delle pratiche sleali nel mercato agricolo, sottolineando l’imposizione di sanzioni per abusi di posizione dominante. Ha sottolineato la richiesta europea di politiche più rigide sulle pratiche sleali, affermando l’intenzione del governo italiano di applicarle.

La replica

Del confronto, il deputato Stefano Vaccari si è dichiarato insoddisfatto, criticando il governo per non aver ancora modificato la PAC nazionalmente e per coinvolgere il Parlamento solo successivamente. Ha esortato il governo a concentrarsi sui problemi reali del settore agricolo anziché su progetti di legge apparentemente inutili.

La discussione ha evidenziato la tensione tra governo e opposizione riguardo alle scelte politiche e alla trasparenza nel processo decisionale sulla nuova PAC, sottolineando l’importanza del coinvolgimento parlamentare e della tempestiva condivisione di informazioni con i rappresentanti eletti.