Il Parlamento Europeo ha fatto un passo significativo nella lotta contro la criminalità ambientale, approvando ieri in via definitiva una serie di nuove misure e sanzioni. La criminalità ambientale, attualmente la quarta attività criminale al mondo, costituisce una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata, accanto al traffico di droga e armi e alla tratta di esseri umani.

La proposta, presentata dalla Commissione a novembre dello scorso anno, ha trovato il suo sì definitivo con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni, aprendo la strada a una nuova direttiva che mira a rafforzare la protezione dell’ambiente nell’Unione Europea attraverso il diritto penale.

Dopo la votazione, il relatore per il Parlamento europeo, Antonius Manders, ha sottolineato l’importanza dell’accordo, dichiarando: “È giunto il momento che la lotta alla criminalità transfrontaliera assuma una dimensione europea, con sanzioni armonizzate e dissuasive che impediscano nuovi reati ambientali.”

I nuovi reati ambientali

Tra le principali novità, la direttiva include il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, gravi violazioni della legislazione UE sulle sostanze chimiche e l’inquinamento causato dalle navi. In un’ottica di maggiore severità, i deputati hanno incluso i “reati qualificati“, che provocano la distruzione di un ecosistema e sono assimilabili all’ecocidio, come gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.

Sanzioni pecuniarie e pene detentive

Le nuove norme prevedono pene detentive fino a 10 anni per persone fisiche e rappresentanti d’impresa, in base alla durata, gravità o reversibilità del danno causato. Per i reati qualificati, la massima pena è di 8 anni di reclusione, mentre quelli che causano la morte di una persona comportano una pena massima di 10 anni. Le sanzioni pecuniarie per le imprese varieranno dal 3 al 5% del fatturato annuo o, alternativamente, da 24 a 40 milioni di euro.

Supporto per informatori e formazione 

Un elemento chiave della direttiva è il sostegno e l’assistenza nei procedimenti penali per gli informatori che segnalano reati ambientali. Gli Stati membri saranno tenuti a organizzare corsi di formazione specializzati per le forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, elaborare strategie nazionali e condurre campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.

Prossime tappe

La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le norme nel diritto nazionale. L’approvazione di queste misure riflette la risposta alle proposte avanzate dai cittadini durante la Conferenza sul futuro dell’Europa, dimostrando il desiderio di affrontare con determinazione la questione della criminalità ambientale a livello europeo.