Sabato 14 ottobre la nostra redazione ha avuto il piacere di assistere all’ormai consueto appuntamento nazionale dei soci FIDSPA in qualità di media partner. Oltra la splendida location all’interno della Reggia di Caserta e l’ottima organizzazione di ogni singolo dettaglio, la giornata è stata caratterizzata dall’elevato livello tecnico degli interventi susseguitisi, che la ha resa densa di contenuti e di spunti di riflessione da portare a casa.

Dopo il caloroso benvenuto da parte del Ten. Col. Pasquale Naiolo in veste di Comandante, a causa dell’assenza del Col. Sassara, i partecipanti sono stati accolti da Laura Rinaldi, vicedirettrice del Dip. Di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II di Napoli, che ha sottolineato l’importanza del ruolo di FIDSPA nel fare network, mettendo in relazione studenti e laureati, favorendo il job placement e lo scambio di esperienze e collaborazione tra realtà operanti sul territorio. È stato poi il turno di Luca Negrone, coordinatore regionale FIDSPA Campania, che ha salutato tutti i presenti in sala e ringraziato per l’estrema disponibilità accordata l’aeronautica, i relatori, i professori, gli sponsor, la platea e gli organizzatori tutti dell’evento.

La parola è poi passata ad Emiliano Lasagna, presidente FIDSPA, che ha ufficialmente aperto i lavori mostrando un videomessaggio dell’On. Paolo De Castro, Europarlamentare e vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, che nell’augurare buon lavoro a tutti i presenti, ha sottolineato l’importanza del ruolo svolto dai tecnici nel comparto zootecnico e ricordato quanto sta avvenendo a livello Comunitario sulla direttiva emissioni, affinché l’impatto degli allevamenti sia valutato con il giusto peso che non può essere lo stesse dato alle industrie.

Al termine ha ripreso la parola il presidente Lasagna facendo inizialmente un focus sulla Federazione, nata appena 16 anni fa proprio nella regione Campania, e che in poco tempo è giunta ad avere 2.200 soci in tutta Italia e 15 gruppi di coordinamento regionale ed interregionale. “Questa grande partecipazione di oggi, dove su 216 presenti registrati solo il 50% risultano soci, dimostra che c’è un riconoscimento della nostra figura professionale, e questo ci fa piacere. La nostra forza risiede nella capacità di fare rete, e lo spirito di appartenenza che ci contraddistingue è il nostro valore aggiunto, perché sappiamo che dobbiamo essere noi stessi il motore del riconoscimento della nostra figura professionale. La nostra professione infatti – prosegue il presidente – non è ancora abbastanza valorizzata, e stiamo lavorando perché la figura dello zoonomo sieda di diritto a tutti i tavoli tecnici in cui si parla di zootecnia”.

Il presidente ha introdotto poi il tema della giornata, ovvero l’evoluzione della zootecnia nel tempo, evidenziando come la trasformazione sia stata seguita anche dalla laurea in Produzioni Animali negli anni, passando dal corso quadriennale del 1968 presente in quattro sedi universitarie, a laurea magistrale in 16 atenei dislocati su tutta la Penisola.

A questo punto la conduzione dei lavori è passata ai moderatori Angela Galasso, socia FIDSPA Lazio, e Lorenzo Ferrari, vicepresidente FIDSPA, che ci hanno accompagnato in questo viaggio sulla linea del tempo introducendo per ogni tappa un relatore ad hoc.

A Fabio Zicarelli, dottore agronomo socio FIDSPA Campania, è stato affidato il tema “Dall’aumento della produttività alla valorizzazione delle produzioni tipiche” che ha affrontato dal punto di vista dei consumi e di come questi si sono evoluti nel tempo, a seguito dell’aumento del benessere e dei canali di comunicazione. E’ proprio su questi ultimi, ha concluso Zicarelli, che troppo spesso i consumatori sono disorientati da alcuni tipi di pubblicità, e ha aggiunto che “sarebbe bello vedere sempre più claim veritieri e che ci fosse una figura che accompagni le famiglie nel difficile viaggio del mondo agroalimentare, e questo è un ruolo che può e deve essere legittimamente svolto dallo zoonomo”.

La parola è poi passata a Martino Cassandro, direttore FEDANA e ANAFIBJ, con un intervento su “Sostenibilità olistica e selezione genetica“, nell’ambito del quale ha inquadrato l’evoluzione zootecnica nel tempo dal punto di vista della selezione degli animali e dell’organizzazione del sistema allevatori. Entrambi questi aspetti sono profondamente cambiati, subendo una grande accelerazione con l’avvento della genomica e il sempre più incalzante interesse da parte dei consumatori sulla qualità dei prodotti, il benessere animale da cui derivano e l’impatto che hanno sull’ambiente. “Per affrontare questo cambiamento è necessaria una visione globale di insieme, un approccio olistico – sostiene Cassandro – che soddisfi tutti gli stakeholder della filiera riducendo al massimo il gap esistente tra le varie categorie”.

Il terzo intervento è stato quello di Davide Letizia, imprenditore agricolo Azienda Letizia Srl, che con la sua testimonianza ha fornito alla platea un interessante caso studio di quella che definiamo “Precision livestock farming e innovazione tecnologica”. Impegnato dal 2000 nell’azienda di famiglia, fondata da suo padre nel 1975, Davide Letizia ha parlato di quanto sia vantaggioso ricorrere all’agricoltura di precisione al fine di limitare gli sprechi, nonché dell’utilizzo della tecnologia per la gestione dell’alimentazione e della mungitura, ma anche della vitellaia. Su quest’ultimo aspetto sono stati presentati risultati davvero interessanti ottenuti con la struttura robotizzata che gli ha permesso di registrare una riduzione del tasso di mortalità degli annutoli dal 25% all’attuale 5%, e di avere degli incrementi ponderali giornalieri di oltre 1 kg/capo/giorno. Davide ha però raccontato anche la critica esperienza con il robot di mungitura, lasciandoci con una serie di spunti di riflessione che vanno dalla necessità di avere un maggior numero di dati che consentano di tarare le attrezzature sulle reali necessità fisiologiche della specie bufalina, a quella di formare delle figure professionali in grado di gestire tutta questa tecnologia che avanza, perché “la tecnologia è utile se risolve un problema, altrimenti diventa essa stessa un problema”.

A chiudere questo excursus è intervenuto Andrea Rosati, segretario generale della European Federation of Animal Science, cui è stato affidato il tema “Uno sguardo al futuro: le scienze animali fino al 2050” sul quale si sono aperti numerosi fronti, a partire dalla considerazione che nel 2050 ci saranno 9,5 miliardi di persone sulla terra e sarà necessario produrre il 70% di proteine in più. Sarà dunque necessaria una trasformazione sistemica, con un mercato in crescita che richiederà maggiori produzioni zootecniche e comporterà però l’esigenza di produrre in maniera diversa. “In un simile scenario solo la scienza può salvarci, con la tecnologia”, e con questa considerazione Rosati ci ha proiettato in un futuro, in realtà già presente, fatto di intelligenza artificiale e applicativi informatici, invitandoci a riflettere sul fatto che “il presente è influenzato non solo dal passato ma anche dal futuro”.

L’intensa giornata formativa si è conclusa con gli interventi programmati dei rappresentanti degli ordini e dei corsi di laurea: Mauro Uniformi, Roberto Orlandi, Mario Braga, Serena Calabrò, Vincenzo Peretti e Gianluca Neglia, che, presentando le attività dei loro enti, hanno convenuto su quanto il fare rete e creare sinergie risulti fondamentale per consolidare la figura dello zoonomo, ormai imprescindibile e strategica per il settore agroalimentare.