Nel fermento delle proteste dei trattori, arrivano anche le prime reazioni delle associazioni ambientaliste e animaliste che si schierano apertamente contro gli ultimi passi indietro fatti sul Green Deal dall’esecutivo europeo, sulla scia di questo, stamani durante una conferenza stampa presso la Camera dei deputati, è stata presentata una proposta di legge dal titolo “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia“, da parte di importanti associazioni ambientaliste e animaliste tra cui Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra!, e WWF Italia. L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere una transizione ecologica nel settore zootecnico italiano, ponendo al centro le piccole aziende agricole e garantendo la tutela dell’ambiente, della salute umana, del benessere animale e dei lavoratori del comparto.

A sostegno dell’iniziativa, durante l’evento di presentazione sono intervenuti Michela Vittoria Brambilla, deputata (Noi Moderati) e presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente; Eleonora Evi, deputata (Alleanza Verdi Sinistra) e segretaria di presidenza dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali; Andrea Orlando, deputato (Partito Democratico); Chiara Gribaudo, deputata (Partito Democratico); Carmen Di Lauro, deputata (Movimento 5 Stelle); Francesco Romizi, portavoce di ISDE-Medici per l’ambiente, e Maura Cappi, portavoce del Comitato G.A.E.T.A. di Schivenoglia (MN), uno dei comitati locali contro gli allevamenti intensivi.

La proposta di legge, supportata da diverse figure di spicco, propone un piano di riconversione agroecologica che mira a ridurre l’impatto ambientale, sociale e sanitario dell’attuale sistema zootecnico. La legge prevede un finanziamento tramite un fondo dedicato, promuovendo la transizione ecologica delle grandi e medie aziende, e imponendo una moratoria immediata all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti.

Le associazioni proponenti sostengono che eventi climatici estremi e le ricadute sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo rendano necessaria una nuova efficienza alimentare, orientata verso produzioni a minor consumo di risorse. Durante la presentazione, le associazioni hanno inoltre evidenziato che il sistema zootecnico è responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca, contribuendo in modo significativo alle morti premature causate da esposizione a PM2,5.

Nel dettaglio l’iniziativa mira a riconoscere un giusto prezzo ai piccoli produttori e a garantire ai consumatori l’accesso a cibi sani e di qualità, promuovendo i valori positivi del “Made in Italy”. La proposta di legge si allinea agli obiettivi della Direttiva NEC, impegnando l’Italia a ridurre le emissioni di ammoniaca del 16% e quelle di PM2,5 del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005.

La necessità di una transizione verso la sostenibilità è anche evidenziata dagli impegni internazionali assunti dall’Italia, come la Direttiva Nitrati e la Direttiva quadro sulle acque, oltre alla coerenza con le Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030. La proposta di legge vuole affrontare le iniquità nel comparto agro-zootecnico, che penalizza le piccole aziende a favore di quelle di maggiori dimensioni, e contribuire agli sforzi contro i cambiamenti climatici, come richiesto dagli impegni presi durante la COP28 sul Clima.

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