E’ durato poco l’entusiasmo del governo italiano per l’approvazione in sede nazionale della legge che vietava la produzione e la commercializzazione di carne coltivata. La Commissione europea ha infatti bocciato la norma, definendola “inapplicabile”. Il motivo? L’Italia ha notificato la legge in modo errato, non rispettando le procedure previste dalle direttive europee.

In una stringata nota, la Commissione ha comunicato che il testo del divieto è stato adottato “prima della fine del periodo di sospensione” previsto dalla direttiva. In parole semplici, l’Italia avrebbe dovuto attendere il via libera dell’Ue prima di approvare la legge. Non solo, la Commissione invita ora il governo italiano a “informare del seguito dato” alla bocciatura, tenendo conto anche della giurisprudenza della Corte di giustizia.

La bocciatura della legge, fortemente voluta dall’organizzazione professionale Coldiretti e avallata dal Ministro Lollobrigida, rappresenta un duro colpo per il governo Meloni, che aveva fatto della lotta alla carne coltivata uno dei suoi cavalli di battaglia. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva definito la legge “una delle più democratiche che abbiamo avuto nella nostra Nazione”, essendo nata da una petizione popolare.

Le reazioni alla bocciatura della legge non si sono fatte attendere. “La Commissione europea ha chiuso la procedura Tris, avviata a seguito della notifica della legge sulla carne coltivata. La chiusura comporta che sia stata definitivamente accertata, da parte della Commissione europea, la compatibilità della legge con i principi del diritto della UE in tema di mercato interno.  Non ci sarà pertanto nessuna procedura di infrazione, né richiesta all’Italia di abrogare la legge. La Commissione chiede solo di essere informata sull’applicazione della legge da parte dei giudici nazionali. Come per tutti i provvedimenti che entrano in vigore in Italia, spetta ai giudici nazionali, in sede di applicazione, l’ulteriore vaglio di compatibilità con il diritto unionale”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Per puntualità si ricorda che l’Unione europea non ha ancora adottato una normativa specifica in materia di carne coltivata. In ogni caso la Commissione europea ha già avviato un processo di valutazione per definire le regole per la produzione e la commercializzazione di questo prodotto.

La bocciatura della legge Lollobrigida da parte della Commissione europea apre un nuovo capitolo sulla carne coltivata in Italia. Il governo italiano dovrà ora decidere come muoversi considerando che la legge potrebbe non essere applicata dai magistrati nazionali.

La partita contro la carne prodotta in laboratorio potrebbe essere ancora aperta.