Rete Rurale Nazionale e Ismea hanno pubblicato in questi giorni una nuova Scheda “Prodotto/Paese” dedicata all’export dei formaggi stagionati in Cina. Il documento si inquadra nelle attività di Ismea per la Rete Rurale Nazionale previste nel programma 2014-2022, con particolare riferimento all’“internazionalizzazione” delle aziende agricole e agroalimentari.

In particolare, la scheda intende fornire un contributo di conoscenza dotando gli operatori di uno strumento concreto di valutazione delle opportunità e delle condizioni tecnico-operative necessarie a esportare.

Il lavoro contiene informazioni inerenti il posizionamento competitivo dei concorrenti, le caratteristiche del mercato, dazi, documenti doganali, normativa sanitaria, etichettatura, ecc.

Di seguito riportiamo un estratto delle informazioni più interessanti contenute nel documento e il link per scaricare la versione integrale.

Il mercato mondiale dei formaggi stagionati

Nel 2022 gli scambi mondiali di formaggi stagionati  sono stati pari a poco meno di 3,6 milioni di tonnellate per un valore pari a 21 miliardi di euro; nell’arco degli ultimi cinque anni si è registrato un incremento del 32% in valore e una riduzione dello 0,4% in volume. Nella graduatoria mondiale dei paesi esportatori l’Italia occupa la quarta posizione in valore e la sesta in volume, detenendo una quota dell’export totale nel 2022 pari rispettivamente al 10% e al 5%.

Sul fronte delle importazioni, la Germania guida la classifica dei paesi acquirenti di formaggi stagionati, con il 18% del valore dell’import mondiale nel 2022 e il 16% dei volumi; seguono USA, Italia, Francia e Belgio. Per ciascuno di questi paesi l’Italia figura sempre tra i principali fornitori, detenendo nel caso degli Usa la prima posizione con una quota in valore pari a circa il 29%. Scorrendo l’elenco dei paesi importatori, la Cina si colloca in ventottesima posizione per un valore dell’import pari a 179 milioni di euro nel 2022; l’Italia si configura come quarto fornitore con poco più del 4% del valore importato complessivamente.

Le importazioni della Cina

La Cina, con 214 miliardi di euro nel 2022, rappresenta il 10,4% in valore delle importazioni mondiali di prodotti agroalimentari, evidenziando una crescita del 100% tra il 2018 e il 2022. Brasile, USA e Tailandia sono i principali fornitori di prodotti agroalimentari della Cina, soddisfacendo, rispettivamente, il 23%, 17% e 6% delle richieste all’estero nel 2022. La dimensione del mercato di formaggi stagionati della Cina, pur essendo piuttosto contenuta in termini assoluti, è risultata molto dinamica nel medio periodo; la domanda di questo paese, infatti, è cresciuta tra il 2018 e il 2022 del 74% in valore (a 179 milioni di euro nel 2022) e del 33% in volume (a poco più di 34 mila tonnellate nel 2022).

Le richieste della Cina dei formaggi stagionati italiani valgono 7,6 milioni di euro nel 2022 per volumi pari a 912 tonnellate, con una dinamica negativa nel quinquennio sia sul fronte dei valori (-44% sul 2018) sia su quello dei volumi (-64% sul 2018). Rispetto al 2021, nel 2022 è stato registrato un leggero incremento di formaggi stagionati italiani importati dalla Cina in valore (3%); dinamica riconducibile esclusivamente all’aumento dei prezzi unitari, dato che nello stesso periodo i quantitativi importati dalla Cina si sono ridotti del 14%.

Il prezzo medio all’import di formaggi stagionati della Cina si è attestato nel 2022 a 5,29 €/kg, in aumento del 30,4% sul 2018. L’Italia realizza, rispetto ai principali competitors sul mercato cinese, il prezzo unitario più elevato (8,32 €/kg) in ragione dell’elevato profilo qualitativo delle produzioni italiane. A fronte di un aumento generale dei prezzi unitari all’import, per il prodotto nazionale si è osservata una rivalutazione del 56% nel quinquennio (5,32 €/kg nel 2018 contro 8,32 €/kg nel 2022), seconda solo a quella dei Paesi Bassi (+63%).

Grado di apertura del mercato dei prodotti alimentari

Il fenomeno dell’urbanizzazione, insieme all’aumento del potere d’acquisto della classe media, sta avendo un enorme impatto sull’importazione di prodotti occidentali, che stanno vivendo un forte processo di integrazione all’interno delle abitudini alimentari cinesi. Tra questi, i prodotti lattiero-caseari non rappresentano un’eccezione, identificandosi come prodotti sani rispetto a quelli locali. In particolare, il formaggio, che non compare nella tradizione culinaria cinese, è stato recentemente apprezzato dai consumatori, sebbene sia entrato nel mercato locale circa due decenni fa. Questa tendenza è favorita da una buona attività di educazione sul prodotto stesso e dallo sviluppo di canali di vendita, come catene di fast-food e HoReCa (albergo, ristorante, catering e bar o altre simili) in generale, che offrono formaggi in vari piatti sia dolci che salati emulando la maniera occidentale.

Al fine di facilitare gli scambi commerciali, la Cina ha avviato una serie di riforme per rendere più efficienti le procedure doganali (riforma del sistema di transito doganale regionale e di sdoganamento). Sta compiendo sforzi per armonizzare le procedure nelle sue 42 zone doganali, con oltre 200 uffici. Vi sono, tuttavia, “aree speciali di controllo doganale”. Prima di decidere di investire in Cina, le imprese straniere possono consultare il Catalogue for the Guidance of Foreign Investment Industries per verificare che il proprio progetto di investimento non ricada tra i settori proibiti.

Indicazioni per esportare prodotti in Cina

A partire dal 1° gennaio 2022, nella Repubblica Popolare Cinese sono entrati in vigore i Decreti 248 e 249 che introducono nuovi Principi e requisiti in materia di prodotti alimentari importati da Paesi stranieri. Tutti i produttori esteri di alimenti importati nella R.P.C. devono ottenere l’approvazione all’esportazione da parte dell’Amministrazione Generale delle Dogane (GACC) con apposita registrazione degli stabilimenti. In mancanza di tale registrazione, i prodotti alimentari non potranno essere esportati in Cina.

Per richiedere la registrazione, l’azienda esportatrice deve compilare un formulario on line con le informazioni relative alla società e agli agenti importatori autorizzati in Cina a cui si appoggia e dovrà fornire una serie di documenti:

  • Contratto di vendita/conferma d’ordine;
  • Fattura commerciale;
  • Packing list;
  • Cargo manifest;
  • Polizza di carico;
  • Avviso di spedizione effettuato dallo spedizioniere all’importatore;
  • Certificato di origine;
  • Certificato sanitario;
  • Campione dell’etichetta conforme alla normativa cinese;
  • Copie di campione dell’etichetta tradotte in lingua cinese.

La figura dell’importatore è essenziale, poiché la sua funzione sarà quella di: supportare la predisposizione della documentazione necessaria per l’esportazione in Cina, comprese le etichette;  fornire direttamente, o con società collegata, la licenza di importazione; curare lo sdoganamento del Esportare formaggi stagionati in Cina prodotto ed il pagamento degli oneri connessi; provvedere direttamente, o con società collegate, alla distribuzione del prodotto nel territorio interno. Anche i grandi clienti (catene di hotel, grande distribuzione, ecc.) non importano quasi mai direttamente, rendendo il passaggio attraverso l’importatore l’unico canale di accesso possibile. Se l’impresa estera esportatrice non ha una filiale in Cina, dovrebbe nominare un CRA (agente di rappresentanza cinese) per l’espletamento di tutte le formalità.

I prodotti lattiero-caseari italiani attualmente autorizzati per le importazioni in Cina sono riportati nella seguente tabella:

Per ulteriori approfondimenti è possibile scaricare le linee guida complete cliccando QUI!