Nell’ambito della nostra serie “Chiediamolo all’esperto” abbiamo scelto oggi di trattare un argomento tra i più dibattuti nelle stalle dove viene utilizzata la tipologia di razione unifeed, ovvero quello relativo all’ottenimento di una determinata dimensione della fibra lunga.

All’inizio degli anni ’90 gli esperti alimentaristi indicavano come lunghezza ottimale per i foraggi una dimensione di circa 4-5 centimetri, che era facilmente realizzabile attraverso il corretto utilizzo dei carri miscelatori. Con il passare del tempo queste indicazioni si sono progressivamente abbassate, sino ad arrivare alla richiesta di un taglio tra 1,5 e 2 centimetri, cosa che comporta notevoli problemi di carattere pratico.

Riuscire infatti ad ottenere certe dimensioni implica delle difficoltà oggettive su vari fronti. Quali sono e come possono essere affrontate nella pratica?

Ne abbiamo parlato con Mario Promontorio della New Deal srl, che da più di 30 anni lavora nel settore delle macchine agricole, il quale è partito proprio da alcune considerazioni inerenti il raggiungimento di questo obiettivo. Ottenere dei tagli così corti implica far girare la coclea del carro molto a lungo, il che comporta innanzitutto un notevole dispendio di energia in termini di carburante e, quindi, di costi per l’azienda, ma anche un riscaldamento della miscelata per il maggior movimento cui viene sottoposta, ed un più elevato rischio di separazione dei componenti, che anziché omogeneizzarsi tendono a stratificarsi.

Cosa si può fare allora per evitare tutto ciò? Ovviamente non esiste un’unica soluzione che possa andare bene per tutte le realtà, ma ci sono almeno tre possibili aspetti su cui andare ad intervenire, a seconda dell’azienda in cui ci si trova e delle possibilità di investimento che si hanno.

Il primo riguarda sicuramente quello di mettere in atto una manutenzione di coltelli e controcoltelli periodica e puntuale, in quanto solo con strumenti perfettamente funzionanti si può garantire l’efficacia del taglio degli alimenti lunghi.

Il secondo accorgimento prevede di seguire una corretta sequenza di inserimento degli alimenti, aggiungendoli in maniera graduale a seconda della tipologia. Inizialmente sarebbe opportuno  caricare nel carro solamente la fibra lunga, poi una volta giunti ad uno sminuzzamento prossimo all’obiettivo, si potrà passare ad incorporare i concentrati. A questo punto la coclea dovrà girare molto velocemente e per un tempo che non superi i 10 – 15 minuti, in modo da evitare il rischio, sopra ricordato, di incorrere in una stratificazione dei componenti con conseguente “demiscelazione” della razione.  Solo da ultimo andrà immessa la componente umida costituita da insilati ed acqua.

La terza strada è quella di utilizzare del fieno e/o della paglia precedentemente tagliati, e per farlo ci si può dotare di un molino o un trinciapaglia direttamente in azienda, oppure si possono acquistare dei prodotti già lavorati. In questo modo si riesce ad avere un’uniformità del taglio attorno al 90% contro il 60% medio che si ottiene utilizzando il carro miscelatore.

Chiaramente quest’ultima proposta comporta un investimento in termini economici, ma, presumibilmente, il risparmio di carburante e la preparazione di una razione più corretta e bilanciata vanno a compensare la spesa iniziale affrontata, tutto sta nell’effettuare delle valutazioni con dati oggettivi per ponderare le scelte più opportune nella propria realtà.