Sulla confezione del similare un’etichetta fasulla, sanzione da 3 a 20mila euro. Berni: “Si conferma che il Governo deve adottare norme più dure a tutela dei consumatori”.
L’attenzione del servizio di vigilanza del Consorzio Tutela Grana Padano ad agosto si concentra in modo particolare sulle località di vacanza, in particolare dove sono diffuse seconde case e appartamenti in affitto.
Una di queste è la Val di Fiemme, dove in un punto vendita gli agenti vigilatori del Consorzio, nel banco frigorifero dedicato ai prodotti lattiero caseari e formaggi, hanno trovato esposte per la vendita 22 porzioni di formaggio duro stagionato, in media del peso di 800 grammi e vendute a 13,90 euro al kg, senza nessun elemento distintivo del vero Grana Padano DOP sullo scalzo. Erano avvolti in pellicole trasparenti, sulle quali il titolare del punto vendita aveva attaccato etichette adesive che, oltre alle indicazioni obbligatorie, recavano la denominazione “Grana Padano”.
E proprio vista l’assenza dei marchi d’origine distintivi del formaggio Grana Padano DOP sullo scalzo, gli agenti vigilatori hanno subito fatto rimuovere il prodotto esposto e disposto la sua corretta etichettatura, togliendo ogni riferimento al Grana Padano DOP. Inoltre il Servizio di Vigilanza e Tutela del Consorzio comminerà al commerciante una sanzione da tremila a 20mila euro, ai sensi del decreto legislativo n.297/2004.
“Ancora una volta la nostra denominazione viene utilizzata per valorizzare e vendere delle ciofeche – è il commento del Direttore Generale del Consorzio Grana padano, Stefano Berni – E costituisce un ulteriore e valido spunto per introdurre la norma che imponga la distinzione negli scaffali della distribuzione tra prodotti similari e loro omologhi DOP. Inoltre, chiediamo siano adottate sanzioni severissime nei confronti di chi si rende responsabile di questo reato, teso ad ingannare colpevolmente e volgarmente la buona fede del consumatore”.
Questo nuovo episodio, avvenuto in Italia, spinge il Consorzio a sollecitare di nuovo e adeguatamente il governo. “Chiediamo all’esecutivo di fare propri interamente i nostri suggerimenti – conclude Berni –, tesi esclusivamente alla tutela del consumatore”.