Altroconsumo in collaborazione con il Beuc, l’organismo europeo delle associazioni dei consumatori, ha recentemente condotto un’inchiesta su 8 paesi europei, tra cui l’Italia, per sapere cosa pensano i consumatori del benessere animale. L’indagine ha rivelato che per la stragrande maggioranza dei consumatori italiani (91%) è importante il modo in cui gli animali vengono allevati e in molti chiedono leggi più stringenti e informazioni affidabili che consentano di scegliere tra i prodotti quelli che rispettano il benessere animale.

I consumatori vogliono nuove norme a tutela degli animali e di loro stessi

Il 96% degli intervistati considera importante introdurre nuove norme che garantiscano il benessere degli animali da allevamento. Diverse variabili, come il tipo di stabulazione, lo spazio disponibile e le condizioni di trasporto, sono state citate come fondamentali per assicurare il benessere degli animali.

L’81% degli intervistati, inoltre, sostiene che l‘Unione europea dovrebbe fornire finanziamenti agli allevatori per aiutarli ad intraprendere questa trasformazione.

Sfiducia negli slogan: solo il 23% crede nelle etichette

In Italia, nonostante la presenza su numerosi prodotti alimentari di etichette che riportano diciture come “benessere animale” o “100% al pascolo”,solo il 23% degli intervistati ha dichiarato di fidarsi di tali slogan. Questo solleva dubbi sulla trasparenza di tali affermazioni e la necessità di normative più chiare e verificabili.

Ancora, in caso di scoperta di informazioni false il 50% ha dichiarato che non acquisterebbe più quel marchio, mentre il 30% perderebbe fiducia in quel tipo di messaggi. (per approfondimenti sul tema: la piaga del greenwashing)

L’etichetta sul benessere animale che non indica il tipo di allevamento

È dunque chiaro come il sole, i consumatori vogliono avere maggiori informazioni sul benessere animale e le vogliono in etichetta.

Dall’indagine si evince, infatti, che la stragrande maggioranza degli intervistati l’88% per l’esattezza vorrebbe un’etichetta come quella in vigore per le uova su tutti i prodotti di origine animale. Infatti, quando si tratta di scegliere quali uova acquistare, il 67% degli intervistati prende in considerazione proprio le etichette che indicano il metodo di produzione. Un’etichetta nazionale sul benessere animale è già stata inserita nel piano nazionale per le politiche agricole, ma rischia comunque di non consentire al consumatore di fare una scelta consapevole.

«l’etichetta approvata dal governo con la scritta “Benessere animale” è molto generica e non specifica i livelli diversi di qualità e metodo di allevamento, quindi non consente al consumatore di essere informato in modo adeguato e quindi di scegliere. I produttori potrebbero scriverlo anche per animali allevati in gabbia perché non sono costretti a indicare il tipo di allevamento. Invece per le uova questo tipo di informazione c’è e specifica come sono allevate le galline». Queste le dichiarazioni di Chiara Caprio responsabile relazioni istituzionali di Essere animali, organizzazione no-profit che si occupa della tutela degli animali da allevamento.

Legame tra benessere animale e salute umana

Più dell’80% degli intervistati crede che un migliore benessere animale si rifletta in alimenti più sicuri

L’associazione tra le condizioni degli animali e la sicurezza alimentare è stata sottolineata anche dall’Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare, secondo cui «Fonti di stress e condizioni di scarso benessere possono avere come conseguenza negli animali una maggiore predisposizione alle malattie trasmissibili. Ciò può rappresentare un rischio per i consumatori».

La questione dei costi: siete disposti a pagare di più per il benessere animale?

Il 24% degli italiani intervistati ha detto di no, mentre il 38% sarebbe disposto a pagare solo il 5% in più. Nonostante la preoccupazione per il benessere animale, la volontà di pagare un prezzo più alto rimane limitata. Tuttavia, in caso di aumento dei prezzi della carne, il 30% degli intervistati opterebbe per alternative vegetariane, dimostrando una flessibilità nei comportamenti alimentari.

Ridurre le quantità e puntare alla qualità

Mentre si registra un crescente consenso sulla necessità di ridurre gli attuali livelli di consumo e di mangiare “meno” carne, allo stesso tempo esiste una forte domanda da parte dei consumatori di carne “migliore”, prodotta secondo standard di benessere più elevati.

Tuttavia, il consumo di carne rimane elevato in tutta Europa e superiore alle quantità raccomandate dalle linee guida per una sana alimentazione del Crea, consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. 

L’inchiesta riflette la crescente consapevolezza e preoccupazione tra i consumatori italiani per il benessere animale. La richiesta di norme più rigorose, informazioni trasparenti e pratiche etiche nell’allevamento degli animali è chiara. A parere della scrivente, l’indagine condotta da Altroconsumo da un importante contributo al dibattito sul benessere animale. È auspicabile che le sue conclusioni siano recepite dalle istituzioni e dalle aziende per migliorare la vita degli animali da allevamento e tutelare i diritti di animali e consumatori.