Ormai, la grandezza di un allevamento non dipende più dalle dimensioni della mandria, ma contempla il conseguimento di risultati tecnici di alto livello, ottenibili attraverso la bontà della gestione e il benessere animale, che costituiscono gli indiscutibili pilastri sui quali costruire la sostenibilità economica, generazionale e ambientale di questa attività.

Perciò, rendere grande un allevamento non significa più soltanto raddoppiare le strutture esistenti, introdurre qualche miglioramento o, ancora, lavorare di più, ma implica un razionale ed efficiente sfruttamento delle risorse disponibili, grazie al prezioso contributo di una manodopera professionalmente qualificata, allo scopo di produrre alimenti di qualità superiore e fronteggiare le sempre più grandi sfide che l’opinione pubblica, cioè i consumatori, e il legislatore lanciano al mondo zootecnico.

Percorrendo questa direzione, le innovazioni tecnologiche costituiscono un’imperdibile opportunità affinché l’allevatore possa far proprie le richieste della società attuale e trarne il massimo vantaggio con l’obiettivo di lavorare meglio e fornire, contemporaneamente, una serie di risposte esaustive alle richieste del momento presente. Questa è anche la mission di Lely, che guarda al futuro con una vision altrettanto chiara: affiancare e supportare il mondo zootecnico progettando e realizzando innovative soluzioni tecnologiche che ne assicurino la futura sostenibilità.

Foto 1. Un gruppo di partecipanti all’evento Lely Dairy XL assiste al carico del MFR nella cucina dove si prepara l’unifeed per la rimonta della Soc. Coop. Agr. Pieve Ecoenergia (Foto: Olivari, 2023).

Evento Dairy XL: uno sguardo verso i grandi allevamenti

È questo lo spirito che ha animato il 1^ evento nazionale, dedicato da Lely Italia® ai grandi allevamenti (Dairy XL), che si è tenuto lo scorso 22 Novembre, presso la Soc. Coop. Agr. Pieve Ecoenergia di Cingia de’ Botti (CR).

Immersa in una tersa atmosfera autunnale e organizzata con il supporto del Lely Center di Mantova, in particolare di Morris e Lucia, nonché con il coinvolgimento di 10 concessionari presenti nel Nord Italia, la giornata ha visto la partecipazione di circa 200 allevatori provenienti da tutta la Penisola. Attraverso un percorso articolato in 5 tappe, corrispondenti ad altrettante aree tematiche, che si snodava lungo i diversi settori del grande allevamento cremonese, i partecipanti hanno potuto apprezzare, grazie alla competenza di 15 operatori appartenenti allo staff di Lely Italia®, l’applicazione delle innovazioni proposte dalla nota Holding olandese, per il management delle differenti fasi del ciclo produttivo della bovina da latte.

Foto 2. MFR Lely che si allontana dalla cucina per distribuire la miscelata. In secondo piano, è visibile la benna bivalve montata sulla gru sospesa che opera il carico degli alimenti nel vagone semovente (Foto: Olivari, 2023).

Alimentazione più precisa con Lely Vector®

La prima tappa della giornata ha portato i visitatori nella stalla dove le 460 manze sono alimentate da un sistema singolo Lely Vector®, composto da una cucina e da un MFR (unità mobile che distribuisce l’unifeed in stalla). Attualmente, il Vector installato prepara 3 differenti razioni distribuendo la miscelata 20 volte/die alle quali associa altrettante azioni di riavvicinamento.

Questo sistema – afferma Michele Boccoli, Commercial Product Specialist Feedingoffre molteplici vantaggi agli animali, perché l’alimento è erogato omogeneamente durante l’arco della giornata, secondo un criterio di massima flessibilità, al fine di ottimizzare le fermentazioni ruminali, aumentare l’efficienza digestiva, così da ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale; ma anche all’allevatore, perché il Vector ha consentito a questa azienda una notevole riduzione nell’impiego della manodopera (solo 3,5 ore settimanali da dedicare all’alimentazione di tutta la rimonta avendo il fine settimana libero). Ultimo, ma non meno importante, all’ambiente: infatti, il carro miscelatore tradizionale usato precedentemente consumava 250 litri di gasolio/settimana, quantità che l’installazione del Vector ha ridotto a 50 l/settimana, necessari per rifornire e gestire la cucina. L’unica attività è ricordarsi di caricare i singoli alimenti nella cucina: infatti, l’85% degli allarmi, emanati dall’impianto, proviene da una cucina assolutamente vuota”.

Oltretutto, nella stalla che ospita la rimonta operano due Lely Discovery SW® automi deputati alla pulizia dei pavimenti, azione strategica fondamentale ai fini di prevenire le patologie podali che comprometterebbero la fertilità e la produzione delle future primipare. I due dispositivi si muovono in totale autonomia lungo 10 percorsi personalizzati pulendo, complessivamente, una superficie di 1.900 m².

Foto 3. Michele Boccoli ha esposto agli allevatori presenti il funzionamento di Lely Vector® (Foto: Olivari, 2023).

Migliori incrementi con Lely Calm®

Insieme alle manze, le vitelle rappresentano il futuro della mandria e gestirle bene significa adoperarsi per garantire la sopravvivenza dell’allevamento. L’attenzione che la Soc. Coop. Agr. Pieve Econergia dedica al giovane bestiame ha portato all’installazione di 6 allattatrici Lely Calm® le quali alimentano i vitelli, stabulati in box collettivi (12 animali per gruppo), a partire dal 20° giorno di vita.

Il software Calf Cloud, abbinato all’impianto, consente una gestione da remoto accedendo da una pagina web, direttamente dal PC. Il programma offre la possibilità di impostare fino a 4 diversi piani alimentari personalizzati, diversificando la formulazione tra l’estate e l’inverno. Inoltre, l’impianto è dotato di un sistema Hygiene Box che, oltre al completo lavaggio della tubazione, risciacqua e igienizza i succhiotti dopo ogni utilizzo. Questa azione consente di prevenire la diffusione di patologie enteriche, riducendo la mortalità pre-svezzamento (< 2%): naturalmente i vitelli sani crescono meglio. Infatti, durante la fase di allattamento (0-79 giorni) i vitelli dell’azienda registrano un i.p.m.g. di circa 1 kg/capo/die, rispetto ai precedenti 0,8 kg/capo/die, associando, nei primi 35 giorni, un’ingestione media giornaliera di latte pari a 12 l/capo/die, fino ai 6 l/capo/die al momento dello svezzamento.

Il precoce raggiungimento dei parametri biometrici ottimali per la 1^ inseminazione della manza ha permesso di abbassare a 21,2 mesi l’età al primo parto, con un’evidente riduzione del periodo improduttivo degli animali.

Foto 4. Una delle 6 allattatrici Lely Calm® in uso presso la Soc. Coop. Agr. Pieve Ecoenergia (Foto: Olivari, 2023).

L’importanza della transizione

È il periodo chiave dell’intero ciclo produttivo perché la lattazione inizia dall’asciutta. Curare il management di questa delicata fase comporta impegno, costanza e capacità non comuni, ma consente di ambire ai migliori traguardi durante la lattazione dove Lely è indiscussa protagonista con il VMS Lely Astronaut A5®.

Mungitura a misura di bovina con Lely Astronaut A5®

Accompagnati dal personale dello staff Lely nel loro itinerario all’interno della Soc. Coop. Agr. Pieve Ecoenergia, gli allevatori presenti hanno potuto approfondire gli aspetti tecnici relativi alle 10 postazioni di mungitura robotizzata Lely Astronaut A5® che mungono le 600 bovine dell’allevamento cremonese.

Predisposte per il traffico libero degli animali, le postazioni permettono un numero medio di 3,1 mungiture giornaliere per singola bovina, dato che raggiunge i 6 ingressi/capo/die per gli animali più produttivi. La produzione quotidiana di 226 quintali di latte e la frequentazione dei Lely Astronaut A5® sono raggiungibili anche grazie all’erogazione, durante la mungitura, di un mangime in dose proporzionale ai fabbisogni produttivi di ciascuna bovina. La modulazione dell’alimentazione in funzione delle specifiche esigenze di ogni singolo animale, associata alle condizioni di estremo benessere create in stalla, consente una produzione media di 41,3 l/capo/die che, negli ultimi 30 giorni, ha raggiunto i 42,1 l/capo/die. Ciò significa che il livello produttivo della mandria rimane alto anche durante il periodo estivo e, grazie alla perfetta gestione del microclima all’interno della stalla, non risente dell’effetto carry-over esercitato dallo stress da caldo durante il periodo autunnale.

Lely Horizon®: la digitalizzazione al servizio dell’allevatore

Il software gestionale Horizon è il cuore aziendale perché raccoglie, elabora e analizza i dati riproduttivi, produttivi e sanitari di tutti gli animali interpolando le informazioni e rendendole direttamente disponibili alle azioni di management che mirano a estrinsecare tutto il potenziale genetico della mandria. In qualsiasi momento, l’allevatore ha a disposizione una panoramica aggiornata degli indicatori chiave delle performance (KPI) che sono consultabili, su tutti i dispositivi Hi-Tech, attraverso un’interfaccia utente unica.

Foto 5. Due giovani personalità dello staff di Lely Italia (da sinistra): Michela Barison, Key Account Manager Dairy XL, e Silvia Pugolotti insieme con Ben Holscher (dietro la bovina rossa di Lely).

L’innovazione tecnologica come via alla sostenibilità

Alle sfide globali imposte dai mutamenti climatici, dal costante incremento della popolazione mondiale e dalle crescenti richieste imposte dalla società contemporanea si aggiungono la difficoltà a reperire il personale qualificato e una maggiore incidenza dei costi di produzione. L’influsso combinato di tali fattori sull’allevamento della bovina da latte obbliga a un innovativo approccio manageriale che integri l’alimentazione, la produzione e la salute animale, nonché il ruolo e l’attività del personale in un agevole, ma più efficace, processo che si sviluppi in un’ottica di sostenibilità.

A livello mondiale – spiega Ben Holscher, Global Key Account Manager di Lely International N.V. per i grandi allevamenti – il business  dei grandi allevamenti sta crescendo e, attualmente, stiamo assistendo a un’accelerazione del fenomeno per il quale le piccole realtà vengono assorbite da quelle più grandi. Parallelamente a questa dinamica cresce anche l’automazione: ogni anno, Lely annovera, tra i suoi clienti, 70 nuovi allevamenti di grandi dimensioni e, ad oggi, possiamo vantare 335 aziende in tutto il mondo con più di 8 postazioni di mungitura robotizzata. Il futuro – conclude Ben – è una gigantesca sfida per l’automazione che costituisce una valida risposta alle esigenze di sostenibilità, di miglioramento dell’efficienza, di riduzione dei costi e di un proficuo coinvolgimento del personale a disposizione”.

A questo proposito, Silvia Pugolotti, Marketing Manager Cluster SEET di Lely Italia®, afferma:“ Il ricambio generazionale e la reperibilità di personale tecnicamente preparato sono un problema quanto mai attuale, non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo: notiamo un acuirsi di questa problematica anche nei Paesi del Mediterraneo meridionale quali, ad esempio, la Grecia e la Turchia.”

Particolarmente interessante è la testimonianza di Giulio Federici, giovane titolare della Soc. Coop. Agr. Pieve Ecoenergia, sul connubio tra tecnologia, personale e management dell’allevamento: “Il motivo principale per il quale abbiamo deciso di rendere la nostra azienda un allevamento ad alta automazione non è la riduzione del personale, come molti potrebbero pensare, bensì è far lavorare meglio le persone senza renderle schiave degli orari di lavoro. Crediamo che bisogna sfruttare la tecnologia e non farsi sfruttare dalla tecnologia! Se il personale si sente liberamente coinvolto nel management allora eseguirà un lavoro di qualità superiore e, di conseguenza, aumenta il benessere delle bovine, la loro longevità  e le loro performance con una ricaduta molto promettente sulla redditività dell’allevamento. La nostra esperienza ci insegna che la tecnologia offre una visione innovativa che focalizza l’attenzione su tutta la mandria, e non soltanto sulla singola bovina, migliorando l’intero processo produttivo. Così, si ottengono degli output superiori impiegando, però, minori input. Tutto questo proietta il moderno allevamento da latte verso la massima sostenibilità”.

Foto 6. Ben Holscher, affiancato da Michela Barison, conferisce una targa ricordo a Giulio Federici (terzo da sinistra), giovane titolare della Soc. Coop. Agr. Pieve Ecoenergia (Foto: Olivari, 2023).

Verso il futuro…

In un mondo sottoposto a continui cambiamenti e incertezze e contraddistinto da un elevato grado di specializzazione, fare l’allevatore non è più soltanto un mestiere tradizionale, ma è la scelta consapevole di una professione che compie gli stessi passi con i quali progrediscono gli altri settori dell’economia mondiale e nazionale.

L’impegno, la costanza e il sacrificio che gli allevatori italiani profondono quotidianamente nel loro lavoro, insieme alla consolidata esperienza di Lely®, dimostrano quanto la collaborazione tra le diverse figure professionali del settore sia importante per un umano, intelligente e sostenibile progresso nell’allevamento della bovina da latte.