Un caso di influenza aviaria è stato recentemente identificato in un uomo in Texas, negli Stati Uniti. Il contagio sarebbe avvenuto a seguito di un probabile doppio salto di specie del virus. Secondo le autorità statunitensi, infatti, il paziente avrebbe avuto contatti ravvicinati con vacche da latte a loro volta infette. Si tratta del secondo caso di H5N1 in un essere umano negli Stati Uniti, dopo un precedente episodio in Colorado nel 2022. La diffusione del virus ad animali come i bovini da latte e all’uomo rappresenta una nuova sfida per le autorità sanitarie.

Le prime analisi

Il caso è stato segnalato dal Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) dopo che il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) aveva confermato la presenza del virus in alcuni campioni di latte prelevati da bovini malati in Texas e Kansas. Il paziente, che presentava un’infiammazione agli occhi (congiuntivite) come unico sintomo, è stato sottoposto a terapia antivirale e posto in isolamento.

Doppio salto di specie: rischi per la popolazione?

L’ipotesi più probabile è che il virus sia passato dagli uccelli selvatici o da pollame infetto ai bovini, per poi contagiare l’uomo. Questo “doppio salto di specie” evidenzia la capacità del virus di evolversi e adattarsi a nuovi ospiti. Tuttavia, il CDC rassicura la popolazione americana, affermando che il rischio di contagio rimane basso, mentre con un comunicato dello scorso lunedì l’USDA ha confermato che non vi è alcuna necessità di abbattere i bovini da latte, poiché gli esemplari malati, dopo essere stati isolati, si stanno già riprendendo.

Situazione negli Stati Uniti e in Europa

Negli ultimi mesi, diversi casi di influenza aviaria sono stati confermati in bovini in vari stati americani, tra cui Kansas, Michigan, New Mexico, Idaho e Texas. È plausibile che i bovini abbiano contratto il virus da uccelli selvatici o dal pollame allevato nelle vicinanze dei pascoli. Il Dipartimento dell’Agricoltura del Nebraska ha annunciato che sta vigilando attentamente sulla situazione e intende richiedere un permesso speciale per l’introduzione di femmine riproduttrici di bovini da latte, al fine di tutelare le mandrie.

In Europa, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha recentemente pubblicato un rapporto che evidenzia un calo di casi di influenza aviaria ad alta patogenicità negli uccelli tra dicembre 2023 e marzo 2024. Non sono stati segnalati casi di contagio in esseri umani e le misure di contenimento negli allevamenti sembrano essere efficaci. L’ECDC conferma che il rischio per la popolazione generale rimane basso. Anche L’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in un rapporto pubblicato ieri ha specificato che Il virus ha già “dimostrato la capacità di compiere alcuni passi evolutivi verso l’adattamento ai mammiferi. Nonostante ciò, non ci sono al momento prove di trasmissione da mammifero a mammifero, benché non possano totalmente essere escluse.” Secondo il rapporto, attualmente, il rischio di infezione da virus H5N1 per la popolazione generale è basso, nonostante l’elevato numero di infezioni nei volatili e la trasmissione in diverse specie di mammiferi. È invece “da basso a moderato il rischio per coloro che sono esposti professionalmente o in altro modo ad animali infetti da influenza aviaria“.

Tuttavia, lo scenario potrebbe ancora mutare e “non possono essere escluse future trasmissioni sporadiche dagli animali all’uomo e malattie gravi correlate negli individui“, avvertono ECDC ed EFSA.

Misure di sicurezza rafforzate

Sono state rafforzate le misure di sicurezza negli allevamenti di bovini da latte negli Stati Uniti per prevenire la diffusione del virus. Le autorità stanno monitorando attentamente la situazione e invitano gli operatori del settore a seguire le raccomandazioni per ridurre il rischio di contagio.

Impatto sull’offerta di latte

Nonostante i casi di influenza aviaria in Texas, le autorità sanitarie rassicurano e tengono a sottolineare che la perdita di latte dovuta a bovini sintomatici è al momento troppo limitata per avere un impatto significativo sull’offerta. Di conseguenza, non ci si dovrebbero aspettare ripercussioni sul prezzo del latte o di altri prodotti lattiero-caseari.

Tuttavia, la situazione è in rapida evoluzione e l’USDA, in collaborazione con i partner federali e statali, continuerà a monitorare la situazione e a fornire aggiornamenti non appena saranno disponibili nuove informazioni.

Conclusioni

Il caso di influenza aviaria in Texas desta preoccupazione per la possibile evoluzione del virus e il rischio di contagio tra le specie. Tuttavia, le autorità sanitarie stanno monitorando la situazione e attuando misure di contenimento per limitare la diffusione del virus. Il rischio per la popolazione rimane basso, ma è importante mantenere alta l’attenzione e seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie.

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