Pubblicato il report Ismea “I consumi alimentari delle famiglie” che evidenzia come il primo semestre del 2023 sia stato contraddistinto da un’ulteriore crescita, addirittura a doppia cifra, della spesa ed un carrello che risulta, invece, “alleggerito” nei volumi.

Il carrello della spesa per i prodotti alimentari da consumare in casa, secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, nel primo semestre 2023, è costato agli italiani il 10% in più rispetto al primo semestre 2022. Parliamo in termini assoluti di un incremento di oltre cinque miliardi di euro a fronte di una continua contrazione dei volumi ogni mese. Sicuramente un buon deterrente agli sprechi, ma anche un campanello d’allarme per i distributori.

Tra i canali distributivi il supermercato resta il canale predominante con il 40% di share e con una crescita del fatturato del 10,8% sul primo semestre 2022 (-2,1% i volumi venduti attraverso questo canale). Il “piccolo dettaglio tradizionale” continua a perdere appeal e sebbene i fatturati sembrino mantenersi costanti (solo +0,4%) la vendita in termini di volumi evidenzia la più alta contrazione tra i canali distributivi fisici (-6,8%), solo l’e-commerce ha segnato una battuta d’arresto più evidente (-15,6% i volumi esitati).

Nell’ambito della scelta delle referenze da mettere nel carrello continuano ad avanzare i prodotti a marchio del distributore (Mdd o PL). Secondo i dati di NIQ, gli italiani acquistano questo tipo di prodotti per gestire al meglio le proprie spese e avere un maggior controllo sui costi. Infatti, il 43% dei consumatori considera le private label una buona alternativa ai grandi marchi e il 38% ritiene che abbiano in generale un buon rapporto qualità/prezzo.

Prodotti lattiero-caseari

La spesa per i prodotti lattiero-caseari, che pesa sullo scontrino il 14,1%, è aumentata, nel primo semestre 2023, del 17,8% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Si tratta della categoria dove si registrano i maggiori aumenti: per tutte le referenze ci sono variazioni a doppia cifra malgrado per la maggior parte si evidenzi un ridimensionamento dei volumi. Tra tutti i prodotti lattiero caseari è il latte a registrare gli aumenti di prezzo più importanti; in particolar modo, per il latte Uht la spesa del primo semestre è aumentata del 26,3% a fronte di vendite in volume pressoché stabili (- 0,2%). La componente dei formaggi registra incrementi di spesa superiori al 16% con volumi in flessione media del 2%. Solo per i duri si registra un lieve incremento dei volumi (+1,7%) con una spesa che cresce del 15,7%. I formaggi semiduri sono quelli per i quali si evidenzia il più importante incremento dei prezzi medi, con una spesa che cresce del 20,4% e i volumi che si riducono dell’1,2%. Lo yogurt perde il 2,7% in volume con un incremento di spesa del 15,6%.

Carni fresche

Anche la spesa per le carni risulta in sensibile incremento (+9,1%) rispetto allo scorso anno, trainata sempre dalle referenze avicole (+12,6%), le uniche tra tutte le carni a registrare anche aumenti dei volumi acquistati rispetto allo scorso anno (+7,3%); importante anche l’incremento della spesa per le carni rosse (+8,4% le bovine e +8,7% le suine), con volumi in tenuta (-0,2%) per le carni bovine e in graduale riduzione (-2,3%) per le suine.

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