Lo abbiamo chiesto al Prof. Angelo Frascarelli, esperto di politica agroalimentare.

E’ ormai chiaro che la gente ha sempre più a cuore l’ambiente e i diritti degli animali. Questa sempre più crescente sensibilità sta condizionando come mai era successo prima la politica e, conseguentemente, il modo di coltivare la terra e allevare gli animali.

Il Green Deal europeo ha dato un segnale inequivocabile su come la Commissione immagina la nuova Europa, e la strategia Farm To Fork si è posta obiettivi precisi su temi delicati come la gestione degli agrofarmaci, degli antibiotici, delle emissioni di gas climalteranti, etc. E’ quindi invitabile che questa rivoluzione culturale e tecnica abbia sostanzialmente influenzato la Politica Agricola Comunitaria (PAC), e di conseguenza condizionerà le scelte strategiche e tattiche degli allevatori, e in più in generale degli agricoltori. Mai come in questo momento abbiamo l’assoluta necessità di conoscere in dettaglio cosa prevederà la programmazione per il quinquennio 2023-2027 per capire come poter continuare ad attingere alle indispensabili integrazioni economiche della PAC. In ballo ci sono temi importanti che riguardano la gestione delle coltivazioni e come strutturare e gestire gli allevamenti, nella certezza che quello che abbiamo fatto fin ad ora non sarà più possibile, non perché lo vogliono i politici ma perché lo vuole l’opinione pubblica.

Per orientarsi in questo complesso ginepraio abbiamo chiesto aiuto al Prof. Angelo Frascarelli, noto per la sua grande competenza di politica agroalimentare e per il suo modo di raccontare argomenti complessi con grande semplicità e chiarezza. Oggi il Professore è anche Presidente di ISMEA, ossia dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, una importante istituzione che finanzia le imprese agroalimentari, esegue dettagliate analisi delle filiere e assiste le aziende nella gestione del rischio.