I piccoli ruminanti sono stati tradizionalmente allevati in aree svantaggiate, compresi ambienti difficili nei quali altre tipologie di allevamento sarebbero impossibili (Pardo e del Prado, 2020; Leite et al., 2021). Hanno sviluppato un’elevata resistenza e resilienza e il loro allevamento è stato quindi proposto come un’opzione promettente per garantire la sicurezza alimentare in uno scenario di cambiamento climatico (Silanikove e Koluman, 2015; Pardo e del Prado, 2020).

Negli ultimi decenni, tuttavia, la selezione delle pecore da latte si è concentrata sull’aumento dei loro livelli di produzione. Pertanto, alcune delle razze più diffuse nelle principali aziende da latte (ad esempio, le pecore Assaf) hanno perso la loro rusticità, che può essere definita come un insieme di caratteristiche antiche, selvaticità e robustezza (Sauvant e Martin, 2010). Di conseguenza, la durata della loro vita produttiva è stata influenzata da un aumento dell’incidenza di disturbi metabolici e di mastiti (de Rancourt et al., 2006; Milán et al., 2011). La perdita di rusticità potrebbe anche compromettere la loro produttività futura a causa delle sfide alimentari, che si prevede aumenteranno a causa dei cambiamenti climatici e della crisi di approvvigionamento degli alimenti (Tedeschi et al., 2015; Joy et al., 2020).

Attualmente, i programmi di allevamento vengono riorientati verso una migliore efficienza alimentare (FE) anziché sul livello di produzione. Tuttavia, la misura secondo la quale la FE possa essere migliorata senza compromettere la resilienza è ancora in gran parte sconosciuta, non solo nelle pecore, ma nei ruminanti da latte in generale (Zou et al., 2019; Bengtsson et al., 2022; Tarrah et al., 2022). La resilienza rappresenta la capacità di un animale di ritornare rapidamente al livello di produzione e allo stato di salute precedente in risposta ad una problematica (Tedeschi et al., 2015; Joy et al., 2020; Friggens et al., 2022). Pertanto, esplorare la variabilità della risposta e del recupero da una sfida alimentare negli animali con FE divergente può rappresentare un primo passo nell’esaminare la correlazione tra FE e resilienza nelle pecore da latte. In uno studio precedente condotto su pecore in lattazione (Toral et al., 2021), abbiamo osservato che gli animali più efficienti erano anche più produttivi. Pertanto, nel presente studio la nostra ipotesi iniziale era che le pecore più efficienti avrebbero mostrato una risposta peggiore (cioè, una minore resilienza) rispetto agli animali meno efficienti. Nello scenario migliore, le pecore con alta e bassa FE avrebbero una resilienza paragonabile una volta sottoposte alla sfida alimentare e le loro performance iniziali verrebbero recuperate allo stesso modo.

Basandosi su questo, è stato condotto lo studio qui proposto, al fine di confrontare il modello temporale di variazione delle performance degli animali, della fermentazione ruminale e dei parametri ematici in pecore da latte ad alta produzione fenotipicamente divergenti per FE e sottoposte a privazione alimentare acuta (vale a dire, privandole della TMR e limitando la loro dieta al solo consumo di paglia per 3 giorni).

Come primo passo per esaminare la correlazione tra FE e resilienza nelle pecore da latte,  abbiamo esplorato la variabilità nella risposta verso (e nella ripresa da) una privazione alimentare acuta in pecore Assaf ad alto rendimento fenotipicamente divergenti per FE. Innanzitutto, sono state registrate singolarmente l’ingestione di alimento, la produzione e la composizione del latte e le variazioni del peso corporeo nell’arco di un periodo di 3 settimane in un totale di 40 pecore alimentate con una razione mista totale (TMR) ad libitum. I dati sono stati utilizzati per calcolare il loro indice di FE (FEI, definito come la differenza tra l’assunzione effettiva e quella prevista stimata tramite il fabbisogno energetico netto per il mantenimento, la produzione e la variazione di peso).

Le pecore con efficienza alimentare più alta e più bassa (rispettivamente gruppi H-FE e L-FE; 10 animali per gruppo) sono state selezionate e poi sottoposte alla prova alimentare (ovvero, ritiro della TMR e dieta limitata al solo consumo di paglia per 3 giorni). Successivamente, le pecore sono state nuovamente alimentate con TMR ad libitum. Sono stati esaminati i modelli temporali di variazione dei tratti di performance, della fermentazione ruminale e dei parametri ematici. È stata osservata una buona concordanza tra FEI, residual feed intake e rapporto di conversione dell’alimento.

I risultati supportano il fatto che le pecore H-FE sono più produttive delle pecore L-FE ad un livello di assunzione simile. Gli andamenti temporali medi della produzione di latte generati da un modello piecewise suggeriscono che i pattern temporali di variazione in questo tratto sarebbero correlati al livello di produzione precedente la sfida (vale a dire, le pecore H-FE presentavano una risposta e un recupero più rapidi rispetto a quelle L-FE).

Considerando tutti i tratti studiati, la risposta complessiva e il recupero dalla sottoalimentazione erano apparentemente simili o addirittura migliori nell’H-FE rispetto all’L-FE. Ciò confuterebbe l’ipotesi iniziale di una minore resilienza delle pecore più efficienti in seguito ad una sottoalimentazione acuta. Tuttavia, resta la questione se una restrizione alimentare a lungo termine possa compromettere la capacità delle pecore H-FE di mantenere o di ritornare a uno stato di elevata produzione, cosa che richiederebbe ulteriori ricerche.

La presente nota è tratta dall’articolo pubblicato sulla rivista Journal of Dairy Science intitolato:“Relationship between feed efficiency and resilience in dairy ewes subjected to acute underfeeding”
E. Barrio,1 G. Hervás,1* M. Gindri,2 N. C. Friggens,2 P. G. Toral,1 and P. Frutos1
1 Instituto de Ganadería de Montaña (CSIC-University of León), Finca Marzanas s/n, 24346 Grulleros, León, Spain
2UMR 0791 Modélisation Systémique Appliquée aux Ruminants, INRAE, AgroParisTech, Université Paris-Saclay, 75005 Paris, France

https://doi.org/10.3168/jds.2022-23174