Oggetto: Quote latte 2005-2006: sentenza della Corte di giustizia dell’UE dichiara i criteri supplementari stabiliti dall’AGEA in contrasto con l’allora normativa dell’Unione

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000296/2022alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Mara Bizzotto (ID)

Sull’annosa questione delle quote latte, la sentenza della Corte di giustizia dell’UE del 13 gennaio 2022 ha stabilito che, ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 595/2004, i criteri stabiliti dalla normativa italiana del 2003 per la restituzione delle multe pagate in eccesso violavano la normativa dell’UE del tempo.

La sentenza nella causa C-377/19 ha quindi accolto il ricorso presentato da otto allevatori italiani contro l’AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) in relazione all’applicazione di criteri supplementari nell’annata di produzione lattiera 2005-2006.

Secondo la normativa italiana, i produttori in regola con i versamenti delle multe rappresentavano una categoria prioritaria per la restituzione del prelievo riscosso in eccesso. Tuttavia, solo dopo il 2006 la normativa dell’UE ha dato la possibilità agli Stati membri di aggiungere criteri supplementari, previa consultazione della Commissione.

La summenzionata sentenza dovrebbe chiudere l’annoso problema delle quote latte, visto che tutte le annate oggetto di prelievi supplementari sono state, di fatto, dichiarate nulle.

Dal momento che, da oltre vent’anni, diverse migliaia di allevatori italiani devono pagare multe comminate con l’accusa di aver sforato le quote di produzione del latte assegnate all’Italia dall’UE, può la Commissione indicare se:

si impegnerà, in collaborazione con il governo italiano, a porre fine all’annosa questione delle quote, che ha messo in ginocchio moltissimi produttori italiani, concordando una soluzione politica, come richiesto anche da Franco Verrascina, presidente della Copagri?

Risposta data dal Sig. Janusz Wojciechowski a nome della Commissione (4 marzo 2022)

A causa delle carenze da parte dell’Italia nel gestire la riscossione del prelievo per la sovrapproduzione di latte dovuto dai singoli produttori che hanno superato le rispettive quote latte individuali, nel 2013 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia ai sensi dell’articolo 258 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e nel 2015 ha deferito la questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE).

Nella sua sentenza del 24 gennaio 2018 nella causa C-433/151, la Corte di giustizia ha stabilito che l’Italia è venuta meno all’obbligo di garantire che il prelievo supplementare dovuto per la produzione realizzata in Italia in eccesso rispetto al livello della quota nazionale (anni di produzione dal 1995/96 al 2008/09), a) fosse addebitato ai singoli produttori che avevano contribuito a ciascun superamento di produzione, b) fosse tempestivamente pagato, previa notifica dell’importo dovuto, dall’acquirente o dal produttore, in caso di vendite dirette, ovvero c) qualora non pagato nei termini previsti, fosse iscritto a ruolo ed eventualmente riscosso coattivamente presso gli stessi acquirenti o produttori.

A norma dell’articolo 260, paragrafo 1, del TFUE, l’Italia deve adottare le misure necessarie per conformarsi a tale sentenza. La Commissione sta monitorando l’esecuzione di tale sentenza da parte dell’Italia.

1) Causa C-433/15 Commissione/Italia

 

Fonte: Parlamento europeo