Quando si tratta di scegliere gli animali per il proprio allevamento il regolamento del biologico invita a privilegiare razze o linee genetiche con la capacità di adattarsi alle condizioni locali.​

Questo mette in luce l’importanza della variabile animale nel sistema azienda e di come anch’esso debba essere contestualizzato in una gestione a bassi input esterni e in armonia con le diverse variabili aziendali.

La mancanza di coerenza tra la fisiologia ed etologia dell’animale e l’ambiente in cui vive porrà le basi per la manifestazione di problemi che dovremo risolvere con “armi” costose e limitate proprio perché in regime bio.

Razze o linee genetiche rimangono comunque concetti molto ampi, dentro ai quali si manifesta l’incredibile variabilità degli individui, ed è in questa variabilità che si trova quello che serve ad ogni contesto.

Figura 1 – Una buona salute e stato di forma sono sinonimo di coerenza tra costruzione fisica dell’animale contesto in cui viene allevato.

Nell’applicazione pratica il filo conduttore rimane quello di seguire quello che la Natura ci indica.

La Natura lavora per funzioni e, a livello fisico, la funzione è data dalla forma. Cambiando la forma di un essere vivente, cambia anche il suo modo di funzionare.

Va da sé che per concretizzare questo principio è necessaria una chiave di lettura che metta in relazione forma e funzione.

Questa chiave di lettura esiste ed è contestualizzata in un piano di accoppiamenti dall’Analisi aAa® & WEEKS®.

Fondato nel 1950 da William A. Weeks, era la risposta all’eterna domanda del perché due buoni genitori non producono costantemente buona progenie e perché da mediocri genitori usciva anche ottima progenie.

Dopo decine di migliaia di osservazioni su vacche, e dati raccolti dal 1940 al 1950, questo giovane punteggiatore del Vermont (Usa) iniziò a capire come la Natura lavorava nel “gioco” degli accoppiamenti e di come la progenie non è figlia semplicemente di due genitori ma, appunto, di un accoppiamento.

In questo percorso scoprì la relazione tra le parti, principio basato sull’interazione di tutte le zone del corpo con le altre in cui un problema manifestato in una parte ha la causa spesso in un’altra.

Rese poi tutti questi concetti disponibili per gli allevatori razionalizzandoli in un piano di accoppiamenti e un lavoro per chi avesse voluto: i cosiddetti “analizzatori”, attualmente 21 sparsi in tutto il mondo.

All’inizio l’applicazione fu la razza bovina holstein, ma vista la bontà dei risultati, l’utilizzo fu allargato anche alle altre razze bovine e addirittura ad altre specie: capre, pecore, equidi e suini.

A titolo di curiosità esiste una lista dei riproduttori maschi di razza holstein prodotti da un accoppiamento diretto aAa® in cui sono presenti praticamente tutti i grandi nomi che hanno fatto la storia della razza dagli anni ’50 ai primi anni ’90 del secolo scorso, tori che ancora oggi sono orgoglio e vanto delle aziende di provenienza e dei centri che ne hanno prodotto seme.

Ogni approfondimento a riguardo è disponibile.

Ma come funziona questo metodo a livello pratico?

Dall’iniziale suddivisione dei corpi in individui robusti/rotondi e fini/spigolosi si è riusciti a individuare le sei tipologie di forma a cui si possono richiamare, di fatto, tutti gli animali. Forma che presenta un certo tipo di funzionamento e reazione all’ambiente esterno.

L’animale cosiddetto equilibrato è quello che idealmente possiede qualità di tutte le sei tipologie, avendo così le parti del corpo che lavorano coerentemente e in sintonia.

Gli organi del corpo sono sviluppati a sufficienza per il corretto funzionamento degli apparati.

Figura 2 – Larghezza significa sviluppo dell’apparato digerente, rumine in primis così da convertire meglio i foraggi.

Le zone chiave dell’anteriore, come la testa e il torace, sono correttamente costruite nelle proporzioni per ottenere produzione e salute che vediamo manifestati nel posteriore.

Questo significa espletare le funzioni vitali in maniera più semplice. I vari aspetti che si vogliono migliorare arrivano come conseguenza: fertilità, produzione in carriera, salute dei piedi, gestione del periparto più facile, minor predisposizione a dismetabolie, miglior capacità a convertire foraggio in latte o carne, minor numero di distocie, ecc…

Il problema si manifesta quando è presente un forte sbilanciamento verso una o poche tipologie a discapito delle altre. Il malfunzionamento che possiamo osservare in un qualsiasi corpo animale è solo la conseguenza di cause a monte nella forma.

Tutto inizia con la costruzione animale ma che, attraverso l’ambiente, posso “mascherare” o mettere a nudo a seconda che la gestione sia buona o meno.

Figura 3 – Profondità toracica significa apparato cardiocircolatorio più sviluppato e zone posteriori in salute.

Anche per questo motivo quando si passa a disciplinari più restrittivi gli stessi animali possono presentare problemi prima non manifestati, fertilità e dismetabolie post parto in primis.

Per arrivare a questa tipologia di animale in equilibrio che funziona viene indicato, per la femmina, in ordine di importanza da sinistra a destra il numero/tipo di animale che necessita maggiormente.

Ad esempio una vacca #435 avrà bisogno prima di tutto del tipo #4 un pò meno del tipo #3, ancora meno del tipo #5 e così via.

Nel maschio si analizza, invece, l’ordine di trasmissione. Di conseguenza, il primo numero sarà quello che trasmette di più perdendo importanza man mano che vado verso destra nella sequenza.

L’accoppiamento ideale richiede così che codice maschio e codice femmina combacino.

Ad esempio #342 femmina con #342 maschio.

A ogni generazione converto così verso quel tipo in equilibrio indipendentemente dal livello dei genitori.

Questo mi permette anche di manifestare molto più facilmente quello che la selezione vuole migliorare, qualsiasi essa sia.

Perché se la selezione premia certe caratteristiche nella direzione voluta, l’analisi permette di mantenere il corpo in equilibrio in modo che queste caratteristiche possano esprimersi in pieno nella progenie vivente.

L’Analisi aAa® cambia completamente il punto di vista del concetto di selezione a cui normalmente siamo abituati pur non essendo in contrasto con esso. I due sistemi, infatti, danno i  migliori risultati quando lavorano insieme essendo complementari.

L’apparente difficoltà iniziale ad apprenderne i concetti è in realtà solo conseguenza della novità. Novità che costringe a pensare poiché l’Analisi aAa® non è un dogma ma un metodo. Metodo che possiamo paragonare a una lingua: qualcuno la potrà parlare meglio, qualcuno peggio, ma chiunque può impararla, l’importante è volerlo.

Ma l’allevatore che inizia a padroneggiare il sistema vedrà decisamente aumentata la propria consapevolezza della variabile animale del suo organismo azienda, e le scelte in materia di genetica saranno molto più sicure e contestualizzate alla propria realtà.

Autore

Daniele Valcavi

Si occupa di allevamento da 25 anni. Durante le prime esperienze come dipendente in diversi allevamenti ha maturato l’idea che un altro metodo fosse possibile. Inizia così un percorso di studi in diversi Paesi, Olanda e Usa in particolare, che lo portano nel 2005, oltre ad approfondire il tema pascolo, a diventare analizzatore ufficiale del sistema di accoppiamenti aAa and Weeks, sistema che si basa sulla costruzione fisica del corpo considerandolo nelle sue interazioni. Nel 2006 iniziano le prime esperienze di pascolo in pianura padana e nel 2011 nasce l’azienda agricola DEL GIGANTE. Inizia così una sperimentazione in prima persona di tecniche di pascolo, linee-guida di biodinamica, e diverse tecniche di gestione basate sull’alimentazione a erba. Dal 2021 è consulente per gestioni a pascolo e dal 2022 collaboratore del CREA-ZA.