Conoscere a fondo i dettagli della prima DOP Italiana come volume, può aiutare in un modo o nell’altro tutti gli attori della filiera del latte bovino del nostro Paese, specialmente in momento così confuso come quello l’attuale. Dalle esperienze altrui si impara infatti molto.

Chi meglio di Stefano Berni, direttore del Consorzio di Tutela Grana Padano DOP, ci poteva accompagnare in questo viaggio conoscitivo?

La produzione del Grana Padano abbraccia grosso modo tutte le regioni del Nord geografico Italiano (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino – Alto Adige e Veneto).

Tutti i dettagli dei “numeri” di questa DOP li potrete ascoltare nell’intervista, ma qualche dato saliente si può anticipare. Per fare il Grana Padano si utilizza all’incirca il 25% del latte italiano (2.800.000 ton) e il 50% del latte dedicato a produrre le nostre DOP. I dati completi del 2021 sono ancora in fase di elaborazione ma nel 2020 la produzione è stata di oltre 5.200.000 forme, ma il dato più significativo è che oltre il 43% è stato esportato.

Molte sono state però le domande che abbiamo fatto al Dott. Berni.

Abbiamo chiesto puntualizzazioni sulle modifiche minori proposte per il Disciplinare, e quella che ci ha più colpito è il pretendere che le bovine destinate a produrre latte per fare il Grana Padano debbano nascere nell’area del comprensorio. Berni ha ritenuto importante “radicalizzare” ulteriormente l’essere italiano del Grana Padano, non tanto per i nostri consumatori già abituati ai prodotti a Denominazione quanto per consolidare ed espandere l’esportazione.

Nella chiacchierata a tutto tondo con Berni abbiamo toccato anche argomenti spinosi come l’embargo Russo, i rapporti con sempre idilliaci con la GDO e il ritorno economico che dà agli allevatori il produrre il latte per una DOP.

Per saperne di più, vi lasciamo alla video intervista!