L’interazione tra vitelli ed esseri umani aiuta i giovani bovini a ridurre i comportamenti orali anomali e a migliorare il loro riposo. Lo ha rivelato un recente lavoro pubblicato da un team di ricercatori dell’Università della Florida sul Journal of Dairy Science, che ha dimostrato inoltre che gli effetti benefici si protraggono anche in età adulta.

Ve ne riassumiamo i risultati in questo nuovo articolo per la rubrica “Obiettivo vitelli by Virbac”.

Introduzione

È stato dimostrato che le pratiche di allevamento convenzionali dei vitelli che prevedono isolamento sociale e limitate opportunità di espletamento del naturale comportamento alimentare, hanno una serie di effetti dannosi sullo sviluppo comportamentale. Una preoccupazione comune è il diffuso comportamento orale anomalo nei vitelli da latte, che comprende la suzione diretta di elementi delle recinzioni o la suzione dei loro simili quando si ritrovano in gruppo. Gli approcci adottabili per ridurre parzialmente questi atteggiamenti implicano il ricorso a comportamenti alimentari più vari e naturali, incluso l’utilizzo delle tettarelle di gomma, o l’accesso al foraggio. Nonostante queste opportunità, la modalità con cui vengono allevati i vitelli da latte in modo convenzionale rimane piuttosto limitante e probabilmente ha implicazioni per lo sviluppo di comportamenti anormali e ripetitivi.

Considerando il coinvolgimento umano nell’allevamento dei vitelli, le relazioni uomo-animale possono rappresentare una componente fondamentale nello sviluppo comportamentale dei bovini. Si è visto, infatti, che una manipolazione delicata da parte dell’uomo ha vari effetti positivi sui vitelli giovani, tra cui una ridotta reattività alla presenza umana e una maggiore facilità di manipolazione. Il contatto umano tattile, compreso lo spazzolamento, può essere particolarmente utile. Westerath et al., 2014 hanno scoperto che la frequenza cardiaca si riduceva dopo la spazzolatura, suggerendo una riduzione dell’eccitazione, e hanno ipotizzato che le spazzole fossero percepite positivamente, poiché i vitelli vi si appoggiavano e allungavano il collo durante la spazzolatura. Sebbene non siano stati valutati gli effetti del contatto umano e dello spazzolamento sui comportamenti orali anomali nei vitelli, Horvath et al., 2020 hanno scoperto che i vitelli a cui era stato fornito l’accesso alle spazzole fisse nel loro recinto mostravano un minor comportamento orale anomalo e trascorrevano più tempo sdraiati dopo i pasti, il che può essere interpretato come una ridotta eccitazione dopo l’assunzione di cibo.

Poiché i vitelli spesso cercano il contatto umano, come dimostrato da Lensink et al., 2000, si può ipotizzare che trovino gratificante l’imitazione dell’allogrooming da parte dell’uomo. Questo tipo di interazione uomo-animale può essere ancora più importante per i vitelli che vengono stabulati individualmente senza alcun contatto fisico con i conspecifici. Ad esempio, risultati di studi precedenti suggeriscono che i vitelli alloggiati individualmente iniziano il contatto con gli esseri umani più facilmente rispetto ai vitelli alloggiati in coppia (Duve et al., 2012).

Lo studio

Esistono ad oggi molte lacune nella conoscenza dei potenziali aspetti della relazione uomo-animale, pertanto, con questo studio, i ricercatori della Florida hanno voluto approfondire gli aspetti legati alla stabulazione individuale e al contatto con l’uomo, per valutarne gli effetti sui comportamenti anormali che si manifestano particolarmente al momento dello svezzamento (ad es., suzione incrociata; Salter et al., 2021). Viste le ricerche a disposizione, si è partiti dall’ipotesi che il contatto umano subito dopo l’allattamento riduca i comportamenti anomali e favorisca il riposo dopo il pasto, e che gli animali stabulati singolarmente cercherebbero un maggiore contatto con gli esseri umani e mostrerebbero una maggiore tendenza alla suzione non alimentare, rispetto a quelli allevati in coppia.

Sono stati valutati dei vitelli di razza Holstein entro 24 dalla nascita e gestiti per le prime 7 settimane di vita secondo le procedure operative standard della University of Florida Dairy Unit. In particolare 14 individui sono stati stabulati singolarmente e altri 28 a coppia (ovvero 14 coppie). La dimensione del campione è stata decisa sulla base di lavori precedenti che esaminavano gli effetti della fornitura di spazzole sulla durata del comportamento orale non nutritivo nei vitelli stabulati individualmente (). I recinti individuali e doppi erano intervallati. I recinti avevano lettiera in sabbia e situati all’interno di un fienile con i lati aperti dove erano protetti dalla pioggia e dal sole (la temperatura massima giornaliera media era di 23,9 ± 5,2°C (media ± SD) e la minima giornaliera era di 6,8 ± 6,0°C ).

A tutti i vitelli sono stati forniti 8 litri di sostituto del latte (28% CP e 20% grassi; Suwannee Valley Feeds) in 2 pasti al giorno (alle 06:30 e alle 14:30) tramite secchio con tettarella, più un mangime starter ad libitum ed acqua. Durante l’esperimento gli animali non hanno ricevuto foraggio, è stata effettuata la cauterizzazione dell’abbozzo corneale a quattro settimane, e tutti i contatti umani sono stati standardizzati e limitati alla somministrazione di mangime e agli esami sanitari di routine, al di fuori degli interventi descritti qui di seguito.

A 6 settimane di età  (42 ± 1,8 giorni di età; media ± SD) i vitelli hanno iniziato lo svezzamento, con riduzione graduale della quantità di latte nel corso di 10 giorni. Per i primi 4 giorni di svezzamento nella sesta settimana, quando la quantità di latte era ridotta a 6 L/die, i vitelli sono stati esposti a periodi ripetuti di contatto umano, immediatamente successivi alla allattamento mattutino delle 06:30, intervallati da giorni di controllo in cui non si è avuto nessun contatto umano aggiuntivo oltre alla gestione standard. Nel corso di questi 4 giorni di test, ciascun vitello è stato sottoposto a 2 giorni di un trattamento di controllo, in cui non vi era alcun cambiamento nel programma giornaliero, e 2 giorni di un trattamento sperimentale che prevedeva la presenza e l’interazione umana per 5 minuti consecutivi, in ​​una finestra di 15 minuti, in cui l’uomo grattava il collo dell’animale.

I risultati

Ciò che è emerso è che questi comportamenti orali non nutritivi, che nei vitelli da latte si verificano soprattutto durante i pasti (de Passillé e Rushen, 1997;Haley et al., 1998), vengono ridotti attraverso alcuni aspetti dell’interazione umana. In generale, i vitelli sono attivi e cercano stimoli dopo l’assunzione di latte e mostrano anche un maggiore coinvolgimento con gli elementi di arricchimento, compreso l’uso delle spazzole (Zobel et al., 2017;Horvath et al., 2020).

Non è chiaro se gli effetti del contatto umano nel ridurre il comportamento orale non nutritivo fossero dovuti a qualche aspetto della presenza umana o specificamente all’esperienza tattile del grattarsi, che aveva lo scopo di imitare la spazzolatura. In precedenza, è stato scoperto che il mettere a disposizione una spazzola riduceva la suzione diretta al recinto e aumentava il riposo (Horvath et al., 2020) e anche il rotolamento della lingua è risultato ridotto nei vitelloni che avevano spazzole a disposizione (Parco et al., 2020). Comunque ciò che è risultato è che, nell’ora successiva alla poppata, nei vitelli che hanno partecipato alla sperimentazione c’è stato un aumento del tempo di decubito e una riduzione dei comportamenti orali non nutritivi, cose che possono suggerire che il contatto umano riduce l’eccitazione.

In conclusione, si può dire che è stata riscontrata una diminuzione generale dei comportamenti orali non nutritivi (diretti al recinto per i vitelli alloggiati individualmente e diretti ai simili per i vitelli alloggiati in coppia) a seguito dell’intervento umano, una riduzione della durata totale di certi comportamenti e un aumento del tempo di riposto in entrambi i trattamenti stabulativi. Sebbene il meccanismo di questi effetti non sia chiaro, siano essi legati ad un aumento della stimolazione ambientale, a una diminuzione dello stress o alla stimolazione tattile, si potrebbe suggerire che fornire un contatto umano positivo possa essere una forma di arricchimento per i vitelli da latte.

Tratto da: “Influences of human contact following milk-feeding on nonnutritive oral behavior and rest of individual and pair-housed dairy calves during weaning”, di S.B. Doyle e E.K. Miller-Cushon. Journal of Dairy Science. https://doi.org/10.3168/jdsc.2022-0264.