L’azienda Fantasy Holstein della famiglia Oitana di Scalenghe sorge ai piedi del Monviso, in una zona pianeggiante a 250 metri sul livello del mare circondata dalle montagne e molto vocata per la zootecnia.

Dal 1997 Guido e suo fratello Ezio hanno iniziato a gestire in prima persona l’attività un tempo dei nonni, coadiuvati da quattro dipendenti, puntando fortemente sulla selezione della razza Frisona e cercando spunti continui di miglioramento ed innovazione.

Infatti, se da una parte il lavoro svolto negli anni dalla famiglia Oitana sulla genetica della mandria è una realtà ben conosciuta nel comparto zootecnico da latte, dall’altra le tante scelte gestionali da loro attuate quotidianamente, sono forse meno note ma altrettanto affascinanti e degne di nota. L’azienda Fantasy Holstein spicca, infatti, nelle sue tecniche di allevamento per versatilità e attenzione ai temi di maggiore attualità.

Una delle prime informazioni che apprendo quando chiedo di raccontarci un po’ la loro realtà è, ad esempio, il fatto che sono parte di una cooperativa di 6 soci che si sono uniti per realizzare un impianto di produzione di biogas da 1 Mega. Con gli stessi soci hanno poi deciso di fare un ulteriore passo e acquistare tutti insieme delle attrezzature costose e dei macchinari più grandi per mettere in atto alcune pratiche agricole maggiormente efficienti e sostenibili, come ad esempio quella dell’“interramento del digestato” nei prati stabili. “Una simile tecnica – ci dice Guido – permette di ridurre fortemente l’uso dei concimi zootecnici, di una percentuale che si avvicina quasi al 30%”, il che rappresenta un notevole vantaggio su più fronti: innanzitutto riduce l’impatto ambientale delle coltivazioni, e poi consente di tagliare molti dei costi necessari per concimare, che in questo periodo storico ricordiamo essere quasi triplicati. L’azienda, inoltre, si estende su alcune zone identificate come “vulnerabili” dalla direttiva Nitrati e quindi è necessario ridurre al massimo le concimazioni ed avere molto terreno a disposizione. A tal proposito il proprietario sottolinea l’importanza di avere terreno a sufficienza per produrre alimenti per i propri animali, ritenendo questo un aspetto fondamentale ed imprescindibile per chi alleva, tanto che loro stessi hanno preso anche degli appezzamenti in affitto per essere quasi totalmente autosufficienti nella produzione dei foraggi, arrivando a lavorare circa 160 ettari per soddisfare i fabbisogni nutritivi di una mandria che conta circa 230 vacche in mungitura.

   

Tra le principali colture prodotte hanno: erba medica, che affienano e insilano, mais con cui fanno sia pastone che insilato, miscugli di cereali autunno-vernini, con cui fare fieno da usare al posto della paglia, e ancora loietto e frumento, conservati attraverso l’insilamento. Sicuramente anche la grande disponibilità di acqua, garantita dai fiumi che scendono dalle montagne circostanti e dalle superficiali falde acquifere presenti, rende la coltivazione più semplice e sostenibile in termini di costi e di impatto aziendale, ma se altresì fosse stato più difficile, Guido ci dice che avrebbero comunque portato avanti questa scelta perché sono fermamente convinti che i foraggi possano fare davvero la differenza, sia in termini di benessere degli animali che di produzione. A proposito di produzione, l’azienda ha visto degli incrementi notevoli dal 2008 in avanti, ottenuti sia grazie agli investimenti in genetica che lavorando sulle tecniche gestionali. E proprio la continua ricerca di miglioramento ha portato i fratelli Oitana ad optare dal 2015 per l’inserimento della pratica della terza mungitura come prassi operativa, da cui hanno ottenuto ottimi risultati soprattutto in termini di benessere animale. Ci dilettiamo infatti a fare dei semplici conti insieme, convenendo sul fatto che l’incremento produttivo ottenuto, ripaga essenzialmente le maggiori spese necessarie per ottemperare a tale attività (personale, energia, usura dell’impianto) ma che il vero e reale guadagno risulta essere l’innalzamento del livello di salute della mandria, misurabile con la riduzione dell’incidenza delle mastiti e conseguentemente dell’uso di antibiotici. Un tema scottante quest’ultimo, ma come anticipato inizialmente, l’azienda Oitana si distingue per il suo essere estremamente all’avanguardia, e parlando di sanità della mammella vengo a sapere che da ben 5 anni hanno introdotto la pratica dell’asciutta selettiva aderendo al programma “Masti-Stop”, servizio promosso dall’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte mirato ad affrontare il problema della qualità latte da punto di vista igienico-sanitario con particolare riferimento all’indice citologico e agli eventi mastitici. Nell’ambito di questo progetto viene effettuato uno screening delle bovine da asciugare o di quelle che presentano problematiche, con l’ausilio del CMT (California Mastitis Test) e sui quarti che presentano alterazioni si effettua il prelievo del latte e l’antibiogramma al fine di somministrare una terapia mirata. Dunque, l’insieme di gestione dell’alimentazione, routine di mungitura e monitoraggio qualitativo del latte consentono all’azienda di ottenere risultati decisamente soddisfacenti, viaggiando attualmente ad una media di cellule somatiche attorno alle 160.000/ml. Incuriosita da tanta lungimiranza domando che sala di mungitura abbiano, e Guido mi risponde che utilizzano ancora la classica “spina di pesce” 8+8 acquistata nel 1991 a cui viene fatta regolare manutenzione ma nulla più, in quanto si ritrovano molto nell’ “idea americana che le attrezzature vadano utilizzate al massimo della loro capacità giornaliera e quanto più possibile nel tempo”. Riguardo la gestione riproduttiva la scelta imprenditoriale degli ultimi anni è stata quella di avvalersi esclusivamente di tori genomici utilizzando seme sessato in maniera mirata su circa il 50% della mandria che è completamente costituita da animali testati, mentre sulle altre bovine vengono utilizzati tori da carne che consentono di ottenere un vitello più performante in termini di incremento ponderale giornaliero e di sbocco sul mercato. Guido ed Enzo sono fortemente soddisfatti dei risultati ottenuti attraverso la selezione genetica, e ritengono che la genomica gli abbia permesso di fare un notevole balzo in avanti in poco tempo sia in termini quantitativi che qualitativi, se consideriamo che in pochi anni hanno raggiunto delle produzioni medie attorno ai 41 kg/capo/giorno con titoli che si aggiornano attorno al 4% per il grasso e al 3,40% per la proteina. Adesso si stanno concentrando sull’aumento del numero medio di parti per vacca, già nettamente migliorato, e che contano a breve di stabilizzare sul 3.

La gestione della vitellaia viene effettuata, secondo i dettami della normativa vigente, con utilizzo di gabbiette individuali a terra per i primi due mesi, per poi mettere i vitelli in recinti collettivi da 4 unità. Particolare attenzione viene messa nella rapida somministrazione del colostro e nell’alimentare i vitelli almeno 3 volte al giorno, fin quando non sopraggiunge la delicata fase di svezzamento che viene effettuata in maniera molto graduale, dapprima con fieno e mangime e poi con miscelata a secco.

Dopo questa panoramica sugli aspetti più salienti dell’organizzazione lavorativa chiedo quali siano secondo loro le maggiori criticità di questo mestiere e, tralasciando il discorso del prezzo del latte a tutti gli addetti tristemente noto più che mai in questo periodo i cui tutti gli input necessari alla produzione (materie prime, energia, carburanti ecc) sono aumentati a dismisura, mi segnala l’imponente burocrazia con cui ogni giorno sono chiamati a confrontarsi per adempiere a tutti gli obblighi connessi alle pratiche di allevamento e agricoltura. Rispetto a tale tematica Guido ci parla di un’idea che avrebbe voluto mettere in piedi con i suoi colleghi della cooperativa, ma che probabilmente ad oggi risulta ancora prematura, ovvero quella di affidare ad un unico tecnico tutti gli aspetti inerenti alla tenuta delle registrazioni cogenti ed ogni altro tipo di burocrazia. Altro aspetto delicato è sicuramente quello della gestione dei periodi di riposo durante l’anno, che ad oggi si può concedere solamente chi l’azienda la conduce insieme ad altre persone socie o familiari. Divaghiamo allora sul fatto che sarebbe bello disporre di un’organizzazione come in Finlandia, dove esistono figure competenti, pagate dallo Stato, cui è possibile rivolgersi per essere sostituiti in un periodo limitato, e aggiungiamo che infondo basterebbe anche solo che esistesse una rete privata di professionisti preparati e disponibili per tale attività, per rendere il mestiere dell’allevatore un impiego come altri, con giornate libere e maggiori possibilità di riposo e svago, perché la vita è fatta anche di questo, ed è giusto sia così!

Proprio a proposito di svago e passioni concludiamo la nostra intervista parlando di fiere zootecniche, anche in considerazione dell’appena conclusa Fieragricola di Verona cui l’azienda Fantasy Holstein ha partecipato in prima linea, e Guido ci parla della loro grande dedizione che si evince facilmente dai tanti traguardi raggiunti come dimostrano le coccarde affisse sul muro alle sue spalle. Una passione trasmessa alle sue figlie e nipoti, che ormai partecipano attivamente a questi eventi. Uno degli aspetti più importanti di certe manifestazioni è, secondo loro, proprio il coinvolgimento dei giovani, la loro aggregazione, il permettergli di incontrarsi con i colleghi del settore e scambiarsi idee e informazioni, così come il confrontarsi sulla morfologia degli animali visualizzando i risultati concreti di ciò che si seleziona attraverso gli indici genetici. Per il personale aziendale e per tutta la famiglia Oitana la partecipazione alle fiere è vissuta come uno stimolo a fare del proprio meglio, ed i risultati ottenuti rappresentano per tutti loro un vanto ed anche la soddisfazione di un ritorno economico nella vendita degli animali da vita.

Dunque un’azienda veramente poliedrica e funzionale, la Fantasy Holstein,  che offre a tutti noi tanti spunti di riflessione per guardare al futuro con fiducia ed professionalità.

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