Introduzione

Il pubblico generale, e in particolare gli individui che consumano prodotti di origine animale, può sostenere le nuove normative e richiedere prodotti in linea con le proprie aspettative e preoccupazioni, e di conseguenza può influenzare le pratiche di allevamento. Per l’allevamento da latte biologico, l’aumento della domanda pubblica ha determinato una crescita del mercato. La ragione dell’aumento di tale domanda è stata associata alle percezioni dei consumatori, poiché si ritiene che il cibo biologico sia più sano, rispettoso dell’ambiente e fornisca standard di benessere animale più elevati rispetto alla sua controparte convenzionale.

È stato ipotizzato che tali percezioni siano legate anche al non utilizzo di antibiotici, ormoni e sostanze chimiche sintetiche, nonché di organismi geneticamente modificati, che i consumatori considerano poco naturali, non necessarie e/o dannose.

Oltre alla domanda dei consumatori, negli Stati Uniti l’allevamento biologico da latte è definito da normative che, tra le altre cose, regolano l’impiego di antibiotici. Nello specifico, l’United States Department of Agriculture (USDA) ha imposto negli Stati Uniti standard per l’allevamento animale biologico (compresi i bovini da latte) che riguardano l’utilizzo di antibiotici, che da qui in poi verranno indicati come “Standard biologici statunitensi sull’utilizzo di antibiotici” (USDA, 2002).

Detto ciò i produttori di latte biologico possono utilizzare gli antibiotici per curare le patologie dei loro bovini, ma non possono commercializzare come biologici i prodotti ottenuti da bovini trattati. Se vengono utilizzati antibiotici nel trattamento, lo status di biologico dell’animale viene perso e l’animale deve essere assolutamente separato dalla mandria biologica.  Tuttavia, gli allevatori biologici non sono legalmente autorizzati a sospendere il trattamento antibiotico di un animale malato per mantenere il suo stato biologico (USDA, 2013).

La Veterinary Feed Directive (VFD) è un altro regolamento sull’impiego di antibiotici adottato negli Stati Uniti dalla FDA per promuovere un utilizzo più consapevole degli antibiotici nel settore dell’allevamento (biologico e convenzionale). Secondo la VFD, negli Stati Uniti gli antibiotici importanti dal punto di vista medico (cioè importanti per il trattamento di patologie nell’uomo) non devono essere più consentiti negli animali destinati alla produzione alimentare, né come promotori della crescita né per migliorare l’efficienza alimentare.

Poiché vi sono indicazioni su come le percezioni dei consumatori riguardanti l’utilizzo degli antibiotici nei sistemi di produzione animale possano influenzare il mercato dei latticini e le pratiche allevatoriali statunitensi, è necessaria una comprensione più approfondita delle attitudini dei consumatori riguardo l’impiego degli antibiotici, comprese le normative pertinenti.

In linea generale, non sappiamo se i consumatori sono contrari all’utilizzo di antibiotici negli allevamenti o se percepiscono il loro utilizzo come un’opzione di trattamento ammissibile per gli animali malati anche se con moderazione. Inoltre, devono ancora essere prese in considerazione le preoccupazioni dei consumatori in merito all’antibiotico resistenza nella produzione lattiero-casearia.

L’obiettivo di questo studio era quello di indagare le percezioni della gente riguardo le pratiche di allevamento biologico e convenzionale, in particolare in relazione all’utilizzo di antibiotici, nonché di valutare se queste percezioni possano essere associate al loro ricordo delle decisioni sull’acquisto di prodotti lattiero-caseari biologici.

Inoltre, l’obiettivo era quello di avviare una discussione sui valori e sui conflitti che definiscono l’utilizzo di antibiotici all’interno dell’attuale sistema di allevamento da latte (biologico e convenzionale) con l’obiettivo a lungo termine di identificare quei fattori che potrebbero essere successivamente designati per promuovere socialmente, economicamente e ambientalmente procedure di utilizzo sostenibili in queste realtà.

Lo studio

Gli Stati Uniti, come l’Europa, regolamentano l’utilizzo degli antibiotici in allevamento per fronteggiare il problema globale dell’antibiotico resistenza. Negli allevamenti convenzionali le vacche da latte trattate con antibiotici rimangono nella mandria e, dopo il periodo di sospensione previsto, il loro latte viene raccolto nuovamente.

Negli allevamenti biologici, lo standard biologico statunitense sull’impiego di antibiotici richiede che le vacche da latte malate vengano trattate, e successivamente rimosse dalla mandria e il loro latte non potrà mai più essere venduto come biologico certificato.

Lo studio pubblicato nel 2021 sul Journal of Food Science, ha preso in esame questo aspetto in relazione alle percezioni dei consumatori. Ovvero sono state analizzate quali sono le percezioni del pubblico statunitense sull’allevamento biologico e sull’utilizzo di antibiotici negli allevamenti, e se queste siano in grado di influenzare il comportamento di acquisto auto-riferito dei consumatori nei confronti del biologico.

Per lo studio è stato utilizzato un sondaggio telefonico rappresentativo a livello nazionale su 1000 adulti statunitensi e definito la conoscenza auto-riferita dei partecipanti (i) della legalità dell’impiego di antibiotici negli allevamenti (convenzionali e biologici) e (ii) della frequenza di acquisto di prodotti lattiero-caseari biologici anziché convenzionali, così come le diverse variabili demografiche e di altro tipo. Nella figura è riportata la percentuale di partecipanti che ha dato un tipo di risposta significativa per la determinazione del grado di conoscenza dell’argomento oggetto dello studio.

I risultati hanno indicato che la conoscenza dei partecipanti sulle pratiche di utilizzo degli antibiotici nell’allevamento da latte non ha alcun effetto sul loro comportamento di acquisto auto-dichiarato per prodotti lattiero-caseari biologici o convenzionali. Tuttavia gli intervistati che avevano familiarità con le normative sull’utilizzo di antibiotici negli allevamenti si opponevano con maggiore probabilità allo standard biologico statunitense, questo perché pensavano che l’impiego passato di antibiotici sull’animale non dovesse togliere definitivamente lo status di biologico ad una vacca.

Questi risultati contribuiscono alla comprensione delle percezioni della gente che determinano il mercato biologico dei prodotti lattiero-caseari negli Stati Uniti.

Conclusioni

Il reddito, l’occupazione, la salute e i principi politici, ma non la conoscenza dei consumatori sull’utilizzo di antibiotici nell’allevamento da latte, influiscono sul comportamento di acquisto auto-dichiarato di prodotti lattiero-caseari biologici. Tuttavia, i consumatori che hanno familiarità con le normative sull’utilizzo di antibiotici negli allevamenti da latte statunitensi non sono d’accordo con lo standard biologico statunitense che impone la perdita dello status di biologico per qualsiasi bovino trattato con antibiotici.

Tratto da: “ How does public perception of antibiotic use on dairy farms contribute to self-reported purchasing of organic?”, di Ece Bulut, Alison Stout, MichelleWemette, Sebastián Llanos-Soto, Robert C. Schell, Amelia Greiner Safi, Michael A. Shapiro, Paolo Moroni, Renata Ivanek. Journal of Food Science.