Il clima in Italia: breve sintesi

L’osservazione delle variazioni climatiche del passato recente e in corso, insieme alla stima di quelle future, costituisce il presupposto indispensabile alla valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici e conseguentemente nella definizione delle strategie di adattamento. La conoscenza delle variazioni del clima passato e presente si fonda sui dati osservati e sull’applicazione di metodi e modelli statistici di riconoscimento e stima dei trend, quella del clima futuro si basa invece sulle proiezioni dei modelli climatici. 

Con riferimento alle tendenze passate e in corso, le stime più recenti degli indicatori rappresentativi dell’andamento dei valori medi e degli estremi delle variabili climatiche sono riportate nell’ultimo rapporto annuale sul clima in Italia (ISPRA, 2021). Al fine di ottenere una stima accurata dei trend climatici, vengono selezionate le serie di dati più lunghe, che soddisfano inoltre criteri rigorosi di qualità, completezza e continuità. 

Temperatura

L’andamento della temperatura in Italia dal 1961 al 2020 (figura 1) mostra la serie di anomalie annuali di temperatura media, rispetto al trentennio climatologico 1961-1990, a confronto con l’andamento della temperatura media globale sulla terraferma. In generale, entrambe le serie presentano un marcato trend in aumento negli ultimi decenni. In Italia a partire dal 1985 le anomalie sono state sempre positive, ad eccezione del 1991 e del 1996, e il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961. La stima aggiornata del rateo di variazione della temperatura media dal 1981 al 2020 è di (+0.39 ± 0.05) °C/10 anni (tabella 1). Il rateo di variazione della temperatura massima, (+0.42 ± 0.06) °C/10 anni, è maggiore di quello della temperatura minima, (+0.35 ± 0.04) °C / 10 anni. Su base stagionale i trend di aumento della temperatura più forti si registrano in estate e in primavera, rispettivamente (+0.50 ± 0.08) °C/10 anni e (+0.44 ± 0.10) °C / 10 anni. I trend sono calcolati sul periodo 1981 – 2019 poiché si fa risalire all’inizio degli anni ’80 un cambiamento del trend di temperatura, quando ha inizio un periodo caratterizzato da un riscaldamento più marcato nel corso dell’ultimo secolo.

Figura 1: Serie delle anomalie di temperatura media globale sulla terraferma e in Italia, rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990. Fonti: NCDC/NOAA e ISPRA. Elaborazione: ISPRA.

Tabella 1: Trend (e relativo errore standard) della temperatura in Italia dal 1981 al 2020, stimati con un modello di regressione lineare semplice. Tutti i trend sono statisticamente significativi al livello del 5%.

INDICATORETREND
(°C/10 anni)
Temperatura media+0.39 ± 0.05
Temperatura minima+0.35 ± 0.04
Temperatura massima+0.42 ± 0.06
Temperatura media inverno +0.35 ± 0.10
Temperatura media primavera+0.44 ± 0.10
Temperatura media estate+0.50 ± 0.08
Temperatura media autunno+0.29 ± 0.09

Gli indici degli estremi di temperatura evidenziano un quadro coerente con il trend in aumento dei valori medi.

Sia per il numero medio di notti tropicali (con Tmin > 20°C) che per quello dei giorni estivi (con Tmax > 25°C), il 2020 è stato il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalie positive rispetto alla media climatologica; il numero di giorni con gelo è stato invece quasi sempre inferiore alla media dal 1995.

L’indice WSDI (Warm Spell Duration Index), rappresentativo dei prolungati e intensi periodi di caldo nel corso dell’anno, è stato sempre superiore alla media dal 1996 in poi (figura 2). Inoltre, le notti e i giorni freddi mostrano una chiara tendenza a diminuire, mentre i giorni e le notti calde mostrano una chiara tendenza ad aumentare; negli ultimi 36 anni le notti e i giorni freddi sono stati quasi sempre inferiori alla media climatologica e le notti e i giorni caldi sono stati quasi sempre superiori alla media climatologica.

Analogamente all’andamento della temperatura dell’aria, negli ultimi 22 anni la temperatura media superficiale dei mari italiani è stata sempre superiore alla media; nove degli ultimi dieci della serie storica hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie.

Figura 2: Serie delle anomalie medie annuali dell’indice WSDI (Warm Spell Duration Index) in Italia rispetto al valore normale 1961-1990.

Precipitazione

L’andamento delle precipitazioni in Italia negli ultimi decenni, illustrato dalle serie di anomalie di precipitazione cumulata annuale nel periodo 1961-2020, rispetto al valore climatologico 1961-1990 (figura 3), mostra che nel corso del tempo anni più piovosi si sono alternati ad anni più secchi.

Nella tabella 2 vengono riassunti i trend della precipitazione cumulata nel periodo 1961-2020, calcolati con un modello di regressione lineare semplice. I trend sono stati calcolati dapprima per le serie annuali aggregando le stazioni dell’Italia intera, del Nord, del Centro e del Sud e Isole, e poi per le serie stagionali dell’intero territorio nazionale. In tutti casi non risultano tendenze statisticamente significative.

Per quanto riguarda le tendenze nel medio e lungo periodo degli indici rappresentativi della frequenza, dell’intensità e dei valori estremi di precipitazione, non emergono segnali evidenti di variazioni significative sulla base delle stazioni disponibili.

Figura 3: Serie delle anomalie medie al Nord, Centro, Sud e Isole, espresse in valori percentuali, della precipitazione cumulata annuale rispetto al valore normale 1961-1990.

Tabella 2: Trend (e relativo errore standard) delle precipitazioni cumulate dal 1961 al 2020, stimati con il modello di regressione lineare semplice. Tra parentesi i trend statisticamente non significativi al livello del 5%.

PRECIPITAZIONE CUMULATATREND
(%/10 anni)
ANNUALE
Italia(0.0 ± 0.1)
Nord(+0.5 ± 1.1)
Centro(-1.0 ± 1.1)
Sud e Isole(+0.2 ± 1.2)
STAGIONALE (Italia)
Inverno(-2.2 ± 2.1)
Primavera(+1.0 ± 1.4)
Estate(-1.3 ± 2.2)
Autunno(+2.0 ± 1.9)

Cenni su proiezioni climatiche future

Il primo volume (WGI) del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (2021) sottolinea che il riscaldamento globale è ormai inequivocabile: la temperatura superficiale globale nel ventennio 2001-2020 è stata di 0.99°C superiore a quella del periodo 1850-1900, e nel decennio 2011-2020 è stata di 1.09°C superiore a quella del periodo 1850-1900. Il rapporto fornisce nuove stime sulla possibilità di superare il livello di riscaldamento globale di 1.5°C nei prossimi decenni, utilizzando cinque nuovi scenari di emissione per esplorare la risposta climatica a una gamma più ampia di gas a effetto serra, uso del suolo e inquinanti atmosferici. Secondo tutti gli scenari di emissione considerati la temperatura superficiale globale continuerà ad aumentare almeno fino alla metà del secolo. Il riscaldamento globale di 1.5°C e 2°C sarà superato durante il corso del XXI secolo a meno che non si verifichino nei prossimi decenni consistenti riduzioni delle emissioni di CO2 e di altri gas serra; secondo gli scenari ad emissioni alte o intermedie è probabile che il riscaldamento di 1.5°C sia raggiunto già nel breve termine, nel ventennio 2021-2040.

Il secondo volume (WGII), che rappresenta la più aggiornata e completa valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici contiene un focus su Europa e Mediterraneo. Come riportato da P. Lionello (https://ipccitalia.cmcc.it/impatti-adattamento-e-vulnerabilita/): “La regione Mediterranea si è riscaldata e continuerà a riscaldarsi maggiormente della media globale, particolarmente in estate. Questo vale sia per l’ambiente terrestre che per quello marino, sia per le temperature medie che per le ondate di calore. La regione diventerà più arida per effetto combinato della diminuzione della precipitazione e dell’aumento dell’evapotraspirazione. Allo stesso tempo in alcune aree le precipitazioni estreme aumenteranno”. Aggiunge ancora che: “Nell’Europa meridionale il numero di giorni con insufficienti risorse idriche (disponibilità inferiore alla richiesta) e siccità aumenta in tutti gli scenari di riscaldamento globale. Nelle prospettive di un aumento della temperatura globale di 1.5°C e 2°C la scarsità idrica riguarda, rispettivamente, il 18% e il 54% della popolazione. Analogamente, l’aridità del suolo aumenta con l’aumentare del riscaldamento globale: in uno scenario di innalzamento della temperatura di 3°C l’aridità del suolo risulta del 40% superiore rispetto a uno scenario con innalzamento della temperatura a 1.5°C”.

Riferimenti

ISPRA, 2021: “Gli indicatori del clima in Italia nel 2020”, Rapporto ISPRA/Stato dell’Ambiente 96/2021

IPCC, 2021: Summary for Policymakers. In: Climate Change 2021: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change [MassonDelmotte, V., P. Zhai, A. Pirani, S. L. Connors, C. Péan, S. Berger, N. Caud, Y. Chen, L. Goldfarb, M. I. Gomis, M. Huang, K. Leitzell, E. Lonnoy, J. B. R. Matthews, T. K. Maycock, T. Waterfield, O. Yelekçi, R. Yu and B. Zhou (eds.)]. Cambridge University Press. In Press.