La proteina, e le caseine in particolare, sono  la componente più preziosa del latte perché direttamente correlate con la sua resa casearia. In tutte le tabelle di pagamento qualità la percentuale di proteina o di caseina ha un’elevata premialità e la franchigia negli anni si sta spostando sempre più in alto.

Nei sistemi di pagamento qualità che adottano il benchmark, ogni allevatore può confrontare la concentrazione di proteina/caseina del suo latte con quella media di tutto il conferito alla sua industria o cooperativa in un determinato periodo, e capire se è necessario fare qualcosa per allinearsi alla media o addirittura superarla. Molto utile e intelligente è quello adottato dalla latteria Soresina. Per ognuno dei cinque parametri del latte oggetto di premialità o penalità (grasso %, caseina%, carica batterica, cellule somatiche e spore) viene riportata nella “Bollettina per il pagamento qualità”, consegnata ai singoli soci, la media mensile del conferito totale, le analisi medie del socio a cui viene inviata, la differenza tra la media del socio e la media di tutti i soci, la quantità di latte conferita dall’allevatore in questione, il valore unitario di ogni parametro (euro/ton) e le maggiorazioni e detrazioni complessive per quel parametro espresse in euro. Con questo metodo la privacy è salva, perché non si vedono le performance dei singoli allevatori, ma ogni produttore può verificare se un determinato parametro del latte è superiore o inferiore alla media del conferito di quel mese e quanto sta eventualmente perdendo o guadagnando in termini economici. Questa quantificazione della eventuale perdita aiuta anche l’alimentarista e il nutrizionista a decidere, con l’allevatore, se fare un intervento nella razione sia economicamente giustificato. 

Una volta verificato ciò, ci si deve chiedere se le vacche hanno la possibilità genetica, ad esempio, di incrementare la concentrazione proteica del latte. Allo scopo, per gli allevamenti di frisone soci di ANAFIBJ è disponibile l’ottimo strumento “Profilo Genetico Allevamento (PGA)”, dove si può capire se e quanto le bovine, sia adulte che giovani, sono geneticamente predisposte a produrre latte con una determinata concentrazione proteica. Nel riepilogo annuale, di seguito portato come esempio, si vedono nel riquadro a sinistra i dettagli dei vari caratteri delle bovine presenti mentre nel riquadro a destra sono riportati i singoli caratteri di tori utilizzati in un determinato periodo. Anche nel PGA c’è la possibilità di fare il benchmark nei confronti degli allevatori della provincia e il top italiano.

Per l’azienda in questione si nota che le bovine presenti sono geneticamente positive alla concentrazione proteica del latte (+ 0.05) e nonostante ciò vengono utilizzati tori che mediamente sono miglioratori per la proteina del latte (+0.12), proprio a testimoniare quanto tale parametro sia importante per il successo economico di un allevamento di bovine da latte.

Terzo momento di verifica è l’utilizzo del Sintetico Collettivo di AIA. Come abbiamo visto portando l’esempio della “Bollettina per il Pagamento Latte Qualita’” della latteria Soresina, e comunque, come è a tutti noto, la concentrazione di proteina/caseina del latte non è uguale per tutti i mesi dell’anno. Nel sintetico collettivo è riportata la composizione media del latte di alcuni parametri analizzati sui campioni individuali e di massa del latte raccolto il giorno del controllo funzionale. Questi dati sono confrontabili con quelli del mese precedente, con la media mobile annuale, e con il dato medio della provincia e dell’intera Italia per un determinato periodo. 

Nel caso portato ad esempio, esiste una positività genetica delle bovine presenti, e viene effettuata una scelta di tori che in prospettiva migliora ancora il parametro proteina del latte. Tutto ciò si traduce in una concentrazione proteica media del latte che al giorno del controllo del 19 Aprile 2022 è stata del 3.58% (p/p), più elevata di 0.04 rispetto alla media mobile dei controlli funzionali effettuati tra il 19 marzo 2021 e il 19 aprile 2022, di quelli medi della provincia in cui è ubicato l’allevamento (3.31) per il medesimo periodo (19 Marzo – 19 Aprile 2022) e dell’Italia.

In un caso come questo, l’allevatore potrebbe non fare nulla oppure verificare attraverso lo studio del bilanciamento amminoacido della razione se c’è una carenza relativa di qualcuno degli amminoacidi limitanti che interferisce con la sintesi delle caseine ed eventualmente inserirli nella razione nell’ambito di un test “dose risposta”. Il primo aminoacido essenziale che si testa in via teorica e pratica è la metionina, utilizzando come fonte quella rumino-protetta, per poi passare alla lisina.

Anche seguendo questa procedura “diagnostica” può succedere che inserendo una quantità nota di metionina rumino-protetta di comprovata efficacia non si abbia il risultato sperato. In una prova di campo effettuata in Francia da Adisseo su 20 allevamenti di bovine da latte si è ottenuto un incremento medio di 0.21 punti percentuali della sommatoria grasso + proteine, nell’80% del test, utilizzando il MetaSmart.

Questo lavoro, quindi, conferma e dà un valore quantitativo all’effetto dell’inserimento nelle razioni per bovine da latte delle metionine rumino-protette di Adisseo sulla concentrazione di proteine, ma anche di grasso del latte. C’è una ridotta percentuale dei casi in cui l’uso della metionina rumino-protetta non dà gli effetti sperati, ma approfondiremo questo argomento nel prossimo articolo.