Il punto di riferimento per i prezzi mondiali delle materie prime alimentari è diminuito a dicembre rispetto al mese precedente, con il calo più marcato delle quotazioni internazionali dello zucchero, ha riferito venerdì u.s. l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

L’indice FAO dei prezzi alimentari , che misura le variazioni mensili dei prezzi internazionali di una serie di prodotti alimentari commercializzati a livello globale, a dicembre ha registrato una media di 118,5 punti, in calo dell’1,5% rispetto a novembre e del 10,1% rispetto a dicembre 2022.

Per l’intero 2023, l’indice è stato inferiore del 13,7% rispetto al valore medio dell’anno precedente, con solo l’indice internazionale dei prezzi dello zucchero più alto nel periodo.

L’Indice FAO dei prezzi della carne è sceso dell’1,0% da novembre, raggiungendo un livello inferiore dell’1,8% rispetto a quello di dicembre 2022, influenzato dalla persistente debolezza della domanda di importazioni di carne suina dall’Asia. Anche l’interesse all’acquisto regionale è rallentato per la carne bovina e di pollame, nonostante le ampie forniture esportabili nelle grandi regioni produttrici. I prezzi della carne ovina sono invece aumentati prima delle festività.

In controtendenza, l’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è aumentato dell’1,6% da novembre, pur rimanendo ancora inferiore del 16,1% rispetto al valore di dicembre 2022. L’aumento mensile è stato guidato da quotazioni di prezzo più elevate per burro e formaggio, sostenute da forti vendite interne in Europa occidentale in vista delle festività natalizie. Allo stesso tempo, la forte domanda globale di importazioni ha portato ad un aumento del latte intero in polvere a livello internazionale.

L’Indice FAO dei prezzi dei cereali è aumentato dell’1,5% da novembre, mentre i prezzi di grano, mais, riso e orzo sono aumentati, riflettendo in parte le interruzioni logistiche che hanno ostacolato le spedizioni dai principali paesi esportatori. Per l’anno nel suo insieme, l’indice è stato inferiore del 15,4% rispetto alla media del 2022, riflettendo mercati globali ben forniti, sebbene l’Indice dei prezzi del riso della FAO abbia registrato un aumento del 21%, in gran parte a causa delle preoccupazioni per l’impatto di El Niño sulla produzione di riso e in seguito alle restrizioni all’esportazione imposte dall’India.

L’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali, al contrario, è diminuito dell’1,4% rispetto a novembre, riflettendo gli acquisti modesti di olio di palma, soia, colza e girasole, con l’olio di soia in particolare influenzato da un rallentamento della domanda da parte del settore del biodiesel e da un miglioramento condizioni meteorologiche nelle principali aree di coltivazione del Brasile. Per l’intero 2023 questo indice è stato inferiore del 32,7% rispetto al livello dell’anno precedente.

L’Indice FAO dei prezzi dello zucchero è diminuito del 16,6% rispetto a novembre, toccando il minimo di nove mesi, sebbene sia ancora in aumento del 14,9% rispetto a dicembre 2022. Il crollo delle quotazioni dello zucchero è stato causato principalmente dal forte ritmo di produzione in Brasile, insieme al ridotto utilizzo di canna da zucchero per la produzione di etanolo in India.