La farina di soia rappresenta la principale fonte proteica utilizzata negli allevamenti Italiani ed è associata ad un elevato costo ambientale, dovuto soprattutto al cambio di destinazione d’uso del suolo (Land Use Change, LUC). In tal senso, diventa interessante l’utilizzo di fonti proteiche alternative. 

Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare, attraverso un’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA), la sostenibilità ambientale della produzione di latte, di sistemi produttivi caratterizzati da diete differenti delle bovine in lattazione, in particolare con diverse fonti proteiche. Sono stati, quindi, identificati quattro scenari alternativi: (1) farina di estrazione di soia (CONVENZIONALE), (2) farina di estrazione di soia e insilato di soia foraggera (INSILATO DI SOIA), (3) farina di estrazione di soia responsabile, definita così dalle linee guide della FEFAC e che implica che non ci sia un cambio di destinazione d’uso del suolo per la sua produzione (FARINA DI SOIA RESPONSABILE), (4) insilato di soia foraggera e farina di estrazione di soia responsabile (INSILATO DI SOIA + FARINA DI SOIA RESPONSABILE). I dati di inventario utilizzati per l’analisi derivano da una prova in vivo su bovine in lattazione e da raccolta di dati primari in stalla. I dati secondari, invece, sono stati ottenuti dai database ECOINVENT® e Agri-footprint. L’analisi LCA è stata svolta con l’ausilio del software Simapro V 8.3. 

I risultati ottenuti mostrano che la coltivazione di insilato di soia foraggera implica maggiori emissioni di gas serra (Global Warming Potential, GWP), maggiore eutrofizzazione potenziale e maggiore tossicità umana, rispetto alla produzione di fieno di erba medica, ovvero la fonte proteica autoprodotta maggiormente utilizzata negli allevamenti italiani. Questo è dovuto all’elevato contributo alle emissioni che viene dato dalle operazioni di campo, che è maggiore per la produzione dell’insilato di soia, piuttosto che per la produzione del fieno di medica. 

Tuttavia, il GWP legato alla produzione di latte, espresso come kg CO2eq/kg FPCM, è risultato essere 1,38 per lo scenario (1) CONVENZIONALE, 1,17 per lo scenario (2) INSILATO DI SOIA e 1,13 per lo scenario (3) FARINA DI SOIA RESPONSABILE; il risultato migliore è stato raggiunto dallo scenario (4) che combina l’utilizzo dell’insilato di soia con quello della farina di soia sostenibile (INSILATO DI SOIA+FARINA DI SOIA RESPONSABILE), ovvero 1,01 kg CO2eq/kg FPCM.

L’utilizzo nella dieta di vacche in lattazione di insilato di soia, quindi, risulta essere un’opzione interessante per aumentare la sostenibilità ambientale della produzione di latte, massimizzando la resa di sostanza secca e proteina prodotte per ettaro e rappresentando, quindi, una fonte proteica alternativa che può essere autoprodotta in azienda. 

 

Figura: GWP (kg CO2 eq) riferito alla dieta giornaliera individuale di bovine in lattazione.

 

Tabella: Impatto ambientale legato alla produzione di latte di bovine alimentate con fonti proteiche differenti.

Rota Graziosi, A., Gislon, G., Colombini, S., Bava, L., & Rapetti, L. (2022). Partial replacement of soybean meal with soybean silage and responsible soybean meal in lactating cows diet: part 2, environmental impact of milk production. Italian Journal of Animal Science, 21(1), 645-658.