Cresce la domanda di carne ovina in Medio Oriente, con una previsione che si aggira attorno al +2,3% dal 2023 al 2027 (GIRA). E’ quanto emerge da un’analisi pubblicata nei giorni scorsi dall’Agriculture and Horticulture Development Board (AHDB), ente inglese preposto per legge ad individuare strategie di successo per il settore, finanziato da agricoltori, coltivatori e altri soggetti della filiera. 

La previsione dell’aumento di consumi in Medio Oriente è legata ad una stimata crescita della popolazione e del numero di turisti. Producendo infatti, questa regione, piccoli volumi di carne ovina, fa molto affidamento sulle importazioni globali per soddisfare la domanda.

La ricerca di AHDB mostra che i comportamenti d’acquisto complessivi, in ​​Medio Oriente, sono guidati principalmente da due aspetti: la qualità (garanzia Halal) e il gusto; mentre i principali ostacoli risultano essere i prezzi e la percezione della garanzia Halal.

Il più grande fornitore di carne ovina per questa regione è rappresentato dall’Australia, che garantisce agnelli più leggeri (esportati interi) ed economici. Le esportazioni di carcasse di agnello refrigerate dall’Australia al mondo sono cresciute del 150% (20.000 tonnellate) raggiungendo le 33.300 tonnellate nel 2023. In particolare, tra il 2022 e il 2023, le esportazioni verso gli Emirati Arabi Uniti sono cresciute di 3.250 tonnellate (47%), raggiungendo un valore di circa 10.100 tonnellate.

Tuttavia, nelle ultime settimane, con gli attacchi alle navi commerciali nel Mar Rosso, le esportazioni dall’Australia verso il Medio Oriente sono state interrotte. Questo potrebbe avere un effetto a catena sui volumi disponibili sul mercato globale, in considerazione del fatto che, un calo nella capacità di esportare in un territorio così redditizio, potrebbe portare a una maggiore disponibilità di prodotti sullo scenario internazionale.