La Commissione europea si appresta a comparire davanti alla Corte di giustizia europea a seguito dell’azione legale avviata dall’Iniziativa dei Cittadini europei “End the Cage Age” per la mancata proposta di divieto dell’allevamento in gabbia.

Nel 2021, in risposta alle richieste avanzate nell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) “End the Cage Age”, la Commissione si è impegnata a proporre entro il 2023 una legge volta a eliminare gradualmente l’uso delle gabbie per vari animali da allevamento, tra cui galline, conigli, maiali, quaglie, anatre, oche e vitelli, legge che al momento non ha visto ancora la luce.

Il Comitato dei Cittadini promotore dell’Iniziativa ha in questi giorni presentato ricorso alla Corte di Giustizia europea contro la Commissione UE accusandola di non aver aver rispettato questo impegno. L’unico pacchetto legislativo sul benessere animale presentato dall’esecutivo dell’UE lo scorso dicembre si è concentrato infatti esclusivamente sul benessere durante il trasporto e sugli animali domestici (Leggi anche “Benessere degli animali durante il trasporto: ecco la proposta della Commisione per la nuova legislazione“).

Quando a novembre 2023 la Commissione ha omesso il divieto delle gabbie dall’ordine del giorno del suo mandato rimanente, i gruppi sostenitori dell’iniziativa hanno presentato una denuncia al Mediatore europeo. Il 18 marzo il comitato ECI “End the Cage Age”, guidato dalla ONG Compassion in World Farming, ha poi sottoposto la questione alla Corte di giustizia europea.

Annamaria Pisapia, uno dei sette membri del Comitato dei Cittadini promotori dell’ICE End the Cage Age, afferma: “La Commissione europea aveva dato la sua parola alle cittadine e ai cittadini UE che avrebbe proposto un divieto dell’allevamento in gabbia. Con la sua retromarcia, non ha tradito solo le persone, ma anche i 300 milioni di animali che ogni anno soffrono in gabbia negli allevamenti dell’UE. Non esistono giustificazioni per ulteriori ritardi.”

In risposta la Commissione ha affermato che la ragione principale del ritardo nella pubblicazione della proposta legislativa è la natura altamente tecnica ed impegnativa del lavoro, anche se il tempo stringe prima delle prossime elezioni europee di giugno. La settimana scorsa, la Commissione ha informato il Parlamento europeo del rinvio della prevista revisione della legislazione sul benessere degli animali, citando la necessità di un ulteriore dialogo con le parti interessate.