L’uscita dell’ottava edizione del Nutrient Requirements of Dairy Cattle (NASEM 2021) è stata molto attesa perché la precedente (NRC 2001) era ormai vecchia di vent’anni. Tra le tante novità contenute, preso atto dell’evoluzione produttiva delle bovine da latte, ci saremmo aspettati che fossero riportati i fabbisogni di vitamine del gruppo B, visto che abitualmente sono presenti in tutte le razioni destinate a questi animali.

Nella tabella 21-1 di NASEM 2021 sono stati riassunti i fabbisogni nutritivi delle bovine di razza Holstein in ogni fase del loro ciclo produttivo. Come si può vedere dall’immagine, anche stavolta nel Nutrient Requirements of Dairy Cattle non vengono considerati i fabbisogni delle vitamine del gruppo B, ma solo quelli delle vitamine liposolubili A, D ed E.

Nel capitolo 8 del NASEM 2021, quando si scrive di vitamine idrosolubili, ed in particolare delle vitamine B, è scritto testualmente: “le vitamine B, con la possibile eccezione della niacina, della biotina e della vitamina B12, non sono spesso considerate nella formulazione delle diete e sono raramente aggiunte perché segni di carenza vengono raramente osservati nei ruminanti adulti e negli alimenti, e la sintesi dei batteri ruminali provvede all’apporto. Comunque, cambiamenti nella composizione della dieta possono influenzare gli apporti di vitamine. In aggiunta, segni di carenze marginali possono essere impercettibili e causare solo disturbi biochimici e disfunzioni cellulari in assenza di sintomi clinici osservabili. Il sensibile aumento della produzione di latte nelle bovine di oggi e la necessità di massimizzare l’efficienza metabolica ha aumentato i fabbisogni di vitamine B. Inoltre, un  aumento della concentrazione di vitamine B nel colostro e nel latte può dare benefici alla salute dei vitelli e agli uomini che consumano i prodotti del latte.”

Alla luce di queste considerazioni, qual è l’opinione della sua azienda sull’importanza o meno di aggiungere vitamine del gruppo B nella dieta delle bovine da latte? E nel caso, come stabilite i fabbisogni?

DSM – Italia 

Vincenzo Freddi – Ruminant specialist DSM Italia

In effetti anche DSM nell’elaborare i fabbisogni per le diverse specie animali, OVN Optimum Vitamin Nutrition, non prende in considerazione i fabbisogni di vitamine del gruppo B per i ruminanti, ad eccezione di Biotina, Niacina e Vitamina B1. Si ritiene che un rumine in buono stato sia in grado di produrre una quantità sufficiente di Vitamine del gruppo B anche in animali ad elevate produzioni. L’apporto di Vitamine del gruppo B si rende quindi necessario solo in presenza di condizioni di stress che possono compromettere l’equilibrio ruminale.

Nutristar

Alessandro Lotto – Direzione tecnica e vicepresidente Nutristar

Il nostro metodo di approccio alla dieta ha l’obiettivo di ricercare equilibrio tra foraggi e concentrati. Essendo la Fibra il principale pilastro della dieta, vengono indicati riferimenti precisi di NDF ingerita e la sua % apportata dai soli foraggi sul totale, dato che non deve scendere sotto una determinata %, peNDF reale (non da programma nutrizionale) ma basata sulla densità particellare, dimensione e DS delle particelle, uNDF a 120 o 240 ore. E non da ultimo l’umidità della miscelata.

Questi indici sono vitali per favorire un’ingestione omogena dei componenti della dieta, limitare la scelta e favorire una corretta masticazione e produzione di saliva.

Il resto della dieta dovrebbe essere composto da NFC differenziati e sufficientemente solubili e proteine in cui le frazioni A – B1 e B2 sono a livelli elevati. Più attenzione alle solubilità che non al by pass, il cui spettro amminoacidico deve essere adeguato alle produzioni. 

Questo approccio determina una notevole attività batterica che ci è stata confermata dallo studio dei Bioreattori presenti nel nostro laboratorio Rumilab.

L’apporto di Gruppi vitaminici B, in questa situazioni equilibrate, non determina un aumento dell’attività batterica, attività che già fornisce una grossa quantità di vitamine del gruppo B.

L’uso del gruppo B in generale può essere utile in situazioni ruminali “difficili” ma non consone a produrre latte di qualità e ad ogni modo per facilitare il raggiungimento degli obiettivi precedenti. Dunque, un uso temporalmente limitato con funzione prebiotiche.

Vitamine del gruppo B “protette” aggiustano moderatamente attività epatiche compromesse ed eventualmente possono aiutare fintanto che le diete non sono riportate in equilibrio per fornire un’attività batterica equilibrata. 

Dunque per Nutristar l’apporto del gruppo vitaminico B è solo per usi temporanei e limitati nel tempo.

Trouw Nutrition Italia

Luca Morandini – Species Manager Ruminanti

Oggi la produttività delle vacche da latte è aumentata vertiginosamente. Uno dei fattori chiave per quasi tutti i processi fisiologici che influenzano questa straordinaria produttività è la vitamina B, che gioca un ruolo importante come cofattore nei processi metabolici dei grassi, carboidrati e aminoacidi specie a livello epatico. Sebbene i batteri ruminali delle vacche da latte siano in grado di sintetizzare tutte le vitamine del gruppo B, è importante capire che la loro efficacia si riduce a causa della degradazione ruminale prima che possano raggiungere l’intestino per l’assorbimento. 

I motivi per cui è ancora necessaria l’integrazione di vitamina B

  • possibili disordini ruminali (acidosi sub-acidosi) che limitano la capacità dei batteri ruminali di sintetizzare vitamina B;
  • i crescenti aumenti di fabbisogni in vacche da latte sempre più produttive che rischiano di incorrere con frequenza nel fenomeno del Bilancio Energetico Negativo nelle prime fasi di lattazione. La presenza di cofattori enzimatici con funzione epatoprotettrice quali le vitamine del gruppo B, ha un ruolo chiave nel metabolismo glucidico e lipidico, che sono messi a dura prova nella fase di pre-post parto.

QUALI VITAMINE E PERCHÉ 

Se gli animali vengono alimentati con fonti di vitamina B non protetta, quasi il 90% di esse potrebbe essere degradato nel processo di ruminazione facendo perdere efficacia alla copertura del fabbisogno metabolico. Questo significa che bisogna somministrare tali vitamine in quantità maggiori con un aggravio di costi per fornirne una quantità sufficiente a livello dell’intestino tenue per l’assorbimento.

Prima di definire i fabbisogni delle vitamine del gruppo B è importante chiarire come sia necessario conoscere cosa avviene prima a livello ruminale. Come noto, molti di questi cofattori enzimatici vengono prodotti dalla microflora quando il rumine è in buone condizioni di salute. È altresì importante ricordare come gli stessi batteri ruminali siano allo stesso tempo anche responsabili di un certo grado di degradazione delle stesse vitamine del gruppo B se queste vengono somministrate senza rumino-protezione. 

È chiaro quindi che la quantità di vitamina B che può essere realmente disponibile a livello intestinale per l’assorbimento, ovvero la cosiddetta quota by-pass, è difficilmente prevedibile perché dipende da molteplici fattori, come ad esempio la quantità e la qualità della vitamina che viene somministrata, la velocità di transito, la quota endogena apportata tramite la sintesi effettuata dalla microflora ruminale, la possibile degradazione e, per finire, il coefficiente di assorbimento intestinale che differisce per ogni singola vitamina del gruppo B.

Alla luce di tutte queste considerazioni fin qui esposte, per colmare le possibili carenze di vitamine del gruppo B che possono instaurarsi specialmente in mandrie fortemente produttive specie nelle prime fasi della lattazione, è fortemente consigliato l’utilizzo di un pool di vitamine del gruppo B rumino-protette a supporto del metabolismo epatico.

Maggiori informazioni su Selko Vivalto, concentrato di vitamine del gruppo B ruminoprotette, sono disponibili qui.

Vetagro

Richard Paratte – Responsabile Servizio Tecnico Ruminanti Vetagro S.p.A.

L’utilizzo delle vitamine del gruppo B nell’alimentazione della vacca da latte è da sempre punto di discussione. I dubbi sul loro impiego scaturiscono dalla loro elevata degradabilità ruminale e soprattutto dalla capacità dei batteri ruminali ed intestinali di sintetizzarle. Tuttavia, negli ultimi anni la ricerca scientifica ha più volte dimostrato come una loro integrazione permetta di ottenere notevoli benefici per quanto riguarda la produzione e la qualità del latte. A tal proposito è importante ricordare il ruolo delle vitamine del gruppo B come co-enzimi di tutte le reazioni metaboliche implicate nel metabolismo energetico e proteico, ciclo di Krebs in primis. La maggior parte dell’esperienza scientifica comparsa negli ultimi anni riguarda la somministrazione di vitamine B attraverso iniezioni. Tuttavia, vi sono altri metodi per ovviare l’elevata degradabilità di queste importanti vitamine. Vetagro, da sempre propone un gruppo B rumino-protetto in grado di assicurare anche dopo 8 ore di permanenza nel rumine una protezione superiore all’80%, garantendo così un’alta disponibilità a livello intestinale e metabolico. Una pluriennale esperienza di campo conferma come l’utilizzo di vitamine del gruppo B (B12, Biotina, Acido folico, B5, B2) micro-incapsulate sia in grado di aumentare la produzione di latte e di elevarne la concentrazione di grasso e proteine.

Parliamo sempre di come aumentare l’efficienza delle nostre vacche da latte attraverso la nutrizione di precisione ed il bilanciamento aminoacidico. Le vitamine del gruppo B giocano un ruolo altrettanto fondamentale nel migliorare l’efficienza energetica della vacca da latte, in particolare nei primi giorni dopo il parto quando i fabbisogni energetici sono al massimo. In quanto fondamentali componenti del metabolismo energetico, le vitamine del gruppo B permettono alla vacca da latte di ottenere più energia, a parità di sostanza secca ingerita, dalla razione, contribuendo al miglioramento del bilancio energetico negativo. A tal proposito, è importante ricordare come proprio l’utilizzo di aminoacidi essenziali rumino-protetti, per essere efficiente, dipenda da un ottimale apporto di energia metabolizzabile raggiungibile anche grazie all’azione delle vitamine del gruppo B.  

Un miglioramento del bilancio energetico, come sappiamo, non permette solamente di migliorare le prestazioni produttive ma, essendo direttamente connesso con il manifestarsi delle principali patologie metaboliche tipiche del post-parto (steatosi, chetosi, ritenzione di placenta, metrite, …), ne riduce l’incidenza con il conseguente miglioramento delle performance riproduttive.

L’utilizzo di vitamine del gruppo B rumino protette, quindi, è un ulteriore strumento per migliorare l’efficienza e la redditività delle vacche da latte.

Ulteriori spunti di riflessione ci vengono dall’aumento dei costi delle materie prime. Una migliore efficienza, infatti, ci garantisce un miglior IOFC (income over feed cost): permette una maggior distribuzione del costo razione su di una maggior produzione di latte, riducendone così l’impatto economico. Sempre connesso con il miglioramento dell’efficienza energetica è inoltre interessante valutare l’utilizzo delle vitamine B come alternativa ad una parte dell’integrazione con grassi protetti. Queste materie prime hanno subito un notevole rincaro negli ultimi mesi rendendo l’apporto energetico attraverso di esse quasi proibitivo. L’integrazione con vitamine B rende possibile ridurre i costi dell’apporto energetico attraverso un minor utilizzo di grasso idrogenato, ottenendo le stesse performance produttive. In questo modo, oltre al vantaggio economico, è possibile, in particolare nelle vacche fresche, ridurre il carico di acidi grassi a livello epatico già critico per la mobilitazione delle riserve corporee.

Pochi grammi di vitamine B rumino-protette diventano così uno strumento fondamentale per migliorare l’efficienza produttiva ma soprattutto economica delle nostre vacche da latte, soprattutto in periodi critici.

Per ulteriori informazioni sul ruolo nutrizionale delle vitamine del gruppo B si rimanda all’articolo “Ma si devono dare le vitamine del gruppo B ai ruminanti?” presente nella Rubrica Nutrizione funzionale & Nutrizione clinica

ADD-CO S.p.a. 

Carli Daniele – Nutrizionista Ruminanti

Ranzani Piero – Nutrizionista Ruminanti

Le vitamine del gruppo B costituiscono coenzimi e partecipano al metabolismo delle proteine e dell’energia. 

La capacità di sintesi dei batteri ruminali è legata a diversi fattori (digeribilità e sanità degli alimenti, stato di salute del rumine) e il fabbisogno varia in base allo stadio di lattazione, allo stato di salute degli animali, e alla qualità dei foraggi e degli alimenti.

Numerosi studi scientifici mostrano come un’adeguata integrazione abbia un notevole impatto sulle performance della mandria, in particolar modo durante la transizione, nello stress da caldo e nei cambi di composizione della dieta.

La copertura dei fabbisogni di vitamine del gruppo B, così come per le liposolubili, viene valutata in campo considerando:

  • condizione e gestione della mandria;
  • valutazione del rischio acidosi;
  • profilo genetico allevamento;
  • qualità degli alimenti con particolare attenzione alla digeribilità dell’NDF e dell’amido.

Sulla base di queste considerazioni, è impostazione di Add-Co Nutrition valutare ogni singola realtà zootecnica, al fine di soddisfare al meglio i fabbisogni e formulare soluzioni personalizzate in grado di ottimizzare le performance degli animali, per una gestione ottimale dei costi alimentari e adeguati ritorni economici sugli investimenti.

 

Per maggiori informazioni:

  • DSM Italia – Vincenzo Freddi, Ruminant specialist DSM Italia, vincenzo.freddi@dsm.com 
  • Nutristar – Alessandro Lotto, Direzione tecnica e vicepresidente Nutristar, alessandro.lotto@nutristar.it 
  • Trouw Nutrition Italia – Luca Morandini, Species Manager Ruminanti, luca.morandini@trouwnutrition.com
  • Vetagro – Richard Paratte, Responsabile Servizio Tecnico Ruminanti Vetagro S.p.A., richard.paratte@vetagro.com 
  • ADD-CO S.p.a. – Carli Daniele e Ranzani Piero, Nutrizionisti Ruminanti, d.carli@addco.it – p.ranzani@addco.it