L’ingestione di sostanza secca nella capra – Scheda tecnica n. 66

Fattori che determinano l’ingestione per la capra

Conoscere e prevedere il livello di ingestione della capra da latte è fondamentale per ottimizzare gli apporti alimentari in funzione dei fabbisogni nutritivi, e quindi formulare correttamente la razione. Per livello di ingestione giornaliera si intende la sostanza secca ingerita (SSI) realmente dall’animale in un giorno. La difficoltà di misurare questo parametro sta nel fatto che il comportamento alimentare della capra è caratterizzato da una spiccata azione di selezione sulle diverse parti di foraggio distribuito oltre che sui differenti alimenti presenti in mangiatoia in funzione della loro appetibilità: la quantità di razione ingerita è diversa dalla quantità distribuita. Inoltre, nella maggior parte degli allevamenti, i foraggi non vengono pesati ma distribuiti a volontà e quindi non si conosce con esattezza la quantità distribuita.

I fattori che influenzano il livello di ingestione sono legati principalmente a:

  • Caratteristiche dell’animale: peso corporeo, produzione lattea, stadio fisiologico;
  • Caratteristiche della razione: appetibilità, fibrosità (qualità e digeribilità della fibra), rapporto tra foraggi e concentrati, granulometria;
  • vi sono poi anche altri fattori secondari come la disponibilità d’acqua, il numero di posti in mangiatoia, il numero dei pasti giornalieri.

In particolare, per quanto riguarda le caratteristiche della razione, molta importanza hanno i foraggi la cui digeribilità e appetibilità sono molto variabili in funzione della specie, dello stadio vegetativo, della tecnica di fienagione-conservazione. Dare fieni scadenti alla capra (ad esempio raccolti troppo maturi e quindi molto fibrosi e poco digeribili) significa limitarne l’ingestione a scapito delle performance zootecniche dell’animale.

Come stimare l’ingestione di sostanza secca

Molte equazioni sono state proposte in letteratura per stimare l’ingestione giornaliera di sostanza secca (SSI) in funzione del peso vivo e della produzione di latte. In base ai dati raccolti nel centro sperimentale dell’Università degli Studi di Milano è possibile stimare l’ingestione durante la lattazione, a partire dalla sesta settimana, con la seguente equazione:

SSI(g/d) = 940 + 8,5 ∗ PV(kg) + 300 ∗ FPCM(kg/d)

Dove, PV (kg) = peso vivo adulto;
FPCM = produzione lattea corretta in base ai titoli di grasso (GR%) e proteina grezza (PG%) secondo l’equazione:

FPCM (kg/d) = LATTE (kg/d) ∗ (0,26 + 0,1352 ∗ GR% + 0,079 ∗ PG%)

Per stimare l’ingestione nel corso delle prime 5 settimane di lattazione, il valore di SSI stimato con l’equazione sopra esposta deve essere ridotto moltiplicandolo per un fattore correttivo (IL = indice di lattazione) calcolato, secondo le indicazioni dell’INRA, con l’equazione:

IL = 0,5 + [0,5 (1 − exp (− 0,6 ∗ settimane di lattazione)]

In base a ciò si può dedurre che la quantità effettivamente ingerita nella prima settimana di lattazione corrisponde a circa il 72% di quanto stimato in base al PV e alla produzione lattea; via via tale percentuale aumenta passando a valori dell’85, 89, 92 e 98% nel corso della 2a, 3a, 4a e 5a settimana di lattazione, rispettivamente.

Esempio di calcolo della SSI:

Una capra di 60 kg, alla 7a settimana di lattazione, con una produzione lattea di 3,5 kg al 3,8% di grasso e 3,4% di proteina grezza avrà una produzione di latte corretto (FPCM) di 3,65 kg/d e un’ingestione prevista di SS pari a circa 2,5 kg/d. Considerando una razione con un rapporto foraggi: concentrati di 60:40 ed una SS del foraggio e dei concentrati del 88% e 90% rispettivamente, e considerando uno scarto del fieno del 15% circa, è possibile stimare che alla capra dovrebbero essere somministrati 2,0 kg di fieno e 1,13 kg di concentrati.

L’ingestione di SS nella capra in asciutta

L’equazione sopra indicata per stimare l’ingestione di SS nella capra in lattazione può essere utilizzata anche per stimare la SSI nella capra durante la fase di asciutta. Si tratta di una stima orientativa basata esclusivamente sul PV dell’animale.

SSI(g/d) = 940 + 8,5 ∗ PV(kg)

È opportuno anche considerare che negli ultimi giorni di gestazione si assiste a una progressiva riduzione della capacità di ingestione, influenzata dal numero di feti e dalla distanza temporale dal parto. Secondo le indicazioni dell’INRA (2018), negli ultimi dieci giorni di gestazione si verifica una riduzione progressiva dell’ingestione fino al 10% per le gravidanze gemellari e fino al 15% per quelle trigemini.

L’ingestione di SS nelle caprette da rimonta

La corretta gestione dell’alimentazione delle caprette destinate alla riproduzione rappresenta uno dei fattori chiave di tutto l’allevamento del gregge. Gli obiettivi da raggiungere in questa fase di allevamento sono principalmente due:

  • Inseminazione all’età di 7-8 mesi, quando la capretta ha raggiunto circa il 50-55% del PV adulto
  • Primo parto all’età di 12-13 mesi, avendo raggiunto il 65-70% del PV adulto

In questo senso l’ingestione di sostanza secca è determinante per ottenere un adeguato sviluppo dell’animale. Essa è stimabile in funzione del peso vivo (PV, kg) della capretta, secondo la seguente relazione derivata dalle indicazioni dell’INRA (2018) per le razze Saanen e Camosciata delle Alpi:

SSI (g/d) = 200 + 21 * PV (kg)

In base ai dati derivati da questa equazione è possibile individuare graficamente – nel grafico qui sotto riportato – quale sia orientativamente l’ingestione di SS delle caprette in funzione del loro peso, dallo svezzamento fino a un mese prima del parto.

Valutazione sensoriale della qualità del fieno – Scheda tecnica n. 74

Perché è importante

Nella razione delle capre, i foraggi dovrebbero costituire almeno il 60% della sostanza secca totale ingerita. Ferma restando l’importanza di sottoporre i propri fieni e quelli acquistati ad analisi di laboratorio, così da verificarne i principali parametri di qualità (NDF; ADF, dNDF, ceneri, %PG, ecc..), è di fondamentale importanza che l’allevatore sia in grado di valutare le caratteristiche di un fieno in base a semplici (ed economiche!) analisi sensoriali. Seguendo questa breve guida, facendo esperienza sul campo e confrontando le proprie impressioni con i risultati delle analisi di laboratorio, ogni allevatore sarà in grado di distinguere un fieno di buona qualità da un fieno con difetti più o meno evidenti, così da assicurare alle capre una razione equilibrata e salubre.

Come funziona

In base al metodo messo a punto dalla Deutches Landwirtschaft Gesellschaft, associazione di produttori tedeschi, si dovranno considerare i parametri di colore, struttura, odore e presenza di impurità. Tale metodo prevede l’assegnazione di un punteggio che va da 0 a 20, ottenuto sommando i punteggi per le diverse categorie:

Da 0 a 7 punti per il colore;
Da 0 a 7 punti per la struttura;
Da 0 a 3 punti per l’odore;
Da 0 a 3 punti per le impurità.

Come si può vedere in Tab. 1, al punteggio ottenuto viene assegnata una classe di qualità complessiva. Al fine di ottenere un giudizio quanto più oggettivo possibile, vengono consigliati alcuni semplici accorgimenti:

  • Prelevare campioni rappresentativi, tali da contenere in 1 kg di prodotto le caratteristiche dell’intera partita;
  • Identificare i campioni con etichette esaustive (n. taglio, provenienza fieno, ecc..);
  • Inserire i campioni in sacchetti di plastica chiusi e conservarli in un luogo pulito, asciutto e lontano dalla luce;
  • Per la valutazione, utilizzare un locale tranquillo con una buona illuminazione, assenza di odori particolari, piano di appoggio bianco o di colore neutro;
  • Allenarsi adeguatamente: per ogni tipologia di fieno si suggerisce un minimo di 25 campioni.

Colore

Per effettuare questo esame occorre disporre il campione in una vaschetta bianca, lavorando su un piano di colore neutro. Si osserva quindi attentamente il campione, concentrandosi sulle seguenti scale di colori:

  • Verde: il colore verde è indice di scarsa degradazione della clorofilla, componente facilmente ossidabile del fieno. La presenza diffusa di questo colore indica quindi una bassa alterazione a carico dei nutrienti presenti nella biomassa e, per questo parametro, di ottima qualità del fieno (Fig. 1A);
  • Giallo: il colore giallo (Fig. 1B) indica di solito un taglio tardivo o l’insorgenza di problemi durante la fienagione (ad es. eccessiva permanenza in campo) o durante la conservazione (ad es. scarsa protezione da intemperie e raggi UV);
  • Bruno: la presenza di parti brune è collegata, in maniera più o meno grave, ad alterazioni del fieno che ne abbassano drasticamente la qualità (ad. es. fermentazioni incontrollate e riscaldamento della massa).

Struttura

Scopo di questa seconda analisi è quello di valutare il grado di fogliosità e di lignificazione del fieno. Le foglie, in particolare nelle leguminose, sono dotate di elevato contenuto nutritivo rispetto agli steli; nella medica, ad esempio, la diminuzione del valore nutritivo per eccesso di movimentazione del fieno e della conseguente perdita delle foglie può raggiungere il 35% del valore inziale. La stima del grado di fogliosità, richiede buone conoscenze di botanica e molta pratica. Valutare il grado di lignificazione è invece fondamentale poiché la lignina è praticamente indigeribile dalle capre, e un fieno lignificato provoca solo ingombro nel rumine, diminuendo la capacità di ingestione degli animali. In questo caso, per prima cosa è necessario affondare la mano nella massa di fieno per valutarne la morbidezza/ruvidità. Si passa poi alla “prova del fascetto”: si prende nelle mani un piccolo fascetto di fieno, lo si torce e lo si piega, verificando la proporzione di steli che si spezzano rispetto a quelli flessibili, cellulosi e fermentescibili a livello ruminale.

Odore

La fienagione correttamente eseguita e l’adeguata conservazione del fieno, portano con sé un tipico odore gradevole, a seconda delle essenze presenti nel prato. Al contrario odori di secco, di muffa, di gasolio, di stalla, di bruciato e così via indicano uno o più problemi del nostro fieno, con conseguenze più o meno gravi sulla sua appetibilità e sulla sua salubrità. Per effettuare questo test, una vaschetta contenente il fieno viene avvicinata alla faccia e annusata lentamente e profondamente, valutando le sfumature dell’odore e la loro intensità e segnando le proprie osservazioni. Si procede poi ad assegnare un punteggio in base alla indicazioni di Tab. 4.

Presenza di impurità

L’ultima fase di valutazione riguarda la presenza di impurità nel fieno. I materiali indesiderati si classificano prima qualitativamente (Tab. 5) e poi quantitativamente (Tab. 6), osservando il fieno e il fondo della vaschetta, e assegnando poi un punteggio che va da 0 a 3.

Il materiale della presente scheda è tratto da: Someda De Marco A. et al., 2015. Ci sono fieni e fieni! Pezzata rossa, 1: 10-17.

Ti sei perso la prima parte della fienagione? Clicca qui per leggere l’articolo.

Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA. Anche Ruminantia ha parlato del progetto in questo breve articolo.

DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.