Effetti dell’integrazione di propionato di calcio sulle performance di crescita, sulle caratteristiche della carcassa e sulla qualità della carne di agnello.

Nei sistemi di allevamento intensivi, i cereali sono ingredienti essenziali per aumentare la densità energetica della dieta (Huntington, 1997). Nei ruminanti, durante i processi fermentativi ruminali, la presenza dei cereali porta solitamente ad un aumento delle percentuali di propionato che è la principale fonte di carbonio per la gluconeogenesi (Huntington et al., 2006). Negli ultimi anni osserviamo un aumento crescente del costo dei cereali, alimenti che, inoltre, se inclusi ad alti livelli nella dieta, possono portare a problemi digestivi nei ruminanti, con una riduzione dell’assunzione di mangime e scarse performance di crescita (Lawrence et al., 2008; Suh e Moss, 2017; Valente et al., 2017). In alternativa, alcuni precursori glucogenici come glicerolo, lattato, propionato e alcuni aminoacidi sono stati studiati come fonti energetiche integrative nelle diete dei ruminanti (Avila-Stagno et al., 2013; King et al., 2019; Saleem e Singer, 2018; Zhang et al., 2020). Il propionato è uno dei principali acidi grassi volatili ruminali (VFA) e costituisce il precursore primario per la sintesi del glucosio attraverso la gluconeogenesi, processo che contribuisce fino al 90% per i livelli di glucosio nei ruminanti (Bergman, 1990). Il propionato di calcio (CaPr) è un additivo per mangimi sicuro (minor rischio di acidosi), utilizzato con successo nei ruminanti con un elevato fabbisogno energetico (Zhang et al., 2020). Questo composto si dissocia nel rumine in ioni calcio e propionato che, come abbiamo sottolineato precedentemente, è il precursore primario per la sintesi del glucosio (Aiello et al., 1989). Alcuni rapporti sull’impiego di precursori glucogenici aggiunti alla dieta come additivi per mangimi mostrano dati promettenti in ovini da carne, con un rischio minore di acidosi rispetto all’aumento delle dosi di cereali nella dieta (Martínez-Aispuro et al., 2018; Cifuentes- Lopez et al., 2021). Tuttavia, alcuni studi non hanno osservato effetti significativi (Lee-Rangel et al., 2012). Le basi di queste incongruenze non sono chiare, ma potrebbero essere correlate alle dosi di CaPr e al livello energetico della dieta (Takahashi et al., 1989). Questo composto glucogenico aumenta la proporzione ruminale di propionato e le concentrazioni ematiche di glucosio e insulina, influenzando le caratteristiche della carcassa, nonché il grado di marezzatura e il profilo acidico delle carne (Ladeira et al., 2018). Tuttavia, le informazioni sui precursori glucogenici sulla qualità della carne di agnello sono limitate.

Recentemente Carrillo-Muro e collaboratori (2022) hanno condotto uno studio per valutare l’effetto dell’assunzione di dosi crescenti di CaPr sulle performance produttive, sulle caratteristiche della carcassa e sulla qualità della carne in agnelli all’ingrasso.

Per portare avanti tale studio 36 agnelli sono stati suddivisi in 4 gruppi sperimentali, alimentati con una dieta standard a base di mangime concentrato e con dosi crescenti di CaPr da 0, 10, 20 e 30 g/agnello/giorno rispettivamente per i 4 gruppi sperimentali.

Rispetto al controllo, gli agnelli integrati con CaPr hanno ingerito un maggior quantitativo di sostanza secca (DMI), mostrando incrementi medi giornalieri più elevati (ADG) e di conseguenza un maggior peso finale. I risultati migliori sono stati ottenuti quando agli agnelli è stata somministrata una dose di 10 g/ giorno di CaPr, con incrementi di 7,0, 38,1 e 14,3% rispettivamente per il peso finale, ADG, DMI rispetto al gruppo controllo.

I livelli sierici di glucosio, trigliceridi, colesterolo, HDLC, VLDL, acido urico e creatinina nel sangue non sono stati influenzati dall’integrazione di CaPr. Tuttavia, rispetto agli animali alimentati con solo mangime concentrato, gli agnelli integrati con CaPr hanno mostrato un livello tendenzialmente più elevato di Urea-N e del rapporto Urea-N/creatinina (rispetto al controllo, aumenti del 57,9 e del 54,1% rispettivamente per Urea-N e rapporto Urea-N/creatinina negli agnelli integrati con 20 g/giorno di CaPr). Tuttavia, i livelli dei metaboliti nel sangue sono risultati entro i limiti riportati per pecore di età e peso similari (Murat et al., 2005; Desco et al., 1989).

Pertanto, i dati di questo studio indicano come il CaPr è potenzialmente un utile additivo alimentare che può essere utilizzato come fonte energetica aggiuntiva durante la fase di finissaggio degli agnelli. Gli autori sottolineano come gli agnelli integrati con 10 g/agnello/giorno di CaPr sono stati i più performanti, ingerendo un maggior quantitativo di sostanza secca, ottenendo un incremento medio giornaliero più elevato e di conseguenza un maggior peso finale. I dati riportati dagli autori indicano come l’aumento del quantitativo somministrato di CaPr a 30 g/giorno non ha portato a migliorare ulteriormente le performance di crescita, le caratteristiche della carcassa e delle carni.

La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico pubblicato da Small Ruminant Research dove è riportata tutta la letteratura citata: Carrillo-Muro, O., Rivera-Villegas, A., Herńandez-Briano, P., López-Carlos, M. A., Aguilera-Soto, J. I., Estrada-Angulo, A., Medina-Flores, C. A., Mendez-Llorente, F., 2022. Effect of calcium propionate level on the growth performance, carcass characteristics, and meat quality of feedlot ram lambs. Small Ruminant Research, 207, 106618. doi.org/10.1016/j.smallrumres.2022.106618.

 

Autori

Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Antonio Gallo, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra – Gruppo Editoriale ASPA