L’uso di sottoprodotti agroindustriali nell’alimentazione animale è una delle strategie che potrebbe contribuire a migliorare la sostenibilità dell’industria zootecnica. La produzione di mangimi è responsabile della maggior parte delle emissioni inquinanti del settore zootecnico (Gerber et al., 2013) e la sostituzione delle colture foraggere convenzionali con sottoprodotti industriali ha il potenziale di ridurre l’impatto ambientale dell’alimentazione animale in un approccio di economia circolare (Ponnampalam & Holman, 2023).

Le bucce di nocciola (BN), sono un sottoprodotto dell’industria dolciaria e sono costituite dal perisperma delle nocciole rimosso durante il processo di tostatura. Nonostante rappresentino solo il 2% del peso in guscio, sono prodotte in enormi quantità da aziende dolciarie ed il loro smaltimento può rappresentare un grande problema economico e ambientale (Charron, 2019). Le bucce di nocciola hanno un basso contenuto di umidità, sono ricche di fibre, grassi grezzi ed acido oleico. Questo le rende un sottoprodotto dalle eccellenti caratteristiche organolettiche. Il ridotto contenuto di umidità, ad esempio, le rende facili da trasportare, conservare e somministrare.

Considerando i composti bioattivi contenuti nelle BN, si è ipotizzato che la somministrazione di questo sottoprodotto agli agnelli potrebbe migliorare la stabilità ossidativa della carne e la sua shelf-life, nonostante l’aumento dei PUFA (acidi grassi polinsaturi, particolarmente inclini all’ossidazione).

Alla luce di quanto sopra è stato svolto un esperimento, presso l’azienda sperimentale dell’Università di Catania, con lo scopo di determinare la capacità antiossidante e la stabilità del colore, dei lipidi e delle proteine della carne di agnello ottenuta con l’integrazione di bucce di nocciola (BN).

Ventidue agnelli maschi di 2 mesi di razza Valle del Belice sono stati allevati individualmente e assegnati casualmente a 2 gruppi. Il gruppo di controllo (CON) ha ricevuto una dieta pellettata convenzionale a base di concentrato composta principalmente da mais e orzo. L’altro gruppo (BN) ha ricevuto una dieta pellettata simile, in cui è stata sostituita parte del mais con bucce di nocciola. Gli agnelli sono stati nutriti ad libitum con le diete sperimentali per 56 giorni e alla fine della prova gli animali sono stati macellati.  Dopo 24h a 4°C, sono state pesate le carcasse ed è stato asportato il muscolo longissimus thoracis and lumborum (LTL) per eseguire lo studio della shelf-life (conservabilità).

La dieta con bucce di nocciola (BN) ha come obiettivo quello di ridurre la dipendenza dai mangimi convenzionali pur soddisfacendo le esigenze dietetiche degli agnelli. È stato sostituito il mais perché è una coltura con elevati costi economici, esosa di risorse nell’area del Mediterraneo e svolge un ruolo chiave nella competizione mangimi-alimenti-carburanti. Il livello di integrazione scelto di bucce è di 150 g/kg SS (sostanza secca), valore (pari al 58% di mais) che considera la limitazione nutrizionale posta dal suo alto contenuto di grassi e tannini. Nel gruppo BN non è stato osservato alcun effetto negativo sull’ingestione di sostanza secca, accrescimento medio giornaliero, peso corporeo finale e peso della carcassa.

La stabilità ossidativa della carne dipende dal delicato equilibrio tra molecole pro-ossidanti, come gli acidi grassi polinsaturi (PUFA), e molecole antiossidanti, come la vitamina E (Bekhit, Hopkins, Fahri, & Ponnampalam, 2013). Il colore della carne è uno dei principali fattori che influenza la scelta dei consumatori. L’alimentazione degli agnelli con BN ha aumentato in modo trascurabile i parametri di colore. I campioni di carne del gruppo BN hanno mostrato valori più bassi di TBARS (ossidazione lipidica) dopo 4 e 7 giorni di conservazione in frigo. Il contenuto di TBARS è importante nella carne fresca poiché è responsabile dei sapori sgradevoli. Il maggior contenuto di vitamina E ha ritardato lo sviluppo dell’irrancidimento nella carne fresca. La dieta BN non ha avuto alcun effetto sull’ossidazione delle proteine miofibrillari.

In conclusione, i risultati del presente studio hanno quindi mostrato che l’alimentazione degli agnelli con questo sottoprodotto dell’industria dolciaria, può contribuire a migliorare la stabilità ossidativa della carne cruda ritardando l’ossidazione dei lipidi. Tuttavia, non si può presumere che lo stesso effetto si verifichi anche in animali allevati in sistemi di allevamento diversi. Inoltre, non è stato osservato alcun effetto sulla stabilità del colore della carne e sull’ossidazione delle proteine durante i 7 giorni di prova della shelf-life. Considerando l’alto costo della vitamina E sintetica e la crescente preoccupazione dei consumatori per gli additivi chimici, le bucce di nocciola possono acquisire importanza nell’alimentazione del bestiame come fonte di antiossidanti naturali.

La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico, in cui è riportata tutta la letteratura citata: Menci, R., Biondi, L., Natalello, A., Lanza, M., Priolo, A., Valenti, B., Bertino, A., Scerra M. and G. Luciano, 2023. Feeding hazelnut skin to lambs delays lipid oxidation in meat. Meat Science, 202, 109218.

Autori

Marco Sebastiano Cannone, sotto la supervisione del “Gruppo Editoriale ASPA”: Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra, Luca Cattaneo, Gabriele Rocchetti.