La fine dell’anno in corso condurrà all’emanazione del V bando relativo ai criteri, le modalità e le procedure per l’attuazione dei Contratti di Filiera e dei Contratti di Distretto, uno dei principali strumenti di sostegno alle politiche agroindustriali. Il Contratto di Filiera mira, infatti, a favorire i processi di riorganizzazione dei rapporti tra i differenti soggetti della filiera, anche alla luce della riconversione in atto nei diversi comparti, per promuovere la collaborazione e l’integrazione fra i soggetti della filiera stessa, stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire prioritariamente ricadute positive sulla produzione agricola. Allo stesso modo il Contratto di Distretto è finalizzato a favorire processi di riorganizzazione delle relazioni tra i differenti soggetti delle filiere operanti nel territorio del distretto, per promuovere la collaborazione e l’integrazione fra i partecipanti, stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire prioritariamente ricadute positive sulla produzione agricola.

Considerata la grande opportunità che tali finanziamenti rappresentano per gli operatori del settore agroalimentare abbiamo ritenuto interessante approfondire la tematica alla luce di alcune riflessioni fatte insieme al Dr. Arrigo Milanesi, che in prima persona sta seguendo lo sviluppo di un progetto.

Da una prima analisi tale canale di finanziamento può richiamare quelli presenti nei Programmi di Sviluppo Rurali, ma ha una peculiarità fortemente degna di nota in quanto: “il contratto di filiera o di distretto spinge le aziende a ragionare in gruppo” dice il Dr. Milanesi, “cosa estremamente innovativa per il nostro settore”“L’aspetto più interessante” continua “è infatti la progettualità su cui si basano, perché essa induce i diversi attori a confrontarsi e stabilire un obiettivo comune sul quale investire. Si tratta di un approccio culturalmente rilevante perché porta a condividere le modalità di gestione, uscendo dall’individualismo delle altre fonti di finanziamento fruibili”.

Visti sotto questa luce tali contratti, che affondano le loro origini nel 2003, hanno un forte carattere innovativo, che ben si sposa con la nuova Pac in vigore dal 2023.

Un po’ di storia per inquadrare il contesto

Nel corso della legislatura sono state svolte importanti politiche per la promozione, lo sviluppo, l’ammodernamento e il sostegno delle filiere agroalimentari. I contratti di filiera sono infatti riconducibili a quella particolare forma di regolamentazione concordata tra soggetti pubblici e privati introdotta per la prima volta nella legge n. 662 del 1996. Sul piano legislativo, nel settore agroalimentare, sono stati introdotti dalla legge n. 289 del 2002 che ha assegnato al Ministro delle politiche agricole e forestali il compito di promuovere la definizione di contratti di filiera attingendo alle risorse destinate alle cosiddette “aree sottoutilizzate”. Le finalità da perseguire sono quelle di favorire l’integrazione dei diversi soggetti partecipanti ad una medesima filiera del sistema agroalimentare e di rafforzare i distretti agroalimentari. Per la conclusione dei contratti di filiera fu richiesto di rispettare la programmazione regionale, e che i contratti avessero una rilevanza nazionale, e un carattere interprofessionale (prevedendo cioè la partecipazione dei rappresentanti di due o più categorie professionali – produttori, trasformatori, distributori – di una medesima filiera produttiva), nonché che fossero coerenti con gli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato in agricoltura e rientrassero nel limite finanziario complessivo stabilito con delibera del CIPE in sede di ripartizione del Fondo per le aree sottoutilizzate (istituito dall’articolo 61 della medesima legge n. 289 del 2002).

Ma cosa sono i contratti di filiera e di distretto?

Sono contratti che vengono stipulati tra i soggetti della filiera agroalimentare e il Ministero per rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare al fine di realizzare programmi d’investimento integrati a carattere interprofessionale aventi rilevanza nazionale. Tali contratti, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari. Le filiere possono essere di tipo verticale, ad esempio, quando è presente uno stabilimento di trasformazione e tutti i suoi conferenti, oppure di tipo orizzontale come nel caso di più aziende primarie che, accomunate da determinate caratteristiche del loro processo produttivo, decidono di enfatizzare degli aspetti comuni dando origine ad un marchio. Un’ulteriore distinzione tra le filiere è che possono essere a carattere interregionale ed avere in tal caso il Mipaaf come diretto interlocutore, oppure carattere regionale ed interloquire quindi con la Regione di appartenenza. Introdotti per la prima volta, come dicevamo, nell’ordinamento dalla legge finanziaria del 2003 al fine di favorire l’integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare, nonché il rafforzamento dei distretti agroalimentari limitatamente alle aree sottoutilizzate, dal 2011 è stata disposta la loro estensione a tutto il territorio nazionale.

Quali saranno le novità introdotte dal prossimo bando?

A fine settembre il Mipaaf ha predisposto un documento informativo dove sono state esplicitate le principali novità previste nel V bando.  È doveroso ricordare che il Piano nazionale di ripresa e resilienza individua 6 Missioni, ovvero sei ambiti di intervento tematici, nei quali l’Italia ha suddiviso investimenti e riforme. Tra queste, la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” include la componente 2.1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” all’interno della quale sono inseriti appunto i contratti di filiera.

Inoltre, con il D.L. 59/2021 è stato approvato il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, strumento che integra con risorse nazionali gli interventi del precedente e nelle cui misure sono compresi i “contratti di filiera e di distretto” come misure complementari alla citata Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, che a sua volta include la componente 2.1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” del PNRR. L’obiettivo di tali interventi è quello di indirizzare e favorire la crescita economica delle filiere agroalimentari preservando e migliorando le condizioni dello stato dell’ambiente, e tentando di coniugare il rilancio economico con la tutela delle risorse ambientali, motivo per cui si ritiene importante che i progetti promuovano lo sviluppo sostenibile garantendo il buono stato dell’ambiente e perseguendo gli obiettivi ambientali dettati dall’Europa ed in particolare dalla Politica Agricola Comune (PAC), dal Green Deal europeo e dalla strategia denominata “Dal produttore al consumatore”, ovvero quelli di combattere i cambiamenti climatici, proteggere le risorse naturali e migliorare la biodiversità.

Sono stati definiti requisiti e modalità di finanziamento per il V bando?

La proposta dell’Italia per l’implementazione dei contratti di filiera nello schema del PNRR si basa quindi sul Regime di Aiuti già approvato dall’Unione Europea nel 2016 e modificato nel 2020; pertanto, si dichiara che i vincoli e le modalità di finanziamento che verranno utilizzati nel bando V saranno gli stessi stabiliti nel IV bando.

Dunque, analizzando brevemente quanto stabilito nel DM Contratti di filiera prot. n. 1192 del 08.01.2016 il contributo dello Stato ai contratti di filiera e di distretto sarà concesso, in coerenza con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, per diverse tipologie di investimenti ovvero:

  • investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria;
  • investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e la commercializzazione di prodotti agricoli;
  • investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non agricoli;
  • partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità;
  • misure promozionali a favore dei prodotti agricoli;
  • progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo.

I beneficiari finali del finanziamento saranno ancora le imprese che concorrono direttamente alla produzione, raccolta, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli (agroalimentari, ittici, forestali e florovivaistici) e le imprese che forniscono servizi e mezzi di produzione. Per beneficiare dell’agevolazione le imprese dovranno aver sottoscritto un accordo di filiera, finalizzato alla realizzazione di un programma integrato a carattere interprofessionale ed avente rilevanza nazionale che, partendo dalla produzione agricola, si sviluppi nei diversi segmenti della filiera in un ambito territoriale multiregionale.

Le due tipologie di accordo previste, come da DM suddetto, saranno:

  1. Accordo di filiera”: l’accordo sottoscritto dai diversi soggetti della filiera agroalimentare e/o agroenergetica, operanti in un ambito territoriale multiregionale che individua il Soggetto proponente, gli obiettivi, le azioni, incluso il Programma, i tempi di realizzazione, i risultati e gli obblighi reciproci dei Soggetti beneficiari;
  2. Accordo di distretto”: l’accordo sottoscritto dai diversi soggetti operanti nel territorio del distretto, che individua il Soggetto proponente, gli obiettivi, le azioni, incluso il Programma, i tempi di realizzazione, i risultati e gli obblighi reciproci dei Soggetti beneficiari;

Le agevolazioni di cui al presente decreto saranno concesse nella forma del contributo in conto capitale e del finanziamento agevolato, subordinate alla concessione di un finanziamento bancario. Possono essere ammessi alle agevolazioni i contratti di filiera e i contratti di distretto che prevedono programmi con un ammontare delle spese ammissibili compreso tra 4 milioni e 50 milioni di euro.

Che tempi sono previsti per l’emanazione del V bando?

Il documento informativo del Mipaaf riporta un cronoprogramma secondo cui:

  • il nuovo bando per i Contratti di Filiera è atteso per la fine dell’anno in corso, ovvero dicembre 2021;
  • la presentazione delle domande e dei progetti dovrà avvenire nel primo trimestre 2022;
  • l’approvazione delle graduatorie finali per la concessione degli aiuti finanziari nel settore agroalimentare è prevista entro il primo trimestre 2023.

Continueremo a monitorare la situazione per fornire ai lettori di Ruminantia tutti gli sviluppi con la maggiore tempestività possibile, nonché sarà nostra cura raccontarvi nel dettaglio tutte le fasi di costituzione del progetto seguito dal Dr. Milanesi non appena verrà presentato.

Bibliografia

  • Camera dei deputati
  • Rivista di diritto agroalimentare, anno VI n.3 Luglio-Settembre 2012.
  • MIPAAF – PQAI 03 – Prot. Interno N.0464553 del 23/09/2021 e Avviso di consultazione tecnica – il nuovo bando dei contratti di filiera e di distretto