Quanto i cani da guardiania possono essere la soluzione contro la predazione delle greggi.

In Italia l’allevamento delle pecore e delle capre, sia da latte che da carne, ha una notevole importanza occupazionale, economica e di presidio del territorio e delle tradizioni.

Secondo i dati della BDN, al 30 Giugno 2021 erano attivi 139.648 allevamenti dove erano presenti 7.542.387 capi. Dei circa 30 milioni di ettari di territorio italiano, il 35.2% è montano ed il 41.6% collinare, e buona parte di questi sono classificati come aree interne o marginali. Molte aziende che allevano pecore e capre sono ubicate in queste zone e la tipologia di gestione degli animali è estensiva. Questi allevamenti permettono l’utilizzo di queste aree altrimenti improduttive, e se fossero ufficialmente incaricati e remunerati potrebbero offrire un valido supporto nella prevenzione degli incendi e della biodiversità.

Durante quest’estate, che non è ancora finita, sono stati incendiati da mani irresponsabili e criminali oltre 120.000 ettari di boschi che, oltre a compromettere il sostentamento degli animali al pascolo, hanno dato un duro colpo alla biodiversità e fatto riversare in atmosfera un’enorme quantità di gas climalteranti. Pertanto, riteniamo che la pastorizia debba meritare una maggiore attenzione rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi e che vada ufficialmente incaricata di supportare lo Stato nella gestione dei territori più difficili.

C’è però la questione dei predatori, ed in particolare del lupo, che sta sempre più mettendo in difficoltà i pastori.

Negli anni ’70 i lupi erano pressoché estinti nel nostro paese. Si stima fossero rimasti un centinaio di esemplari presenti nei luoghi più inospitali del nostro appennino centrale e meridionale. In seguito, grazie all’“Operazione San Francesco” voluta dal WWF, ed ai provvedimenti legislativi conseguenti, i lupi hanno ricominciato a ripopolare le aree interne italiane da Nord a Sud. Il Ministero dell’Ambiente ha recentemente incaricato ISPRA di quantificare l’esatta consistenza dei lupi in Italia. Siamo quindi in attesa della divulgazione dei dati del censimento, che dovrebbe essersi concluso a Marzo 2021, ma si stima che in Italia ci siano ormai dai 1500 ai 2000 lupi su una popolazione europea di 13.000-14.000 esemplari.

Le greggi di pecore e di capre, ma anche i bovini allevati allo stato brado, subiscono di frequente gli attacchi di questi predatori. Si tratta quindi di un problema da affrontare con razionalità e onestà intellettuale, consci del fatto che auspicarsi una nuova estinzione del lupo non è immaginabile, perché contrario alla morale e fuori luogo nei confronti dell’opinione pubblica. Le soluzioni per una convivenza tra greggi e lupi non sono molte, ma è nostro dovere affrontarle. Quella attualmente prevalente è il rimborso economico ai pastori degli animali uccisi dai lupi, argomento di cui ci occuperemo più avanti; esistono poi le recinzioni, ma forse il metodo più efficace è quello di dotarsi dei cani da guardiania.

Nell’approfondire questo argomento ci siamo accorti della complessità della gestione di questo tipo di cani. Per dare a voi lettori informazioni che possano essere utili anche nella pratica, abbiamo coinvolto in una videointervista tre esperti del settore: Andrea Mazzatenta, docente di psicobiologia e psicologia animale del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo; Freddy Barbarossa, Dottore in scienze psicologiche applicate, allevatore di cani da pastore abruzzesi e consulente nella gestione dei cani da guardiania; e Tiziano Iulianella, storico allevatore di pecore merinizzate della provincia dell’Aquila.

Molti sono stati gli argomenti affrontati. Tra i principali, la fondamentale distinzione tra i cani da guardiania, ossia quelli che difendono il gregge, e quelli da conduzione, o toccatori o paratori. I primi sono cani da guardia di razza abruzzese, anche definiti maremmano-abruzzesi o mastini abruzzesi. I secondi, ossia quelli da conduzione, possono essere i noti Border Collie, anche se in Italia prevalgono dei meticci anche detti lupetti. Quello che ci hanno riferito i nostri ospiti circa il presunto addestramento a cui sono soggette queste due tipologie di cani è sorprendente. Di fatto, i cani da guardia al gregge vengono addestrati dal loro stesso branco e molto di quello che sanno fare è iscritto nel loro DNA. I cani da conduzione, se non sono dei Border collie, neppure vengono addestrati, e quello che sanno fare lo apprendono dal contesto.

Per approfondire questa “millenaria tecnologia” vi invitiamo a seguire il video del webinar che Ruminantia ha realizzato per voi. Inoltre, per saperne di più sul cane pastore abruzzese consigliamo la lettura del libro di Freddy Barbarossa “La vera storia del cane pastore abruzzese”.