L’obiettivo dello studio è stato quello di misurare la capacità del sistema di certificazione di origine geografica protetta dell’UE di influenzare positivamente il prezzo di vendita dei prodotti certificati ed i redditi dei loro produttori.

Dopo una rassegna dei regolamenti comunitari relativi alla certificazione UE dell’origine dei prodotti e della letteratura esistente sui principali benefici ottenuti dalla stessa, lo studio ha delineato lo scenario economico dell’allevamento ovino e dell’industria del pecorino in Italia, presentando le principali caratteristiche dei diversi formaggi ovini italiani certificati DOP, per poi concentrarsi sul Pecorino Siciliano DOP e sulla sua produzione in Sicilia. Successivamente, è stato illustrato l’impianto metodologico utilizzato, descrivendo la selezione delle aziende esaminate, nonché la procedura seguita per la raccolta dei dati e la loro elaborazione.

L’indagine si è concentrata su un’area rurale interna della Sicilia, caratterizzata da una forte vocazione agricola e zootecnica estensiva, dove l’intensificazione delle pratiche agricole non è un’opzione praticabile: nello specifico, l’area oggetto di studio è quella dei Monti Sicani, dove si incontrano le province di Palermo e Agrigento, nella parte sud-occidentale dell’Isola. Considerate le condizioni di questo territorio, l’aumento della quantità di Pecorino Siciliano DOP – che non comporterebbe la variazione delle tradizioni produttive tramandate da una generazione all’altra – potrebbe portare ad un miglioramento dei risultati economici delle singole aziende e ad uno sviluppo sostenibile dell’intera area interessata.

Lo studio ha coinvolto 2 aziende casearie produttrici (anche) di Pecorino Siciliano DOP che svolgono l’intero processo produttivo, dalla produzione di latte alla caseificazione, stagionatura e commercializzazione, aventi dimensioni e modus operandi abbastanza diversi (una produce solo latte ovino, l’altra anche latte bovino ed in ambedue i casi con incidenze variabili di produzioni DOP).

Per misurare la capacità del marchio DOP di generare effetti economici in termini di valore aggiunto al prodotto certificato, è stata valutata la convenienza economica alla trasformazione del latte ovino in pecorino (con e senza certificazione DOP) e dei relativi prodotti comuni (ricotta). Inoltre, per entrambe le aziende sono stati valutati anche i risultati di un ipotetico scenario in cui tutto il prodotto viene trasformato in Pecorino Siciliano DOP (stagionato per almeno quattro mesi, secondo quanto previsto dal Disciplinare di Produzione in vigore al momento della rilevazione dei dati, anno 2019).

I risultati dello studio suggeriscono che la produzione e la commercializzazione del Pecorino Siciliano DOP è una strategia promettente per differenziare e promuovere i prodotti dell’azienda lattiero-casearia e per migliorare le performance economiche dei produttori, con prevedibili ripercussioni socio-economiche positive nelle aree rurali in cui sono localizzati.

I prezzi di trasformazione calcolati per le due aziende intervistate testimoniano, nell’anno di rilevazione, la convenienza economica alla trasformazione del latte in pecorino (certificato DOP e non) e ricotta, in quanto sono notevolmente superiori al prezzo medio di vendita del latte nella zona (Tab. 1).

Tabella 1. Convenienza economica alla trasformazione del latte in pecorino e ricotta nelle 2 aziende intervistate.

Valore del latte trasformatoCosto di trasformazioneValore di trasformazioneLatte trasformatoPrezzo di trasformazionePrezzo del latte venduto tal quale
Azienda 1€ 320.033,00€ 100.078,01€ 219.954,99184.000 L€ 1,20/L€ 0,70 - 0,75/L
Azienda 2€ 128.117,55€ 43.751,38€ 84.366,1780.500 L€ 1,05/L€ 0,70 - 0,75/L

Inoltre, nello scenario ipotetico in cui il latte è interamente trasformato in Pecorino Siciliano DOP e ricotta si osserva un aumento significativo del prezzo di trasformazione per entrambe le aziende: da 1,20 €/L a 1,48 €/L per l’Azienda 1 e da 1,05 €/L a 1,56 €/L per l’Azienda 2.

La ricerca dimostra che è economicamente conveniente trasformare il latte ovino aziendale in pecorino (con e senza certificazione DOP) e nei relativi prodotti comuni (ricotta), e che tale convenienza è ancora maggiore nel caso di una trasformazione esclusivamente in Pecorino Siciliano DOP e ricotta. Tale convenienza dimostra il potenziale di sviluppo di questo formaggio che, secondo il Disciplinare di Produzione in vigore al momento dell’indagine, doveva essere stagionato per almeno quattro mesi. I fattori che avrebbero potuto sminuire tali risultati, ad esempio i rischi produttivi e commerciali legati alla produzione di un solo tipo di formaggio stagionato per almeno quattro mesi, sembrano ridursi o addirittura scomparire alla luce delle recenti modifiche al Disciplinare di Produzione che hanno ampliato le tipologie di prodotti a marchio DOP commerciabili.

 

Tratto daThe Contribution of Geographical Certification Programs to Farm Income  and Rural Economies: The Case of Pecorino Siciliano PDO“.

Autori: Emanuele Schimmenti, Enrico Viola, Cassandra Funsten e Valeria Borsellino *

Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali – Università  degli Studi di Palermo, 90128 Palermo, Italia;

emanuele.schimmenti@unipa.it enricoviola1811@gmail.com  cassandra.funsten@unipa.it

*Corrispondenza: valeria.borsellino@unipa.it

www.mdpi.com/2071-1050/13/4/1977