Sono molti anni che si parla di Precision feeding nell’allevamento della bovina da latte ma concretamente sono ancora troppo pochi i nutrizionisti che nel mondo applicano questa disciplina, per una ancora poca sensibilità sull’argomento.

I costi delle materie prime sono stati per anni piuttosto contenuti e il prezzo del latte alla stalla in grado di garantire un’equa redditività. Da due anni a questa parte una serie di congiunture negative come la pandemia e i cambiamenti climatici hanno reso inevitabile l’adozione delle metodologie di lavoro tipiche della precision feeding, tra cui troviamo il bilancimento amminoacido della razione. Questa pratica è una prassi nell’allevamento dei monogastrici ma è ancora poco diffusa in quello dei ruminanti.

Obiettivo del bilanciamento amminoacidico è quello di ridurre il contenuto proteico delle razioni, con evidenti riduzioni dei costi di alimentazione e dell’escrezione di azoto nell’ambiente, ma anche di massimizzare la produzione di caseina, che è il vero valore del latte. Inoltre, un bilanciamento corretto dell’apporto amminoacidico consente di dare un valido aiuto sia alla fertilità che al sistema immunitario.

Da sempre il nostro Paese segue ciò che avviene nell’allevamento delle bovine da latte degli USA, e attinge copiosamente alle evidenze scientifiche statunitensi.

Per capire come sta evolvendo l’allevamento delle bovine negli USA, ed in particolare come si sta diffondendo la “cultura” del bilancimento amminoacidico, abbiamo chiesto il supporto di Adisseo, multinazionale dell’alimentazione animale specializzata proprio nella nutrizione ammininoacidica.

Grazie al contributo di Mike Shearing, Global Ruminant Aminoacid Formulation Manager Adisseo, e Claudio Vezzani, responsabile tecnico di Adisseo Italia per i ruminanti, abbiamo potuto approfondire questo argomento.