Effetti dei latticini senza e a basso contenuto di lattosio sui sintomi di salute gastrointestinale: una review sistematica

Il lattosio è uno zucchero presente in natura che si trova quasi esclusivamente nel latte dei mammiferi (Lomer, Parkes e Sanderson, 2008; Suchy et al., 2010). L’ipolattasia è correlata a un declino dell’attività della β-galattosidasi intestinale (comunemente chiamata lattasi) o ad sua carenza nel tratto gastrointestinale, che può causare intolleranza al lattosio e che rappresenta la causa principale di una cattiva digestione di questo zucchero (Lember, 2012). L’intolleranza al lattosio è definita come una sindrome clinica caratterizzata da dolore e distensione addominale, flatulenza e diarrea che possono verificarsi dopo il consumo di lattosio, mentre la digestione inefficiente del lattosio dovuta a carenza di lattasi è chiamata mal digestione del lattosio (Fassio, Facioni e Guagnini, 2018). Circa due terzi della popolazione adulta globale è costituita da individui che mal digeriscono il lattosio, perché geneticamente hanno una down-regulation dell’espressione della lattasi nella prima infanzia (Vesa, Marteau e Korpela, 2000) e quindi hanno una ridotta capacità di digerire il lattosio dopo l’infanzia (Genetics Home Reference, 2019). Dal 2011 al 2012, circa il 17% degli australiani di età pari o superiore ai due anni ha riferito di evitare un alimento a causa di allergia o di un’intolleranza, con il latte e gli altri latticini (4,5%) tra i cibi più comunemente evitati (Yantcheva, Golley, Topping e Mohr, 2016).

L’intolleranza al lattosio si verifica quando il lattosio non idrolizzato passa attraverso l’intestino senza essere assorbito fungendo da substrato batterico nel colon, e quindi provocare sintomi quali diarrea, dolore addominale, gonfiore, flatulenza, nausea e brontolio allo stomaco (Storhaug, Fosse, & Fadnes, 2017; Vesa et al., 2000). La consapevolezza dell’intolleranza al lattosio è aumentata con conseguente miglioramento della gestione dei sintomi, con il trattamento raccomandato che prevede una riduzione dell’assunzione di lattosio con la dieta (McCarron & Heaney, 2004; Misselwitz et al., 2013). Tuttavia, i latticini sono una parte importante di una dieta sana ed equilibrata e una ricca fonte di nutrienti. La maggior parte delle persone con intolleranza al lattosio può digerire almeno 250 ml di latte (~ 12 g di lattosio), senza manifestare sintomi e fino a 18 g di lattosio se consumato con altri alimenti (Misselwitz et al., 2013). Per garantire un adeguato apporto di nutrienti, la riduzione dell’assunzione di lattosio nelle persone sensibili ad esso (invece che un’esclusione totale dell’assunzione) può ottimizzare lo status nutrizionale (McCarron & Heaney, 2004; Misselwitz et al., 2013). Ulteriori approcci possono prevedere l’aggiunta di un sostituto dell’enzima lattasi e probiotici. Tuttavia, la sostituzione dell’enzima lattasi può essere meno vantaggiosa a causa dei cambiamenti nel gusto del cibo, poiché il glucosio e il galattosio prodotti con questo processo determinano un aumento della dolcezza (Misselwitz et al., 2013). Altri approcci alla gestione dell’intolleranza al lattosio includono l’aggiunta di probiotici che modificano la flora intestinale e possono avere effetti benefici come un miglioramento della digestione del lattosio, della resistenza ai patogeni e miglioramento dell’equilibrio microbiologico nell’intestino (Misselwitz et al., 2013; Ziemer & Gibson, 1998).

Il lattosio è un disaccaride composto da frazioni di galattosio e glucosio. Rappresenta il carboidrato predominante presente nel latte. La rimozione del lattosio dal latte viene tipicamente eseguita aggiungendo una lattasi esogena al latte, con conseguente idrolisi (predigestione) del lattosio in galattosio e glucosio, o con varie tecniche di frazionamento a membrana e cromatografiche durante la lavorazione che separano e rimuovono il lattosio dal latte. Poiché il latte senza lattosio è stato pre-lavorato per scindere il lattosio e ridurne il contenuto prima del confezionamento, viene considerato un sostituto adatto per le persone intolleranti al lattosio. Il latte delattosato prevede la rimozione di una parte del lattosio tramite l’utilizzo di enzimi (Harju, Kallioinen e Tossavainen, 2012). L’idrolisi del lattosio del 70% e oltre aumenta la dolcezza del latte, che può quindi far diminuire il quantitativo di zucchero aggiunto ma ne altera anche il gusto (Harju et al., 2012). Per le persone intolleranti al lattosio, è ora disponibile sul mercato una gamma di prodotti lattiero-caseari privi di lattosio e a basso contenuto di lattosio.

Per determinare la relazione cibo-salute tra prodotti senza lattosio e prodotti a basso contenuto di lattosio, questo studio ha accorpato le prove di studi controllati randomizzati che esaminano le risposte al latte senza lattosio sugli esiti relativi alla salute. Questa è un’area importante quando si parla di consigli dietetici e nutrizionali, visto che le persone tendono ad eliminare sempre di più i latticini dalla loro dieta, cosa che potrebbe metterli a rischio di carenze di calcio, di vitamine del gruppo B e di vitamina D. Gli obiettivi erano di studiare gli effetti del consumo di latte senza lattosio e di latticini a basso contenuto di lattosio sui sintomi gastrointestinali confrontandoli con il latte e i latticini contenenti lattosio, e di valutare gli effetti del latte senza lattosio in individui sani e in persone con intolleranza al lattosio o malassorbimento. Abbiamo ipotizzato che gli individui con intolleranza al lattosio avrebbero meno sintomi quando consumano latticini a base di lattosio idrolizzato e senza lattosio rispetto a quando consumano quelli con latte intero. Sono stati confrontati 23 studi su prodotti lattiero-caseari idrolizzati al ≥ 90% (n = 10), su prodotti lattiero-caseari senza lattosio e interi (n = 10), su latticini con lattosio idrolizzato, senza lattosio e interi (n = 2) e su latte leggermente idrolizzato e senza lattosio (n = 1). Quattordici hanno riportato un consumo di latte a basso contenuto di lattosio o senza lattosio e quattro riportavano meno sintomi di disturbi gastrointestinali rispetto ai controlli. Due studi hanno riportato un aumento dei sintomi con un volume maggiore di latte consumato. I risultati non si sono rivelati costanti nei vari studi. Tuttavia, hanno fornito prove dei benefici del latte e dei prodotti lattiero-caseari senza lattosio e con l’idrolizzazione del lattosio da utilizzare come alternativa ai prodotti a base di latte intero in soggetti intolleranti al lattosio e sani. La gravità dei sintomi indotti dal lattosio dipende dalla quantità di lattosio ingerito e malassorbito. La restrizione degli alimenti lattiero-caseari contenenti lattosio è la principale strategia di trattamento per questi sintomi; tuttavia, ciò può portare a una dieta al di sotto dei valori raccomandati e generare carenze che, invece, si possono evitare consumando quindi i prodotti privi di lattosio o a basso contenuto di lattosio.

Questo articolo è una sinossi tratta dall’originale Effects of lactose-free and low-lactose dairy on symptoms of gastrointestinal health: A systematic review”

Emily Sharp a, Nathan M. D’Cunha a, b, Chaminda Senaka Ranadheera c, Todor Vasiljevic d, Demosthenes B. Panagiotakos a, e, f, Nenad Naumovski a, b, e, *

a Faculty of Health, University of Canberra, Bruce, ACT 2617, Australia

b Functional Foods and Nutrition Research (FFNR) Laboratory, University of Canberra, Bruce, ACT 2617, Australia

c School of Agriculture & Food, Faculty of Veterinary and Agricultural Sciences, The University of Melbourne, Melbourne, VIC 3010, Australia

d Advanced Food Systems Research Unit, Institute of Sustainable Industries & Liveable Cities and College of Health and Biomedicine, Victoria University, VIC 3030, Australia

e Department of Nutrition and Dietetics, School of Health Science and Education, Harokopio University, Athens, Greece

f Department of Kinesiology and Health, School of Arts and Sciences, Rutgers University, NJ, USA

* Corresponding author. Tel.: +61 2 6206 8719.

International Dairy Journal

https://doi.org/10.1016/j.idairyj.2020.104936