Le attrezzature e i macchinari per il settore agricolo e zootecnico non sono di certo economiche, e spesso potersi permettere un sistema di ultima generazione efficiente, che faccia risparmiare tempo, è un sogno lontano. Ma chi l’ha detto che un agricoltore debba comprarsi da solo l’attrezzatura necessaria? È questa la domanda che si sono posti Alberto Racca ed il suo socio, quando nel 2009 hanno deciso da consiglieri comunali di supportare il settore agricolo. Iniziarono perciò a indire delle riunioni con una cooperativa di un altro paese, Cavallermaggiore (CN), che si occupava anche del noleggio di macchinari agricoli.

L’idea piaceva molto ai due consiglieri comunali tanto che decisero di estendere la pratica a tutte le aziende agricole del loro paese, Marene (CN). L’idea è piaciuta molto anche a noi, che abbiamo deciso di intervistare l’attuale presidente della cooperativa agricola Marenese (C.A.M.), Alberto Racca. 

Partendo dall’inizio, la cooperativa di Marene nasce proprio su spunto di quella di Cavallermaggiore con cui vengono svolte una serie di riunioni, alle quali inizialmente parteciparono più di 40 aziende, che si riducono a 22 al momento della conclusione e della concretizzazione della cooperativa nell’aprile del 2010. Attualmente le aziende partecipanti sono 31. 

La creazione vera e propria della cooperativa si ha sull’onda di una legge regionale per l’assistenza alle aziende agricole tramite un contributo, ma, Alberto Racca afferma che fino al 2015 la cooperativa è andata avanti senza finanziamenti regionali o statali, in quanto al momento della costituzione dell’associazione i finanziamenti preposti dalla regione erano già esauriti. 

La cooperativa di Cavallermaggiore aveva dunque applicato questa fantastica idea di mettere a disposizione delle aziende partecipanti le attrezzature necessarie al lavoro agricolo. Questo consentiva di non dover spendere onerose quantità di denaro per ogni singola strumentazione. 

L’idea era geniale se si pensa al fatto che i prezzi sono così alti che non sono accessibili a nessuna delle aziende, almeno a Marene, e alcuni macchinari vengono utilizzati talmente poco, che diventano vetusti prima che l’agricoltore li possa ammortizzare. Inoltre, le regolamentazioni sulla sicurezza sul posto di lavoro sono giustamente sempre più stringenti, il che implica la necessaria adozione di macchinari moderni. Dunque l’esigenza di possedere la strumentazione adeguata c’è ed è fondamentale poterla soddisfare. Così i due consiglieri comunali, iniziando con varie riunioni per capire come poter strutturare la cooperativa e che clima si sarebbe creato, hanno finito per attuare quella grandiosa idea di cui erano rimasti affascinati. 

Inizia così quest’avventura del noleggio delle attrezzature all’interno della cooperativa marenese. Questa cooperativa funziona tramite un CdA che ha il potere decisionale, formato dal Presidente più i Consiglieri, che discute e definisce le richieste e le esigenze sollevate dal’Assemblea, formata dalle aziende. Le necessità delle aziende sono cambiate in 11 anni, soprattutto per via dei costi: se all’inizio la cooperativa era partita senza il bisogno di macchine a motore, ovvero trattori, ad oggi, che il loro prezzo è notevolmente aumentato e diventato insostenibile per una piccola azienda, è necessario che la cooperativa si doti anche di quelle. Infatti attualmente la cooperativa ha disposto per il noleggio 3 telescopici e 2 trattori. 

I macchinari non sono usufruibili da aziende che non sono associate, per evitare problematiche relative a guasti o danni commessi da terzi. È possibile che un socio della cooperativa svolga un lavoro presso un’azienda terza, ma in quel caso è lui a prendersi le responsabilità del suo operato. 

La cooperativa è dunque andata avanti tutti questi anni tramite il capitale sociale fornito dalle aziende ed il capitale economico basato, invece, sui mutui bancari. Il sistema funziona così: ogni socio riceve due fatture all’anno corrispondenti all’utilizzo che ha fatto di un determinato macchinario. I prezzi sono decisi sulla base dell’ammortamento del macchinario, in base alle ore di utilizzo. In fase di bilancio, a chiusura dell’anno, che corrisponde a maggio/giugno circa, si riscontra quanto la cooperativa ha avuto di netto o di perdita, e sulla base di questo si effettua un dividendo oppure un rientro del mancante, anche se in tutti questi anni non vi è mai stata una situazione di perdita. A prescindere dal buon andamento della cooperativa marenese, la messa in comune dei macchinari è diventata con il passare del tempo sempre più interessante, sia per ragioni economiche come si sottolineava precedentemente, ma soprattutto perchè le attrezzature di ultima generazione, così specifiche ed efficienti, sono necessarie a volte solo pochi giorni l’anno, è quindi eccessivo chiedere ad una piccola azienda di sobbarcarsi di un acquisto non indifferente. Questo sistema permette non solo di evitare la spesa per il singolo macchinario ma anche conseguentemente di ottimizzare le spese, dati sia i macchinari ad alto rendimento posti a disposizione, sia il fatto di avere maggior liquidità da investire in altro. E così Alberto Racca ci racconta di come alcune aziende abbiano poi puntato ad acquistare, ad esempio, nuovi robot di mungitura moderni, o attrezzature all’avanguardia che non avrebbero potuto comprare se avessero dovuto far fronte a spese economiche maggiori derivanti dai macchinari agricoli. 

Inoltre, il costituirsi della cooperativa è stato anche un modo per creare un ambiente di comunione tra le varie aziende agricole della zona. Nonostante Alberto temesse discussioni e conflitti, il risultato è stato quello di una pacifica e amichevole cooperativa, in cui ogni azienda conosce le necessità dell’altra ed è disposta anche ad organizzare i propri turni di utilizzo del macchinario per agevolare l’altra. Si è insomma creato un ambiente di reciproco aiuto e di confidenza. 

Ad oggi la situazione è quindi tranquilla, tutto scorre come dovrebbe; nel futuro, auspica Alberto, la cooperativa dovrà riuscire a stare sempre più al passo con i tempi, prevedere le nuove strade e percorsi che andrà a fronteggiare l’agricoltura nell’immediato futuro, scoprire nuove necessità e dunque nuove vie da intraprendere come cooperativa. 

Per il momento è sicuramente un esempio virtuoso di ciò che un gruppo di agricoltori può creare.