Il contenuto di grassi del latte di capra e la sua composizione chimica sono stati ampiamente modulati da fattori nutrizionali e genetici (1, 2). Il modo più pratico per modulare gli acidi grassi (FA) del latte verso un profilo più sano per il consumo umano è fornire agli animali un’integrazione di fonti lipidiche vegetali (3, 4). Tuttavia, le risposte dipenderanno dalla lunghezza della catena del singolo acido grasso, dal grado di saturazione e dalla stereochimica dei doppi legami, come precedentemente dimostrato in vitro nelle cellule della ghiandola mammaria di capra (5). Quando i ruminanti vengono nutriti con fonti di acidi grassi insaturi, i profili degli acidi grassi del latte vengono modificati a causa della bioidrogenazione ruminale, per cui gli acidi grassi insaturi alimentari subiscono idrogenazione e isomerizzazione (6).

I lipidi assunti con la dieta inducono cambiamenti durante la fermentazione ruminale (7) e questi potrebbero portare a una diminuzione del contenuto di acidi grassi volatili (VFA), CO2 e CH4 (8). I grassi alimentari diminuiscono la produzione di CH4 nel rumine riducendo l’accumulo di idrogeno attraverso la bioidrogenazione degli acidi grassi essenziali, riducendo l’ingestione di materia organica fermentescibile, riducendo la digestione delle fibre e inibendo l’attività dei metanogeni ruminali (9). Questa conoscenza è stata utilizzata per progettare piani nutrizionali che includono grassi e riducono la produzione di CH4 da parte degli animali da latte.

I consumatori sono consapevoli che i grassi saturi contenuti nei latticini potrebbero avere effetti negativi sulla loro salute (10) e ciò ha portato alla progettazione di diete in cui vengono aggiunti grassi insaturi per migliorare la qualità dei grassi del latte. Ad esempio, nelle capre, l’integrazione dietetica di olio di colza (11) e di olio di girasole riduce il contenuto di acidi grassi saturi nel latte (12, 13).

Attualmente, è stato riportato che la composizione del foodoma del latte potrebbe essere modificata dalla specie animale o dal regime alimentare, un fenomeno già studiato in precedenza nelle capre e nelle vacche (14, 15).  Tra le varie sperimentazioni, riportiamo in questo articolo, uno studio condotto di recente, sui possibili effetti dell’integrazione di olio di colza o di girasole sul foodoma del latte di capra (16), con segnalazioni del fatto che nutrire le capre con olio di girasole potrebbe aumentare le concentrazioni relative di aminoacidi del latte e di acidi organici mentre l’olio di colza potrebbe aumentare gli alcoli alifatici, inclusi l’etanolo e gli acidi organici.

Lo studio mostra, in particolare, l’effetto dell’integrazione delle diete delle capre da latte con olio di colza o olio di girasole sulle performance produttive, sulla composizione del latte, sul profilo degli acidi grassi del latte e sulla cinetica di fermentazione in vitro. A questo scopo, è stato scelto l’olio di girasole venduto al dettaglio come fonte di acidi grassi monoinsaturi (61 g/100 g di acido oleico) e l’olio di colza venduto al dettaglio come fonte di acidi grassi polinsaturi (60 g/100 g di acido linoleico). Pertanto, ci aspettiamo che questi oli ottenuti da semi oleosi esercitino effetti differenziali sul metabolismo dei lipidi di capra poiché hanno numeri e posizioni diverse dei doppi legami nella struttura dei loro acidi grassi.

Nove capre Landrace danesi con 42 ± 5 giorni di lattazione sono state assegnate a tre gruppi di trattamento per 42 giorni. Gli animali hanno ricevuto una dieta di base, formulata con un rapporto foraggio:concentrato di 85:15, e poi la dieta di base è stata integrata con olio di colza o olio di girasole al 4% della sostanza secca. Il latte di capra è stato campionato nei giorni 14, 21 e 42. La composizione del latte era simile tra i trattamenti.

Dal giorno 14 al giorno 42, la produzione di latte è aumentata (1.03 versus 1.34 kg/giorno), mentre i grassi del latte (2.72 versus 1.82 g/giorno) e i solidi totali (11.2 versus 9.14%) sono diminuiti. Rispetto al controllo e all’olio di colza, l’olio di girasole ha diminuito (P < 0.05) C4:0 (1.56 e 1.67 versus 1.36 g/100 g) ed entrambi gli oli hanno diminuito (P < 0.05) C18:3n3 (0.60 versus 0.20 e 0.10 g /100 grammi). L’olio di colza ha aumentato (P < 0.05) C18:2 cis9, trans11 rispetto al controllo e all’olio di girasole (0.37 versus 0.13 e 0.19 g/100 g). Le analisi di foodomica non mirate del latte hanno rivelato un lieve aumento (P < 0.05) dell’acido gluconico e una diminuzione dell’acido ippurico (P < 0.05) nel latte delle capre nutrite con olio rispetto al controllo. La degradazione della sostanza secca in vitro (63.2 ± 0.02%) non è stata influenzata dai trattamenti dietetici e le singole percentuali degli acidi grassi volatili, degli acidi grassi volatili totali (35.7 ± 2.44 mmol/l), della CO2 (18.6 ± 1.15 mol) e del CH4 (11.6 ± 1.16mol) non sono state influenzate dai trattamenti dietetici. L’olio di girasole e l’olio di colza hanno diminuito (P <0.05) la produzione totale di gas a 24 e 48 ore rispetto al controllo.

Nel complesso, l’utilizzo di olio di girasole o di colza con una percentuale di DM del 4% non ha compromesso le performance degli animali e la composizione del latte.

La presente sinossi è tratta dall’articolo “Effect of Supplementing Dairy Goat Diets With Rapeseed Oil or Sunflower Oil on Performance, Milk Composition, Milk Fatty Acid Profile, and in vitro Fermentation Kinetics”

Einar Vargas-Bello-Pérez 1*, Nanna Camilla Pedersen1, Jaloliddin Khushvakov 2,3, Yongxin Ye2, Rajan Dhakal 1, Hanne H. Hansen1, Lilia Ahrné2 and Bekzod Khakimov 2*

1 Department of Veterinary and Animal Sciences, Faculty of Health and Medical Sciences, University of Copenhagen, Frederiksberg, Denmark, 2 Department of Food Science, Faculty of Science, University of Copenhagen, Frederiksberg, Denmark, 3 Institute of Chemistry and Biotechnology, Zurich University of Applied Sciences, Winterthur, Switzerland

doi: 10.3389/fvets.2022.899314