Il consumo regolare di latticini è parte integrante di un modello alimentare sano, e molti studi lo hanno confermato. Per approfondire questo tema, la ricerca sta analizzando aspetti sempre più specifici, come ad esempio gli effetti di questi alimenti sulla glicemia postprandiale, sulla sazietà e sull’ingestione di cibo nei pasti tardivi, verificando se esistano delle correlazioni con l’età e il sesso dei consumatori. Questo l’obiettivo di un recente lavoro condotto in Canada, che vi proponiamo di seguito.

Introduzione

Il consumo frequente di latticini è associato ad un peso corporeo e ad una composizione corporea più sani e ad una minore incidenza di obesità e di diabete di tipo 2 sia negli studi clinici osservazionali che in quelli a lungo termine (1-5). Nell’ambito dei modelli dietetici tradizionali, il consumo di latticini ad alto contenuto di grassi è inversamente associato anche al rischio di obesità (6) e ad una diminuzione del rischio di sovrappeso o di obesità (7). Il consumo di latticini viene raccomandato dalle Food Guides negli Stati Uniti e in Canada sulla base del loro apporto nutrizionale, ma il contributo funzionale dei latticini alla salute metabolica ha ricevuto poca considerazione. Review recenti hanno concluso che il consumo di latticini fa parte di una dieta sana, con i latticini fermentati (inclusi yogurt e formaggio) che sono i più benefici (8) e che l’associazione dei latticini (compresi quelli interi) con la salute cardiometabolica può essere spiegata attraverso i loro effetti sulle vie metaboliche (9). La plausibilità di queste associazioni tra consumo di latticini e salute cardiometabolica è supportata da studi a breve termine sui latticini, sul metabolismo e sull’ingestione di cibo. Se consumati da soli in porzioni classiche (ad es. latte, 250 ml; yogurt da bere, 175 g), i latticini riducono l’insorgenza di attacchi acuti di fame e la glicemia postprandiale (PPG) più di altre bevande come succhi di frutta e cole (10-17). Il latte consumato all’interno di una colazione contenente cereali ad alto indice glicemico riduce notevolmente la PPG sia nei giovani adulti (18, 19) che nei soggetti più anziani (20). Tra i latticini, il formaggio e lo yogurt aumentano il senso di sazietà e riducono la PPG più del latte o di una bevanda a base di soia (20). Nei bambini, lo yogurt greco ha ridotto la PPG rispetto ai biscotti con lo stesso contenuto di carboidrati disponibili (21) e nelle giovani donne, se consumato con muesli di cereali, lo yogurt greco ha ridotto la PPG rispetto ad un prodotto a base di cocco fermentato (22). Analogamente, una recente meta-analisi di studi clinici ha concluso che i latticini, se consumati da soli, provocano una significativa diminuzione dell’appetito e un ritardo nell’assunzione energetica, cosa che non fanno i precarichi a base di bevande alla frutta, di cola e le barrette di cioccolato (23).

Tuttavia, è stato poco esaminato il ruolo della tipologia e della forma di latticino. Un recente studio sugli effetti di singole porzioni di latte scremato, latte intero, yogurt greco e formaggio sull’appetito e sulla PPG ha riportato che la forma del latticino e l’età dei partecipanti erano fattori che influenzavano la sazietà postprandiale e la glicemia (24). L’appetito fino a 3 ore è stato ridotto dell’8-17% rispetto ad un controllo con acqua. Nell’arco di 120 minuti, la PPG è stata la più bassa dopo il formaggio. Anche l’età è risultata essere un fattore influente, in quanto i soggetti più anziani avevano glicemia a digiuno e HOMA-IR più elevati, così come la PPG post-trattamento, rispetto ai giovani adulti. I dati dei questionari spesso riportano che le quantità di latticini comunemente consumate sono basse, e raccomandano di consumarne 2-3 porzioni al giorno per migliorare l’assunzione di nutrienti essenziali e la salute metabolica (25, 26).

Pertanto, l’obiettivo di questo studio era quello di confrontare gli effetti postprandiali di 2 porzioni di latticini sulla glicemia come parametro primario, sull’appetito e sugli ormoni regolatori come insulina, glucagone-like peptide 1 (GLP-1) e grelina nei giovani e negli anziani, maschi e femmine. L’ingestione di cibo è stata misurata ad ogni pasto 2 ore dopo il consumo di latticini. L’ipotesi è che gli effetti di 2 porzioni di latticini prima del pasto sulla risposta glicemica differiscano a seconda dei latticini e che vengano influenzati dall’età e dal sesso degli adulti. L’appetito, l’ingestione di cibo, l’insulina e le altre risposte ormonali prima e dopo un pasto sono parametri sperimentali in grado di fornire una spiegazione.

Metodi

Lo studio randomizzato cross over, ha coinvolto 30 soggetti anziani [60-70 anni; BMI (kg/m2): 18,5–29,9] e 28 giovani adulti (20–30 anni; BMI: 18,5–24,9) che hanno consumato 500 ml di un controllo senza calorie (acqua), di latte scremato e di latte intero, 350 g di yogurt greco e 60 g di formaggio cheddar. L’ingestione di cibo durante un pasto ad libitum è stata misurata 120 minuti dopo. La glicemia, l’appetito e le risposte ormonali gastriche sono state misurate prima dei pasti (15-120 minuti), durante i pasti (120-140 minuti) e dopo i pasti (140-170 minuti). Gli effetti del trattamento, dell’età e del sesso e le loro interazioni sono stati analizzati utilizzando ANOVA seguito dal test post hoc di Tukey.

Risultati

Tutte le tipologie di latticini, rispetto all’acqua, hanno diminuito la glicemia postprandiale, l’appetito preprandiale e l’ingestione dei pasti (P <0,0001). Il glucosio, l’insulina e il glucagone-like peptide 1 prima del pasto sono aumentati e la grelina è diminuita, ma gli effetti dei latticini differivano a seconda dell’età e del sesso. Gli anziani avevano una glicemia pre e post-prandiale superiore del 10% (P <0,01). La soppressione dell’appetito prima del pasto per 100 kcal di trattamenti era maggiore dopo lo yogurt rispetto ad altri latticini, ma la soppressione complessiva dell’appetito era inferiore negli anziani rispetto ai giovani adulti e nei maschi rispetto alle femmine (P <0,05). L’ingestione di pizza è diminuita di 175 kcal dopo yogurt e formaggio e di 82 kcal dopo il latte rispetto all’acqua (P <0,001). La diminuzione della durata dei pasti per le calorie del trattamento era in media del 62% dopo yogurt e formaggio, ma era inferiore al 33% dopo i latti (P <0,05). La compensazione era inferiore negli anziani (33%) rispetto ai giovani adulti (63%) (P <0,03).

Conclusioni

In base alle evidenze raccolte, si può concludere che tutti i prodotti lattiero-caseari comunemente consumati contribuiscono al senso di sazietà e al controllo metabolico, ma i loro effetti differiscono in termini di ampiezza e di tempo e in base al sesso e all’età degli adulti. Queste differenze possono giustificare una guida dietetica che consideri i benefici funzionali dei prodotti lattiero-caseari, al di là delle indicazioni basate sui nutrienti, come parte di un modello alimentare sano.

Il presente articolo è una sinossi tratta dalla ricerca “Age and Sex Interact to Determine the Effects of Commonly Consumed Dairy Products on Postmeal Glycemia, Satiety, and Later Meal Food Intake in Adults” di Shirley Vien,1 Sara Fard,2 Dalia El Khoury,3 Bohdan Luhovyy,4 Hrvoje Fabek,1 and G Harvey Anderson1 pubblicata su The Journal of Nutrition” 

doi: https://doi.org/10.1093/jn/nxab122