E’ ormai da diversi anni che la reputazione degli allevamenti presso l’opinione pubblica ha iniziato lentamente ma inesorabilmente a deteriorarsi, specialmente in quella parte dei consumatori che ha ormai perso ogni contatto con il mondo rurale. Le tante inchieste giornalistiche e l’attività delle associazioni ambientaliste e animaliste hanno via via demolito anche lo stereotipo naif dell’allevamento che è presente nella mente della maggior parte cittadini, ma ne hanno contestualmente auspicato il ritorno.

Quasi tutto il latte e la carne utilizzati nei pasti degli italiani deriva dagli allevamenti intensivi, anche se un confine netto con quelli estensivi è difficile da demarcare in Italia dove clima e piovosità permettono da sempre il pascolamento solo per limitati periodi dell’anno.

Questo sentire collettivo ostile nei confronti dell’allevamento si è formato su pregiudizi, stereotipi ma anche situazioni reali, e sta concretamente rarefacendo i consumi di latte e carne, stimolando in alcuni casi l’adozione di uno stile alimentare vegano o vegetariano.

Negli ultimi anni tutte le divergenze d’opinione hanno finito per polarizzare la discussione, e la mancanza di dialogo ha portato le persone a dividersi in opposti e granitici schieramenti.

Le obiezioni dell’opinione pubblica nei confronti degli allevamenti di bovine da latte sono riassumibili in questi punti:

  • I ruminanti sono la principale causa di surriscaldamento del pianeta per i gas climalteranti prodotti dalle emissioni enteriche e dalla gestione delle deiezioni.
  • Gli allevamenti intensivi consumano enormi quantità di soia, e questo è il principale motivo della deforestazione dell’Amazzonia.
  • Negli allevamenti le bovine non fanno una vita degna di essere vissuta e comunque conducono un’esistenza lontana dal loro comportamento naturale.
  • Per le bovine, la separazione alla nascita con il vitello è un evento molto stressante.
  • Per allevare le bovine da latte ci vuole un’enorme quantità d’acqua.
  • Gli allevamenti sono molti energivori.
  • Sono gli allevamenti la principale causa del fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

Una premessa etica importante è che ogni uomo ha bisogno di potere accedere alla giusta quantità di cibo sano e sicuro.

Ruminantia già nel 2016 ha iniziato a chiedersi se fosse possibile riconquistare la fiducia persa della gente e contemporaneamente immaginare un nuovo modo di allevare le bovine da latte salvaguardando, anzi migliorando, sia il reddito degli allevatori che la qualità della vita degli animali.

Da queste considerazioni è nato il progetto de La Stalla Etica®, dove produrre il Latte Etico® ma anche energia da fonti rinnovabili, che abbiamo presentato nel 2017 e dove la qualità della vita delle bovine da latte è decisamente migliore non solo rispetto agli allevamenti tradizionali ma anche agli animali allevati allo stato brado.

La Stalla Etica®e Latte Etico® sono progetti di Ruminantia e i marchi sono stati da noi registrati per evitare usi impropri e ingannevoli.

Propedeutici allo studio del progetto sono stati gli studi di etologia della bovina da latte, sulla produzione di gas climalteranti, sulla prevenzione non farmacologica delle zoppie, delle mastiti e della sindrome della sub-fertilità, e sulla sensibilità etica e salutistica dei consumatori. Un presupposto fondamentale che contraddistingue tutte le specie animali, uomo compreso, è che se non c’è una forte motivazione culturale gli esseri viventi tendono a fare il meno possibile e mettere in atto tutte le soluzioni possibili per sprecare meno energia, per cui il movimento fine a se stesso non è un comportamento naturale ma culturale. Detto questo, se la stalla è confortevole, consente il comportamento sociale e sessuale, protegge dalle avversità climatiche, dagli insetti fastidiosi e dai vettori di malattie, offre protezione dai predatori e dalle malattie diffusive e contiene cibo e acqua sempre a disposizione, l’animale tende a starci il più a lungo possibile. Ovvio è che il gioco e la possibilità di mangiare l’erba attirano un ruminante, ma per soddisfare questo basta dare la possibilità di accesso a spazi esterni anche limitati nelle dimensioni e nel tempo. Inoltre, nella Stalla Etica®, come vedremo più avanti, si realizzano tutte le condizioni ambientali e gestionali funzionali ad un utilizzo prudente di tutti i farmaci veterinari (antibiotici, ormoni e antinfiammatori).

Come modello di allevamento siamo partiti dalle compost barn israeliane e olandesi abbinate alla mungitura automatica (AMS).

Nella Stalla Etica le aree di riposo sono molto ampie e garantiscono non meno di 17 m2 a testa per gli adulti dal momento che questi animali, per stare veramente bene, hanno bisogno di trascorrere quasi metà della loro giornata sdraiati a dormire e ruminare, cosa che nell’allevamento brado è praticamente impossibile per ragioni facilmente intuibili. La lettiera su cui riposano gli animali è costituita dalle loro stesse deiezioni trasformate in compost perché movimentate due volte al giorno da un erpice. Usare le deiezioni fermentate evita di disperderle nell’ambiente e di dover comprare lettiere vegetali. Inoltre, la fermentazione in presenza di ossigeno (aerobica) riduce molto la produzione di metano. Questo tipo di fermentazione impedisce la crescita dei batteri che temono l’ossigeno, alcuni dei quali sono causa di zoppie (dermatiti), mastiti e infezioni dell’utero. Il compost in eccesso può essere poi utilizzato per colture orticole e floreali di pregio, oppure introdotto negli impianti di biogas.

L’area della stalla dove le bovine vanno per mangiare e bere è anch’essa sufficientemente ampia (minimo 4,5 m2 a testa). Gli animali possono recarvisi quando vogliono (24 ore al giorno) senza competizione e trovare cibo e acqua a volontà. Il liquame e l’acqua di scarto degli abbeveratoi che si deposita sulle corsie di alimentazione vengono raccolti automaticamente più volte al giorno e dirottati preferibilmente in impianti di biogas. Le compost barn sono evidentemente di grandi dimensioni per cui possono ospitare impianti fotovoltaici. L’energia elettrica prodotta da queste fonti rinnovabili (biogas e fotovoltaico) rende completamente autosufficiente La Stalla Etica® fornendo energia per tutte le utenze, e le eccedenze elettriche possono essere immesse in rete. La mungitura delle bovine è automatica e viene effettuata tramite robot ai quali l’animale può ricorrere quando vuole, senza costrizione e in qualsiasi ora della giornata.

Più complessa sarà la ricerca della soluzione definitiva per la gestione della vitellaia. La tecnica di separare il vitello dalla madre alla nascita ha avuto origine ormai tantissimi anni fa per proteggere il nascituro dalle infezioni e per rendere meno traumatico il distacco tra madre e figlio. Un buon compromesso che La Stalla Etica® suggerisce è quello di lasciare la madre con il vitello per le prime 24-48 ore in un ambiente riservato (sala parto individuale) molto igienico, assicurandosi che il vitello assuma una sufficiente e tempestiva quantità di colostro. Successivamente, i giovani animali soggiorneranno nelle nursery, verranno allattati artificialmente per circa 10 giorni e saranno poi ricoverati in piccoli box collettivi dove completeranno la fase di svezzamento..

La dieta di tutti i ruminanti è composta in buona parte da alimenti che sono inutilizzabili dall’uomo, ad eccezione del mais, fatto che li rende convertitori di alimenti non digeribili per l’uomo in proteine ad alto valore biologico. La soia e il girasole che vengono dati alle bovine da latte sono in realtà panelli o farine d’estrazione, ossia sottoprodotti dell’estrazione dell’olio di soia e di girasole utilizzati prevalentemente nell’alimentazione umana. Inoltre, oggi le conoscenze sulla nutrizione delle bovine da latte sono molto evolute e questo rende possibile mantenere buoni apporti nutritivi agli animali riducendo nel contempo le emissioni di metano enterico e molecole potenzialmente inquinanti per le acque superficiali.

E’ nostra convinzione che La Stalla Etica®, grande o piccola che sia, ubicata in montagna o in pianura, possa dare una risposta concreta e certificabile alle perplessità etiche e salutistiche della gente senza sacrificare in nessun modo la sostenibilità economica degli allevamenti e producendo tutto quel latte necessario a nutrire ogni fascia della popolazione, ricca o povera che sia.