La gestione della prime fasi di vita è fondamentale per il benessere, le performance e la produttività del vitello. Ad esempio, ricerche precedenti hanno dimostrato l’importanza del contatto sociale per lo sviluppo delle abilità sociali e cognitive (Costa et al., 2016; Jensen, 2018). Altre hanno evidenziato l’influenza degli incrementi ponderali pre-svezzamento sull’avvio della pubertà, l’età al primo parto e le performance nella prima lattazione (Raeth-Knight et al., 2009; Heinrichs e Heinrichs, 2011; Soberon et al., 2012). Permettere ai vitelli di raggiungere il loro potenziale di crescita non significa solo fornire un’alimentazione adeguata, ma anche avere una gestione proattiva che minimizza l’incidenza delle patologie e promuove comportamenti alimentari naturali. Negli ultimi due decenni, la ricerca ha messo alla prova le pratiche tradizionali dell’alimentazione lattea razionata fornita tramite il secchio. Alimentare i vitelli con una quantità giornaliera di latte uguale o superiore al 20% del peso vivo migliora gli incrementi ponderali durante il periodo di pre-svezzamento (Jasper e Weary, 2002; Miller-Cushon et al., 2013; Rosenberger et al., 2017), e la somministrazione del latte tramite una tettarella favorisce un comportamento di suzione naturale e riduce i comportamenti anomali come succhiare le strutture di allevamento (Appleby et al., 2001; Jensen e Budde, 2006).
Resta tuttavia aperto il dibattito in merito a quali pratiche di gestione migliorino le performance e il benessere dei vitelli prima dello svezzamento. L’alimentazione con alte quantità di latte desta preoccupazioni nella fase intorno allo svezzamento, in quanto elevate quantità di latte riducono l’assunzione di cibo solido e rallentano lo sviluppo del rumine, con conseguente riduzione della crescita e aumento della comparsa di sintomi della fame in questa fase (Sweeney et al., 2010; Steele et al., 2017; van Niekerk et al., 2021). Esiste una grande variabilità a livello mondiale nelle pratiche di somministrazione del latte negli allevamenti. Questo grande variabilità nelle pratiche di alimentazione e gli alti tassi di mortalità pre-svezzamento che si registrano indicano che c’è ancora margine di miglioramento nella gestione di questa fase.
Lo scopo di questa revisione sistematica era di riassumere e identificare le lacune conoscitive nella letteratura disponibile sugli effetti delle pratiche di alimentazione lattea (quantità, metodo e frequenza) sul comportamento, in particolare sui comportamenti di suzione, performance (inclusa l’assunzione di alimento solido e crescita) e la salute dei vitelli.
Sono stati considerati 94 articoli pubblicati, sottoposti a peer-review, scritti in inglese, che hanno confrontato direttamente gli effetti dei livelli di inclusione di latte, dei metodi di allattamento o della frequenza di allattamento sui vitelli da latte. Le misure considerate per definire i risultati includevano il comportamento di suzione, la suzione di una tettarella (suzione nutritiva o suzione non nutritiva su una tettarella), comportamenti anomali di suzione (suzione non nutritiva degli arredi, altri comportamenti orali o suzione incrociata), segnali di fame (vocalizzazioni o visite non ricompensate all’allettatrice automatica), attività (tempo di riposo o gioco locomotore), comportamento alimentare (assunzione di latte, assunzione di cibo solido, durata del pasto a base di latte, o durata del pasto solido), crescita (peso corporeo o incremento medio giornaliero) e salute (incidenza di diarree, malattie respiratorie o mortalità).
La maggior parte degli studi ha esaminato il livello di inclusione di latte nella dieta dei vitelli (n = 69). L’alimentazione con livelli di latte più alti ha avuto un effetto positivo sulla crescita, ha ridotto i segnali di fame (ad esempio, visite non ricompensate alle allattatrici automatiche) e aumentato il gioco locomotore nel periodo di pre-svezzamento (che può essere un indicatore di stati affettivi positivi), ma l’assunzione di alimento solido (starter) è stata ridotta. Utilizzare metodi di svezzamento graduale può facilitare l’assunzione di starter in questa fase e consentire quindi ai vitelli alimentati con un’alta quantità di latte di mantenere i vantaggi della crescita dopo lo svezzamento. Gli studi riguardanti la salute non hanno evidenziato nessun effetto della quantità di latte, senza evidenze che indichino come livelli di latte più elevati causino diarrea. Gli studi sui metodi di alimentazione con latte (n = 14) hanno osservato come l’alimentazione del latte tramite tettarella riduca la suzione incrociata e altri comportamenti orali anomali, fornendo uno sbocco per la motivazione dei vitelli a succhiare. Pochi studi hanno indagato gli effetti della frequenza dell’alimentazione con latte (n = 14 studi), rendendo difficile trarre conclusioni. È emerso come la frequenza di allattamento abbia scarso effetto sull’assunzione di mangime e sulla crescita; tuttavia, ci sono alcune prove che suggeriscono come i vitelli con frequenza dei pasti inferiore manifestino i segnali della fame. Nel complesso, questi risultati suggeriscono di somministrare volumi elevati di latte utilizzando la tettarella; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per determinare la frequenza di alimentazione ottimale per i vitelli.
La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico pubblicato dalla rivista “Journal of Daury Science” dove è riportata tutta la letteratura citata: Welk, A., N.D. Otten, and M.B. Jensen. 2023. Invited review: The effect of milk feeding practices on dairy calf behavior, health, and performance—A systematic review. J. Dairy Sci. 106:5853–5879. doi:10.3168/jds.2022-22900.
Autori
Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Luca Cattaneo, Gabriele Rocchetti, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra – Gruppo Editoriale ASPA